
Bar e ristoranti lombardi chiusi alle 23, Confesercenti non ci sta
Confesercenti: “La somministrazione non può farsi carico da sola della crisi: predisporre da subito interventi economici”
di Silvia Armati
Ultima Modifica: 21/10/2020
La Regione Lombardia ha aggiornato con nuove disposizioni l’ordinanza per cercare di contrastare l’aggravarsi della pandemia: la chiusura dalle 24 di tutte le attività di bar e ristoranti, con consumi consentiti solo al tavolo dopo le 18 e il divieto assoluto di vendita di bevande alcooliche dopo quell’ora.
Una proposta sulla quale c’è l’ok del ministro della Salute Roberto Speranza: «Sono d’accordo sull’ipotesi di misure più restrittive in Lombardia. Ho sentito il Presidente Fontana e il sindaco Sala e lavoreremo assieme in tal senso nelle prossime ore».
Ma la Fiepet-Confesercenti della regione Lombardia non è d’accordo.
In una nota stampa -diffusa dalla Confeserenti della regione Lombardia- il portavoce Fiepet-Confesercenti Lombardia, Vincenzo Butticé, afferma: «si tratta di un ulteriore colpo per un settore estremamente provato dalla crisi economica, dal lockdown e dallo smart-working. Occorre ricordare che dietro a queste attività ci sono famiglie di imprenditori e lavoratori che vivono grazie alle loro aziende. Il tessuto socio-economico di ogni città è gravemente in pericolo. Chiudere in anticipo e in maniera indiscriminata le attività potrebbe portare poi più danni che benefici, con operatori sempre più in difficoltà e cittadini che lasceranno la sicurezza dei locali per andare in strada, dove sarà minore la possibilità di controllare distanziamento e rispetto delle regole».
«Chiediamo di rendere disponibili da oggi nuovi aiuti economici», dichiara il portavoce Fiepet-Confesercenti Lombardia. «Interventi di sostegno certi, rapidi e adeguati, destinati alle imprese che entrerebbero in crisi per effetto delle restrizioni. Un ritardo è inammissibile: significherebbe la morte delle attività e un sistema economico che rischia di collassare. Occorre agire sui costi fissi, come affitti, Tari e Cosap, con interventi decisi ma troppo spesso lasciati alla libera iniziativa di amministratori locali e quindi disomogenei sul territorio e del tutto insufficienti».
«Pericoloso colpire indistintamente un settore già duramente provato. Da subito occorre mettere in campo interventi economici di sostegno»: così Gianni Rebecchi, Presidente di Confesercenti Lombardia, commenta l’annuncio di un ulteriore inasprimento delle misure restrittive contro bar, ristoranti ed altre attività della somministrazione lombarde.
Rebecchi descrive il disappunto di una categoria che negli scorsi mesi ha investito molto per elevare i livelli di sicurezza dentro e fuori i propri locali, nella consapevolezza di dover fare la propria parte nella lotta contro la pandemia. «Ci aspettavamo dalla autorità degli interventi più puntuali e circoscritti alle situazioni dove le regole non vengono rispettate, anziché un intervento a tappeto che colpisce tutti indistintamente – continua Rebecchi – Bar, pub e ristoranti, alberghi e strutture ricettive ce la stanno mettendo hanno investito molto per garantire la sicurezza dei cittadini, dei consumatori e dei lavoratori».
Solo con l’annuncio di una nuova stretta nei giorni scorsi -precisa la nota stampa- è stato perso il 20% del fatturato, che tradotto significa circa un miliardo di euro sfumato in un solo mese. Percentuale che nei prossimi 30 giorni, secondo Confesercenti, salirà fino a toccare il 40%.
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