Dop e Igp falsi, la Federdoc plaude alla Corte di giustizia Ue - InformaCibo

Dop e Igp falsi, la Federdoc plaude alla Corte di giustizia Ue

Paolo De Castro: i prodotti di qualità ad Indicazione Geografica sono la nostra eredità culturale e una grande risorsa economica da custodire e valorizzare

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 09/05/2019

Simboli, immagini di paesaggi che fanno riferimento all’origine di un prodotto alimentare Dop possono costituire una illegale evocazione del marchio. Lo ha stabilito la Corte europea di giustizia  Europea intervenendo sul ricorso presentato dai produttori del Queso Manchego Dop contro una società spagnola che commercializza formaggi non Dop con etichette che raffigurano un cavaliere somigliante a Don Chisciotte della Mancia su un cavallo magro e paesaggi con mulini a vento e pecore, molto simile al marchio della Fundación Consejo Regulador de la Denominación de Origen Protegida Queso Manchego, incaricata della gestione e della protezione della Dop in questione.

Ennesima conferma di un trend che esiste a livello internazionale e che punta ad eliminare pratiche ingannevoli nei confronti dei consumatori, attraverso lo sfruttamento della reputazione di aziende e territorio. Un contributo fondamentale per l’esistenza stessa delle Denominazioni d’Origine dato quindi dall’Unione Europea, che rimette poi agli organi nazionali di competenza l’amministrazione della materia, ma pur sempre tenendo conto delle direttive UE.

Il caso in analisi ha dimostrato che esistono, all’interno del contesto dell’Unione Europea, strumenti validi per la tutela delle Indicazioni Geografiche e conseguentemente della realtà sociale e culturale che da questi dipendono. L’elemento discriminante, che fa la differenza, è quindi identificabile nella coesione dei soci del Consorzio di tutela. La forza del Queso Manchego è stata nei soci: Fundación Consejo Regulador de la Denominación de Origen Protegida Queso Manchego, che hanno saputo trovare la coesione per agire contro un proprio produttore che, pur producendo la Dop, ne sfruttava l’evocazione producendo anche un similare nella zona d’origine.

Questa sentenza offre ai 270 Consorzi di Tutela italiani, che rappresentano 863 indicazioni Geografiche per un valore produttivo che supera i 15,2 miliardi di euro e conta 197mila operatori occupati, un’opportunità ancora maggiore per portare avanti la sfida della tutela internazionale per cui negli anni sono stati profusi molti sforzi.

Il Presidente di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro e il Presidente di Origin Italia Nicola Cesare Baldrighi affermano:

“La DOPeconomy ha ormai superato il 20% del valore dell’agroalimentare italiano – afferma il Presidente di Federdoc Riccardo Ricci Curbastrodimostrando di essere, nelle sue espressioni più significative e ben gestite dai Consorzi, il vero motore della valorizzazione del patrimonio produttivo e culturale di tanti territori italiani, la vera opportunità per valorizzare i prodotti agricoli e garantire reddito. I successi nella difesa di questo patrimonio sono sempre una buona notizia per i produttori, i loro Consorzi, l’Italia tutta cui questo patrimonio appartiene”.

“Una sentenza di grande rilievo – dichiara il Presidente di Origin Italia Nicola Cesare Baldrighiche darà ulteriore slancio alle produzioni Dop e Igp consentendo ai prodotti più diffusi e conosciuti di meglio difendersi dalle imitazioni. Più in generale dimostra l’efficacia delle organizzazioni consortili stimolando una sempre più ampia partecipazione dei produttori, necessaria per consentire a tali prodotti un giusto riconoscimento economico ed una adeguata difesa dei marchi e delle denominazioni verso il consumatore”.

Il commento di Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del parlamento europeo

La tutela dei prodotti di qualità ad Indicazione Geografica, che sono la nostra eredità culturale e una grande risorsa economica da custodire e valorizzare, esce ancora più rafforzata dalla sentenza espressa oggi dai giudici europei contro i ‘falsi’ nel settore agroalimentare”. Questo il commento di Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del parlamento europeo.

La sentenza porta acqua al mulino del Parlamento europeospiega l’eurodeputato Pd e candidato alle nuove elezioni – che da sempre si batte affinché le Indicazioni Geografiche siano considerate non solo per le loro qualità e caratteristiche organolettiche uniche, ma anche per la loro capacità di cristallizzare nella memoria e nella cultura, la storia, i simboli, le arti e la letteratura”.

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