Conad e Legambiente insieme per una filiera agroalimentare sostenibile - InformaCibo

Conad e Legambiente insieme per una filiera agroalimentare sostenibile

di Informacibo

Ultima Modifica: 20/06/2016

Conad e Legambiente onlus hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per sostenere di comune accordo l’agricoltura sostenibile, condividendo e contribuendo a implementare le filiere ad alto valore ambientale e, dunque, la qualità delle produzioni. I contenuti dell’accordo sono stati presentati lo scorso 27 giugno a Bologna dall’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese e dalla presidente di Legambiente Rossella Muroni.

Conad ha deciso di avvalersi della collaborazione di Legambiente onlus – l’organizzazione che ha raccolto l’eredità dei primi nuclei ecologisti che si svilupparono in Italia nella seconda metà degli anni ’70 – per dare ulteriore impulso alle proprie iniziative in materia di sostenibilità e sviluppare, di concerto, una strategia improntata alla crescente attenzione a tale tema.
La sostenibilità ambientale è un valore a cui il consumatore guarda con sempre maggiore attenzione, orientando le proprie scelte e dando la preferenza a insegne che, come Conad, esprimono un impegno concreto. 
Da anni Conad è impegnato sui temi della sostenibilità delle filiere al punto di fare della valorizzazione del patrimonio agroalimentare italiano una parte fondante della propria missione aziendale. Missione che trova applicazione nella linea di eccellenze tipiche regionali Sapori&Dintorni, nella provenienza nazionale del 100 per cento del latte e derivati, del pomodoro, di altri vegetali in scatola e del 95 per cento dell’ortofrutta. Come pure nell’attenzione al risparmio energetico – ad esempio, l’adesione ai progetti Energia a km 0 e Fonti rinnovabili e efficienza energetica – e al riciclo degli imballaggi – con l’iniziativa Riciclare conviene promossa assieme a Tetra Pak –, nel nuovo assetto della logistica per i prodotti a marchio Conad e nell’installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia nei centri distributivi. 

Un impegno forte anche nei capitolati di fornitura, che, oltre a “disciplinare” le produzioni nella direzione richiesta, hanno un peso positivo nella lotta ai cambiamenti climatici, nella riduzione del ricorso alla chimica, nello sviluppo di un’economia rispettosa del ruolo di tutti gli attori delle diverse filiere.
Legambiente onlus, da parte sua, si è impegnata a segnalare le filiere che ritiene più interessanti per rafforzare l’offerta di prodotti a forte valenza ambientale e etica e a sostenere, ad esempio, il lancio della nuova marca Conad Verso Natura, in programma dopo l’estate.

«Nelle persone sta crescendo una forte sensibilità ai temi ambientali e sociali; perciò dobbiamo essere pronti a soddisfare questa nuova domanda valorizzando e dando forza all’agroalimentare sostenibile», ha sottolineato l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. «Il nostro Paese ha filiere ad alto valore, ma occorre che tutti gli attori – dalla produzione alla trasformazione e alla distribuzione – si assumano la responsabilità di essere imprese che fanno della sostenibilità una ragione di sviluppo, ma anche un vantaggio per le comunità e il sistema Italia. L’accordo con Legambiente non mancherà di contribuire allo sviluppo di un modello di economia rispettoso dell’ambiente e per valorizzare le produzioni locali di qualità».

«Il protocollo di intesa con Conad – ha dichiarato la presidente di Legambiente Rossella Muroni – è un importante progetto di sostenibilità e realizzarlo con la più grande organizzazione di cooperative di imprenditori della grande distribuzione è per noi un segnale molto positivo, perché potrà contribuire ad indirizzare le politiche di produzione di ampia parte del mercato. Investire in qualità sociale e ambientale significa, infatti, investire sul futuro mirando anche ad un ritorno economico diretto, per esempio adottando misure di risparmio energetico, ottenendo anche il rafforzamento in azienda della cultura della responsabilità e trasmettendo ai clienti il valore aggiunto dell’impegno civico e ambientale. In tal senso, particolare attenzione verrà data al tema dell’economia circolare, settore in crescita in Italia, grazie al quale, i “rifiuti” di qualcuno possono diventare “risorse” per qualcun altro».
 
Conad e Legambiente hanno condiviso alcuni obiettivi prioritari e le strategie per raggiungerli.
Sulla marca Conad la collaborazione verterà sugli indirizzi produttivi, sulla responsabilità sociale e sulla lotta ai cambiamenti climatici. Le aree di lavoro condivise riguardano l’utilizzo di energia verde e l’autonomia energetica, l’utilizzo dell’acqua nelle coltivazioni, la collaborazione nell’ottimizzazione dell’uso degli imballaggi e nell’uso di materiali a basso impatto ambientale.
Altri ambiti riguardano, in materia di allevamenti, il rispetto delle normative, il benessere animale, il divieto dell’uso di ormoni, la certificazione del processo produttivo – e il sostegno alle filiere ad alto valore, ad esempio i prodotti di Conad Percorso Qualità e Sapori&Dintorni.

Per quanto riguarda i punti di vendita, sarà sviluppata una strategia comune per migliorare l’efficienza energetica, formare il organizzare sessioni di formazione  sulla direttiva Etichetta Energetica, confrontarsi sulle modalità per rendere sostenibile la mobilità dei clienti verso i punti di vendita, promuoverevalorizzare  l’uso di bio-shopper e shopper di plastica riciclata  ma anche collaborare allo e lo sviluppo del di una strategia per il consumo sostenibile degli altri materiali di consumo.
La collaborazione tra Conad e Legambiente verterà, infine, anche su alcuni eventi di valorizzazione delle produzioni locali di qualità, tra cui Ambasciatori del territorio e Orti in festa. Si tratta di campagne di comunicazione e progetti territoriali che hanno l’obiettivo di valorizzare le piccole economie locali, sensibilizzare i cittadini a scelte di consumo sostenibili e promuovere le piccole aziende e le economie locali.
 
Il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca rappresenta in Italia il 2,2 per cento del Pil (31,6 miliardi di euro). In particolare, il settore dell’industria alimentare pesa per l’1,8 per cento, vale a dire 25,8 miliardi di euro. Agricoltura e industria contribuiscono, dunque, alla ricchezza del Paese per il 4 per cento, mentre in termini di produzione la percentuale al 6 per cento (fonte: Istat 2015).
 
Numeri importanti che, affiancati alla richiesta di prodotti di qualità, autenticamente italiani, da parte dei consumatori, fanno dell’agroalimentare una delle eccellenze del Paese, con una capacità di primeggiare sui mercati legata alla qualità delle produzioni ma anche alla generazione di valore aggiunto. Sono oltre 70 i prodotti su cui l’Italia ha una quota di mercato che la posiziona tra i primi tre Paesi al mondo: tra questi, la pasta, i pomodori, l’aceto, l’olio, i fagioli.

Occorre, però, investire in innovazione e in ricerca, finalizzandole ad una sostenibilità ambientale – e economica – che dia risposte concrete alla domanda di qualità, sicurezza alimentare e eco compatibilità che viene da un numero crescente di persone. Persone che “premiano” il biologico, gli alimenti vegani, quelli ecosolidali, oltre ai prodotti delle tradizioni locali e a marca del distributore.

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Capo Redattore