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Abruzzo Expo 2015 L’Aquila

di Informacibo

Ultima Modifica: 08/04/2014

L'Aquila 8 aprile 2014. Dopo il successo dello scorso anno che ha coinvolto 30.000 visitatori e 150 espositori,  patrocinata dal Padiglione Italia di  Expo Milano 2015, ritorna a L’Aquila presso il Salone dei Prodotti Tipici dei Parchi d’Italia la seconda edizione della manifestazione  i  “Tipici dei Parchi”.
Si tratta di una mostra mercato di vini, oli, salumi, formaggi, gastronomia tipica locale, che avrà luogo dal 16 al 19 Maggio. Oltre alle tipicità  abruzzesi saranno messi in mostra i prodotti  dei Parchi di tutto lo stivale. L’obbiettivo di quest’anno è quello di internazionalizzare le produzioni rurali  grazie all’attività di incoming di 13  importatori di piccole catene americane. 
La manifestazione porrà in evidenza l’attività del mondo agricolo  attraverso lo  sviluppo sostenibile dei prodotti dei Parchi nazionali, aree protette che possono vantare una produzione  e una lavorazione in territori sani e incontaminati. Le accattivanti degustazioni  si svolgeranno in collaborazione con Slow Food Abruzzo e Molise.
Nel nostro Paese abbiamo più di mille aree protette che occupano il 21% del territorio nazionale.  Una ricchezza reale da contarsi in alberi monumentali, saline, fiumi, laghi, boschi,  foreste.  L’Abruzzo fa la parte del leone con più di trecentomila ettari suddivisi fra  parchi nazionali ed aree protette dallo Stato a cui vanno aggiunte  terme dove bere acque curative e fare   bagni tra siepi di erbe aromatiche.   Un susseguirsi di località dove un tempo vivevano solo pastori, ma che ora ospitano alberghi diffusi, agriturismi molto curati, con vendita diretta di leccornie da portare a casa in pacchetti chic:  straordinari formaggi pecorini, formaggette molli leggermente affumicate, giuncate e caprini, ricotte, caciocavallo, burrate, mozzarelle, scamorze,  provole al sapore  di erbe.  Un riferimento particolare al pecorino del Gran Sasso ed al formaggio vaccino di Campo Felice.
L’Abruzzo di oggi è  una delle mete “gourmand”.  Gli Abruzzesi hanno saputo tutelare il loro territorio conservando un forte legame con antiche tradizioni agroalimentari. Nella regione operano migliaia di imprese impegnate in pastifici,  fabbriche conserviere, agricoltura,   silvicoltura,  e  pesca  che lavorano con successo sia sul mercato interno che nelle esportazioni.
La regione vanta una particolare tradizione culinaria, cibi poveri essenziali e semplici,  piatti che affondano le radici in un mondo contadino che  va scomparendo. Favolose carni ovine e bovine, gli arrosticini di agnello cotti sotto la brace, la ciavarra al sugo di pecora;   il prosciutto marrucino, magro e sapido, le salsicce di fegato pazzo a causa del peperoncino che  avvampa in bocca.  Le scrippelle ’mbusse (in brodo) che vengono rosolate in padella, ricoperte di brodo di gallina e insaporite con una manciata di  pecorino. La pasta è un fattore culturale che coinvolge, con la pizza,  tutti gli italiani. Siamo circondati da piatti di pasta alla chitarra, da spaghetti, maccheroni, anolini, millerighe, cannaroni, farfalle, conchiglie, linguine, tubetti rigati, fusilli,  lumache, ziti.  Innumerevoli formati di grande fantasia associano l’intera popolazione, che in Abruzzo hanno un  seguito di  indescrivibili  secondi di carni regionali, bovine e ovine.
Oltre ad un posto “speciale” in cucina,  la regione  ne ha uno altrettanto valido in cantina,  guidato dal Montepulciano d’Abruzzo e  dal  Trebbiano, vini che da sempre garantiscono fama e gradimento anche a livello internazionale.  Il  Montepulcino d’Abruzzo-Colline Teramane si fregia della DOCG dal 2003 ,  un vigneto che si estende sui pendii di media ed alta collina, accarezzati dalla brezza marina,  mentre la DOC  Montepulciano d’Abruzzo  è la bandiera indiscussa di questa terra.   Un’altra denominazione è quella del Montepulciano  d’Abruzzo “Cerasuolo” DOC ottenuto con le stesse uve del Montepulciano vinificate in bianco.   Parlando di bianchi, il Trebbiano d’Abruzzo DOC non teme rivali; proviene da una zona di produzione vastissima,  nettare di grande qualità.  Ha una lunga storia che risale ai i latini ed  ai greci, un vino solido in grado di sostenere considerevoli invecchiamenti ed è elencato fra i migliori bianchi italiani.  Il Controguerra Doc (produzione limitata ad una piccola zona in provincia di Teramo) e il Tullum Doc  (produzione del comune di Tollo, Chieti) valorizzano i principali vitigni  autoctoni  a bacca bianca come la Passerina e il Pecorino. Sono vini che spaziano dal floreale  al fruttato, dalle caratteristiche aromatiche e sensoriali, un sapore fresco e persistente riconoscibile da un retrogusto amarognolo.  Complessivamente l’Abruzzo rappresenta una importante realtà vitivinicola  dell’Italia centrale con una produzione che mediamente supera i 3,5 milioni di ettolitri di vino che, al di là del mercato nazionale, viene esportato in Germania, Stati Uniti e Canada.
L’olio fa parte del panorama agroalimentare dell’Abruzzo.
Gli olivicoltori Abruzzesi da sempre sono orgogliosi di produrre olio di pregio. La fascia collinare compresa fra il mare, il Gran Sasso e la Maiella vanta prodotti Doc, quali “Aprutin Pescarese”, “Colline Teatine” e “Pretuziano”. Non solo, ma per essere consapevoli della bontà di questo olio basta pensare che alcuni Oleifici  sono stati premiati al “Sirena d’Oro di Sorrento”una delle più prestigiose rassegne italiane.
Vogliamo ricordare che, grazie agli allevamenti dell’Abruzzo,  cosce, fusi e fette di polpa di tacchino che  acquistiamo provengono da qui, dove, curiosamente il tacchino si chiama “pitone”?
Dobbiamo riservare un posto particolare allo zafferano. Proviene da Navelli, altopiano nei dintorni de L’Aquila.  Questo prodotto, così saporito e profumato, di prezioso colore,  non solo continuerà a dar tono ai  risotti, ma seguiterà a renderà unici i  piatti abruzzesi di carne o pesce.
 

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Capo Redattore