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La storia del vino diventa materia scolastica

di Informacibo

Ultima Modifica: 25/03/2016

Roma 25 marzo 2016. La storia del vino potrebbe diventare materia di insegnamento obbligatorio nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo livello.
E' quanto prevede il ddl presentato ieri dal senatore pugliese Dario Stefàno (Sel) componente della Commissione Agricoltura, che ha l'obiettivo di raccontare l'Italia attraverso l'uva e il vino, componenti essenziali della cultura mediterranea.

Sei gli emendamenti del testo che coinvolgono il Miur (ministero dell'istruzione) per quanto riguarda la programmazione dei corsi annuali, la didattica e la formazione dei docenti, quantificando in 12,4 milioni le risorse necessarie per poter istituire un'ora di insegnamento in aula alla settimana dedicata a "Storia e civiltà del vino".

Un progetto che potrebbe partire a livello sperimentale già dal prossimo anno nelle scuole di alcune regioni, a partire dalla Puglia e forse anche in Veneto.
"E' il momento che l'Italia recuperi la sua identità perché il vino fa parte della nostra storia – ha dichiarato il senatore Stefàno (nella foto) – un elemento da vivere non dal punto di vista tecnico o enologico ma innanzitutto di cultura".

L'iniziativa legislativa ha ottenuto il plauso dal mondo del vino che ha partecipato alla presentazione al Senato.
"Il vino è storia e tradizione – ha detto Paolo Castelletti, segretario generale Unione Italiana Vini – e se studiato fin dalle scuole medie può formare i giovani al consumo moderato e portare alla riscoperta del gusto. E il ddl va in questa direzione".

Secondo Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi "l'obiettivo oggi è far capire quello che c'è dietro il vino e non solo berlo", mentre Isabella Marinucci di Federvini ha evidenziato che sostenere il vino significa anche valorizzare i territori di provenienza.

Apprezzamento anche da parte del professore Attilio Scienza, presente al Senato: "era ora che arrivasse questa proposta, dopo che la Francia si è già mossa in questa direzione nel 1991. Si è persa l'abitudine di consumare vino in famiglia, i ragazzi attorno ai 15 anni consumano alcol almeno una volta a settimana, ma fuori casa. E lo fanno con la logica dello sballo. Riportiamo il vino nelle case, nelle scuole, nell'alveo della cultura mediterranea perché il vino non si beve per ubriacarsi, è origine dell'identità e dell'appartenenza. Facciamolo ritornare ad essere una bevanda popolare".
Oltre a raccontare il vino come elemento pregnante della nostra storia, dobbiamo comunicare l'idea che il vino è un elemento fondamentale dei popoli mediterranei – ha aggiunto Attilio Scienza – e che bere non deve essere una gratificazione fisica, ma culturale e quindi occorre scoprire la storia che c'è dietro al vino. Questo abbiamo smesso di trasmetterlo ai giovani, tornare a farlo a scuola è una prima tappa di un processo che deve essere sviluppato".

Al momento la proposta di legge è assegnata alla commissioni Cultura ma "abbiamo chiesto di affrontarlo insieme alla commissione Agricoltura -spiega Luca Sani che ne è Presidente- dove stiamo già esaminando il testo unico sulla coltivazione vinicola".

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Capo Redattore