L'Abruzzo un mosaico policromo di bellezza, colore, cultura, piacere, sogno, biodiversità - InformaCibo

L’Abruzzo un mosaico policromo di bellezza, colore, cultura, piacere, sogno, biodiversità

di Informacibo

Ultima Modifica: 05/05/2016

di Alba Simigliani Foto di Nicola Zinni

Una vacanza in una regione in cui la cultura del territorio è parte integrante dei prodotti e delle specialità culinarie, che ha un grande patrimonio paesaggistico, naturalistico e culturale da preservare vuol dire emozionarsi assaporando bocconi di arte e di storia mescolati al piacere di piatti tipici, vuol dire gustare sorsi di pura natura con i calici di vini autoctoni.

“Curioso paese! Pesante e assieme leggerissimo, nordico e assieme greco”. Potrebbe bastare questa felice sintesi di Alberto Savinio, che in Dico a te Clio racconta del suo viaggio in Abruzzo, per suscitare il desiderio di visitare e soggiornare in questa regione centrale. Al centro d'Italia, al centro fra l'Adriatico e l'Appennino; facilmente raggiungibile da Nord come da Sud.
I viaggiatori inglesi dell'800 ne sottolineano l'aspetto selvaggio e favoloso, ancor prima Boccaccio per dare il senso di lontano, remoto, appartato per storia e conformazione geografica usa l'espressione “Più in là che Abruzzi” e di recente la scrittrice giapponese Yasuko Ishikawa parla di “anima dell'Italia” nel suo libro “Abruzzo Misterioso”.
Stupisce ed incuriosisce questa terra di contrasti dolci, un ossimoro efficace per raccontare l'Abruzzo, perché questo territorio è poetico, difficile da definire se non attraverso figure retoriche che vanno aldilà del prosaico e dell'ovvio!
Al centro del gusto fra i 4 capisaldi della tradizione culinaria: quella pastorale, quella marinara, quella della montagna e della rigogliosa campagna, Natura e Civiltà si susseguono dando varietà al paesaggio e si offrono allo sguardo del visitatore per dare benessere, positiva energia, serenità e benefico ristoro e giornate gourmet, in un'armonica alchimia di sapori e colori.
L'Abruzzo fa bene, dunque, ed è ai primi posti per qualità della vita poiché mantiene salde le identità dei diversi luoghi. L'Abruzzo più autentico e genuino rivive ancora oggi nei riti, nelle rievocazioni storiche, nelle numerose feste e sagre, nelle solide abitudini alimentari della millenaria sua storia. Terra di grande suggestione. Terra di opposti ravvicinati: dalla più arcaiche della cucina povera alla sontuosità della Panarda, l'esagerata tavolata di almeno 50 portate annunciate a suon di cannone!
Questa è la regione dei Trabocchi e degli Eremi, della sacra Majella e dell'imponente Gran Sasso, delle Riserve marine e dei Parchi montani, dei percorsi naturalistici unici e vari, dei Borghi più belli d'Italia, delle greggi transumanti e dei Benedettini, dei Tolos e delle alte Torri, della Terra cruda e del Vino cotto.

Ai Pagliari e alle più remote Case di terra fanno da contrappunto Palazzi nobiliari, severe Chiese, Castelli medievali di grande fascino come quello di Rocca Calascio o di Roccascalegna. Musei, orafi e merlettaie, ceramisti e fabbri popolano il territorio, e fra Romanico e Barocco, fra Tratturi e tratturelli, si snodano anche le Vie della fede che incontrano lungo il cammino feste ancestrali e retaggi pagani. Parchi e boschi affacciati sull'Adriatico offrono una vacanza anche a piedi tra numerosi fiumi, ruscelli, laghi, ripide gole e altopiani improvvisi.
Nicchia ecologica per animali rari, contenitore di biodiversità grazie ai semi portati dal vento e dalle tante genti che l'hanno attraversato, è luogo delle diversità che si attraggono, del verde che sfiora la sabbia. Dove si può sciare con vista mare, di che stupirsi se anche la cucina non è scontata e banale e il mare sposa con disinvoltura la vicina montagna in piatti impareggiabili?
Terra di superbi vini ed eccellente olio, capitale della Pasta con pastifici fra i più apprezzati nel mondo, è regno dei maccheroni alla chitarra e alla mugnaia. Assortita anche nella produzione di formaggi e salumi di razza è terra dello zafferano e del tartufo, di innumerevoli specialità culinarie dal cuore agro-pastorale che catturano la gola con l'irresistibile profumo di mare nel brodetto di pesce, con la corposa bontà delle “Pallotte cac'e ove” o delle Virtù teramane, cibo rituale e solidale! Per non parlare dei dolci tipici: dal minimo confetto e dal più semplice Taralluccio, senza zucchero e uovo, solo olio, vino farina e ripieno di marmellata di Montepulciano, alle impertinenti Sise delle monache, ai Bocconotti, alle Ferratelle fino ad arrivare al più goloso di tutti: la Pizza dolce, la torta di tutte le feste.
Regione che più di altre brilla di Stelle Michelin, l'Abruzzo, con forte radicamento e identità, è in grado di innovarsi ed essere all'avanguardia restando fedele alle sue radici e alle proprie tradizioni, portando con sé il passato si avvicina al futuro senza snaturarsi. L'isolamento del territorio montano ha permesso di conservare nel tempo varietà speciali, dall'olivo intosso al grano di solina e i numerosi presidi Slow food testimoniano che anche sul fronte della biodiversità è particolarmente interessante, e il suolo vanta un prezioso giacimento di prodotti che beneficiano del genius loci. Realtà virtuose da “usare”, da apprezzare per non perderle!
Come raccomanda e sollecita la FAO che, allarmata per l'erosione genetica e la deriva delle tipicità, di recente ha lanciato lo slogan: ” Biodiversità agricola: o la si usa o la si perde”.
Parlare di salvaguardia del territorio, delle tipicità, della diversità nella tradizione culinaria, non sono discorsi di tendenza, alla moda, sono invece dettate dalla minaccia della omologazione.
Promuovere una filiera della biodiversità in cui attorno ad una varietà autoctona si combinino la diffusione di conoscenze, la protezione, la conservazione e la promozione di un turismo colto e consapevole è la sfida che anche in Abruzzo alcuni lungimiranti agricoltori, produttori e ristoratori, hanno accolto. Giovani forze imprenditoriali, attente e consapevoli si preoccupano di riprodurre e di usare le varietà autoctone, di promuovere iniziative di ricerca e di divulgazione, di creare sviluppo nell'equilibrio, credendo nell'innovazione, nel lavoro sinergico, nella comunicazione con impegno e orgoglioso radicamento. L'Abruzzo può guardare avanti con fiducia ed ottimismo se riscopre le sue peculiarità, le sue specialità, se, promuovendo il territorio, afferma anche la propria filosofia del turismo.
 

 

Vino ambasciatore d'Abruzzo nel mondo

 

La DOCG Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo
La Tenuta Cerulli Spinozzi un passato vicino al futuro

Non potendo parlare di tutte le peculiarità dell'Abruzzo, scegliamo di privilegiare in questa sede il vino perché esso rappresenta per l'Italia una delle eccellenze più rappresentative al pari dell'arte, della letteratura, della musica, della storia. Una bottiglia su cinque bevuta nel mondo è italiana. In Abruzzo l'ambiente è ideale per la produzione di vini straordinari. Passione, laboriosità, attenta lavorazione di uve di antichi vitigni autoctoni, oltre che lungimiranza e volontà sono rivolti con decisione verso l'affermazione di più ampi mercati nazionali ed internazionali. Le differenze territoriali danno vita ad una esaltante sfaccettatura enologica anche se il vino simbolo di questa regione resta il Montepulciano d'Abruzzo: antico vitigno coltivato in una grande area che comprende tutte e quattro le Province.
Già il sulmonese Ovidio nell'antico scritto “Metamorfosi” celebra la bellezza e l'importanza dei vigneti da cui proviene storicamente il vitigno del Montepulciano d'Abruzzo il cui vino era apprezzato fin dalla Roma imperiale.
Nella provincia di Teramo, la più settentrionale dell'Abruzzo, compresa fra le altitudini del Gran Sasso e le coste dell'Adriatico, terra intrisa di storia antica, borghi affascinanti, importanti monumenti, culla della cucina regionale e di raffinate tradizioni gastronomiche, le condizioni pedoclimatiche, l'andirivieni di correnti fra i monti e la costa, le elevate variazioni termiche, la ventilazione ideale, il sottosuolo calcareo-argilloso arricchito dalla presenza di numerosi corsi d'acqua, hanno creato le condizioni estremamente favorevoli e reso questo un territorio anticamente vocato alla viticoltura e storicamente dedito alla vinificazione delle proprie uve. Questo luogo celebra vini pregiati e offre uno spettacolo meraviglioso di colline che dolcemente degradano verso il mare con vigne curate che danno un vino indissolubilmente legato al territorio.Qui il Montepulciano, vitigno simbolo della storia vitivinicola dell'Abruzzo, ha ottenuto l'unica DOCG della regione.

Alle Colline Teramane è stata riservato l'ambito riconoscimento grazie all'opera del Consorzio di Tutela, che protegge le biodiversità territoriali e i territori prima che i marchi e i vitigni, e prosegue la sua storia con l'obiettivo di tutelare, prima di tutto, il consumatore attraverso una efficace opera di garanzia e promozione della qualità. Sul suo marchio brilla il sole beneaugurante delle antiche ceramiche di Castelli ! (www.collineteramane.com)
Il Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo Docg, dolce e lungo in bocca, pieno e vigoroso, ma morbido e rotondo allo stesso tempo, sontuoso e masticabile, comunemente definito un pugno di ferro in guanto di velluto, ha una ammirevole storia da raccontare! L'apprendiamo dalle parole del vice-presidente del Consorzio di Tutela Colline Teramane Enrico Cerulli Irelli che ce ne parla nella bella Tenuta Cerulli Spinozzi, di Canzano (Te). Fra natura, cultura, passato e futuro, questa tenuta storica, di impostazione moderna ma in continuità con la tradizione, rappresenta un punto di riferimento per conoscere ed apprezzare i grandi vini abruzzesi. “Il Consorzio di Tutela si è dato un rigido disciplinare per migliorare la qualità del vino delle Colline Teramane – ci dice il vicepresidente – di recente ha fatto una scelta lungimirante e coraggiosa, quella di cambiare nome e con esso anche la filosofia alla base della produzione e della commercializzazione del vino. Lo scorso gennaio l'assemblea dei soci produttori del Consorzio Colline Teramane ha approvato all'unanimità di anteporre l'identificazione territoriale Colline Teramane alla denominazione Montepulciano d'Abruzzo. Una scelta che interesserà il futuro del Consorzio e delle etichette prodotte secondo il disciplinare Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo Docg a partire dalla vendemmia 2016. Inoltre il vino prodotto nel Teramano potrà essere imbottigliato solo nel Teramano”.
La modifica del disciplinare è, dunque, una forma di tutela per il futuro, poiché rafforza il valore materiale del brand territoriale, oltre a prevenire un futuro intervento dell'Europa i cui regolamenti tutelano le zone di origine e non il vitigno. Oltre alla qualità, anche sottolineare e rimarcare l'identità territoriale è fondamentale per essere competitivi sui mercati nazionali ed internazionali. Un modo per rafforzare insieme al vino il concetto che “il vino è il territorio e che il territorio è il suo vino” e che i successi e le eccellenze in campo enologico vanno di pari passo con la cultura del territorio.
Mentre il giovane Enrico illustra la storia del Consorzio e i recenti importanti traguardi, lo sguardo va alle foto d'epoca e alle immagini di illustri antenati che tappezzano le pareti e raccontano che in questo luogo sono state scritte pagine importanti della storia, della cultura, della vita sociale ed economica di questo territorio e non solo. L'estetica, l'arte, la cultura, il garbo, oltre naturalmente al pregiato vino, sono di casa in questa moderna e vitale realtà imprenditoriale!
L' intraprendenza contemporanea, uniti ad impianti di vitigni di qualità, con particolare predilezione verso gli autoctoni, il rispetto della natura, la scelta del biologico “una scelta d'amore e di coscienza” come sottolinea Enrico Cerulli, sono i capisaldi della filosofia della Azienda vitivinicola di famiglia, una realtà all'avanguardia, ma in continuità con la tradizione. Una tradizione a ragione secolare, dal momento che l’azienda agricola Cerulli Spinozzi, così com’è oggi, risale alla prima metà del '900, ma affonda le radici ben più in là nel tempo, quando, alla fine del '700, sono state fuse le due antiche proprietà degli Spinozzi, famiglia di ceppo feudale di Canzano, e dei teramani Cerulli Irelli.

L’attuale Cantina, per tre quarti sotterranea, organizzata su due livelli, e che a vista ha solo l'elegante facciata, è stata realizzata nel 2003 dal padre Prof. Vincenzo Cerulli Irelli insieme allo zio Francesco. Oggi l'azienda Cerulli Spinozzi è gestita da Enrico, ed è impegnata da oltre vent’anni in una produzione informata alla sostenibilità. “Valorizzare una tenuta storica con il reimpianto di vigneti orientati alla produzione di grande pregio e la manutenzione di alcune vigne di oltre trent'anni dalle rese basse ma qualitativamente ottimali è la strada che ho intrapreso” – sottolinea ancora Cerulli. Non solo nella natura, ma anche nella storia delle Colline Tramane affondano le proprie radici i vini Cerulli Spinozzi, etichette che esprimono chiaramente il territorio in cui nascono con selezioni rigorose: il “Torre Migliori” (Colline Teramane Montepulciano d'Abruzzo DOCG, il “Cortalto” (Pecorino IGT Colli Aprutini) e le tre doc di tradizione (il Montepulciano d'Abruzzo, il Trebbiano d'Abruzzo e il Cerasuolo d'Abruzzo).
L' Azienda si impone sulla ampia collina di fronte all'imponente Gran Sasso. Altro grande valore dell'azienda è la posizione panoramica su uno spettacolare paesaggio. Da qui si gode uno spazio infinito di rara bellezza. Basta contemplare, ascoltare madre Natura per comprendere che la qualità è già contenuta in queste colline, nell'uva di questi vigneti accarezzati dal vento, basta solo aiutarla a manifestarsi con sensibilità e dedizione!
Abbiamo gustato questi doni di Dioniso in felice matrimonio con una varietà di formaggi straordinari del Caseificio artigianale La Perla del Vomano e con la specialità del luogo: il Tacchino alla Canzanese, conditi con un'altra convincente espressione di questo peculiare territorio: l'olio evo Dop Pretuziano “Colline Teramane”, premiato nel 2013 e nel 2014 con le “Tre Foglie” del Gambero Rosso nella Guida “Oli d'Italia”. Un altro importante riconoscimento di alta qualità che, assieme ai premi ottenuti dai vini Cerulli Spinozzi, ha fatto annoverare questa storica azienda abruzzese nella Guida “Sua eccellenza 2012” del Gambero Rosso, guida che raccoglie le migliori realtà dell'agroalimentare made in Italy. (www.cerullispinozzi.it)

Straordinarie nicchie di grande valore, da scoprire, conoscere, frequentare, come suggerisce Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia ricordando il carattere cantonale e schivo dell'Abruzzo che: “deve essere veduto, ricercato di valle in valle, in cento piccoli capitali dei monti”!
 

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Capo Redattore