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Mori simbolo della cucina italiana in Francia

di Informacibo

Ultima Modifica: 11/01/2016

Parigi gennaio 2016. Un locale prestigioso e frequentatissimo: solo poche settimane fà ha servito il presidente della Repubblica, François Hollande, mentre ai tempi in cui allenava il Paris Saint Germain un cliente quasi fisso era Carletto Ancelotti, notoriamente una buona forchetta.
 
Una clientela che conferma il grande successo nella Ville Lumière del viadanese Massimo Mori, patron del Mori Venice e, sempre a Parigi, direttore dell’Armani Caffè.
Il Mori Venice è – in piena sintonia con il nome che porta – un vero tempio della cucina veneziana.
 
Il Riso alla Mori, piatto del BuonRicordo, in carta tutto l'anno, è preparato – in onore della mantovanità del titolare – con Vialone Nano mantecato con formaggi pregiati e aceto balsamico di Modena, insaporito via via con primizie di stagione, dagli asparagi verdi ai finferli.
 
Il Mori Venice Bar è nel cuore della città, proprio di fronte al Palazzo della Borsa. Locale di moda molto frequentato da un pubblico elegante e colto, è da anni sinonimo per eccellenza nella capitale francese di cucina italiana. Massimo Mori partendo da una famiglia di artigiani e ristoratori, ha esplorato i sapori e le tradizioni culinarie del mondo e si è infine fermato nella capitale francese, arricchito dal bagaglio di esperienze gastronomiche accumulate.
 
Un primo incontro importante è quello con Giorgio Armani, che affida a Mori, nel 1998, l’apertura dell’Emporio Armani Caffè, una formula poi replicato in tutto il mondo.
 
Il secondo incontro che ha segnato la carriera di Mori è quello col famoso designer Philippe Starck, da cui acquista il ristorante parigino nel 2006, affidandogli l’incarico di vestirlo alla veneziana.
 
Il viadanese a Parigi ha messo a frutto tutte le conoscenze apprese nel corso della sua carriera, rimanendo comunque legato ai valori per lui più importanti: la stagionalità dei prodotti rigorosamente biologici, la tradizione della semplicità e il rispetto per i tempi della natura. «In cucina, massima attenzione al prodotto: meno è maneggiato, meglio è – racconta Mori – Raccoglievo meloni e verdure con mia madre, assistevo alla nascita dei vitelli nella fattoria di mia zia. Faccio la stessa cosa oggi. Il gusto, la qualità, la verità sono i pilastri della mia cucina: mi piace l'idea di terroir chic, con la raffinatezza che affonda le sue radici nel territorio. Odio guardare indietro. Mi piacciono il domani, l'ignoto e le sfide».
 
Ed ora un premio speciale, come simbolo della migliore ristorazione italiana nel mondo, gli è stato consegnato nei mesi scorsi nell’ambito dell’Expo 2015. Il riconoscimento è stato attribuito a Mori in occasione dell’incontro indetto per il settantesimo di fondazione della Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi.
Chi è Massimo Mori
Nato a Viadana in provincia di Mantova il 7 dicembre 1956 da famiglia di artigiani.
Papà calzolaio e mamma Razdura lavorando con solo prodotti stagionali della campagna lombarda e del suoi orti che ha mantenuto fino quando a avuto la forza di farlo.
 
Massimo Mori é crescuito in questo clima, misto di artigianalita, manualita e rispetto della materia prima e ben presto tutto ciò  é diventato la sua firma professionale: Rispetto del territorio, delle stagioni e del cliente.
Dopo le scuole medie Massimo entra nella celebre scuola alberghiera di Bellaggio sul lago di Como, grazie ai suoi risultati scolastici é stato subito assunto al celebre Sporting club di Monza, dove ha potuto incontrare molte celebrita nazionali e internazionali come la famiglia Brambilla, Brugola, Walter Chiari, Ester Williams, Ava Gardner, Gino Bramieri, Enzo Ferrari etc etc
 
Con la sete di multiplicare le esperienze é entrato a l’ Hotel Royal Savoy a Losanna dove é stato al servizio della famiglia réale spagnola. Del Conte di Barcellona e Donna Maria , ma sopratutto il futuro sovrano Juan Carlos e la regina Sofia di Spagna, la famiglia Torlonia, la Duchessa Kent, Contessa Potowska.
All’annuncio della morte imminente di Franco, Massimo decide di non seguire i futuri Sovrani ma di raggiungere Parigi dove l’hotel Rithz gli ha promesso un posto in seno al servizio del Cocktail bar.
Arrivato a Parigi, dopo un breve colloquio con la direzione, decise di ritornare a Lausanna ma due casuali incontri hanno convinto Massimo a restare nella capitale francese.
Il primo con la direzione generale Stock italia per la quale lavorerà fino nel 95 inserendo in Francia le piu grandi case vinicole italiane:  ANTINORI, SASSICAIA, PIO CESERA, ANGELO GAJA ecc.
Ma  sopratutto la moglie Patrizia che sposò il 1 dicembre 1978 ed ebbe due figli, Celine e Matthieu.
 
Non bastando ha creato un laboratorio di fabbricazioni di prodotti ultra freschi per la distribuzione in ristorazione, aprendo la linea Italiana al «Lafayette Gourmet», Dysneiland, Potel & Chabot, Lenotre.
 
Grazie a questi rapporti il celebre creatore Giorgio Armani, grande conoscitore di prodotti italiani di lusso, offrì a Massimo la possibilità di aprire un ristorante  in pieno Saint Germain. Esso fu una rivoluzione perchè secondo gli standard mondiali a nessuno fino ad allora venne in mente di proporre la gastronomia in un spazio dedicato all'Alta moda.
 
Il successo immediato, che continua fino ad oggi, ha permesso a Mori di aprire la prima serie di Armani Caffé nel mondo, ad Atene, New York, Boston, San Paolo, Buenos Aires, Monaco di Baviera, Citta del Messico
Poi altri seguirono come la gestione dei soli ristoranti nella Isola dei Miliardari Moustique (West Indies) La Véranda e il Beach Café  e ultimamente la creazione completa del ristorante La Sibilla in seno all’hotel 5 stelle Cayena a Castellane nel centro di Caracas.
 
Nel 2004 ha incontrato il celebre stilista Philippe Starck dal quale ha aquistato il suo ristorante propettendogli di farne il migliore ristorante italiano di stile veneto lombardo di Francia, nel 2013 riceve dall’Academia italiana della  cucina il Diploma della buona cucina italiana.
Nel 2015 entra a far parte dell’organizzazzione del Piatto del buon ricordo e all’Expo di Milano, riceve dalla FIPE un’importante riconoscimento: Il Simbolo della Migliore Ristorazione Italiana nel Mondo.

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Capo Redattore