Nocciola Day: dal campo alla tavola - InformaCibo

Nocciola Day: dal campo alla tavola

L’11 dicembre si festeggia il Nocciola Day, la giornata dedicata a uno dei prodotti che distingue l’Italia nel mondo

di Collaboratori

Ultima Modifica: 06/12/2022

Lo scorso anno il nocciola day ha compiuto i suoi primi 10 anni. Ed ora la seconda decade inizia con tante novità, tra le quali l’estensione da una giornata a un’intera settimana dal 4 all’11 dicembre per permettere ai tanti operatori del settore di aderire all’evento. 

Sì perché in Italia gli operatori del mondo della nocciola sono tanti. Il mercato coricolo italiano è secondo nel mondo solo alla Turchia con rispettivamente circa 95.000 tonnellate italiane rispetto alle quasi 900 mila turche (dati 2021). Negli ultimi anni, la produzione della nocciola in Italia si è contratta nelle regioni dei grandi volumi come Lazio, Campania e Piemonte, ma sta invece vivendo un’estensione in nuovi distretti come la Lombardia, che è passata da 127 ha a 367 ha in 4 anni (ISTAT 2022). Quello che rende unico il prodotto italiano è l’enorme varietà delle nocciole: almeno 15 tipologie diverse nel nostro piccolo stivale.

Per comprendere meglio il mondo della nocciola italiana, abbiamo incontrato Francesca e Marta Cattaneo dell’azienda agricola Le nocciole di Greta a Bascapé, proprio in Lombardia, nella provincia di Pavia. Abbiamo visitato il loro noccioleto, un ettaro con 400 piante dove si può assaporare la dedizione per questo frutto, a partire dal campo fino alla lavorazione.

La coricoltura: un mondo di altri tempi all’insegna della sostenibilità

noccioleto

I tempi della coltivazione della nocciola sono un guanto di sfida alla velocità del mondo moderno. Il noccioleto di Le nocciole di Greta è stato piantato nel 2014. I 400 semi hanno avuto bisogno di 4 anni di cure per cominciare a produrre le prime nocciole. Il 2022 ha visto una produzione di un totale di 12 quintali, ma la massima resa arriverà solo nel 2026, quindi dopo 12 anni dalla semina.

“Arrivare a 12 quintali è stato un lavoro quotidiano di 8 anni fatto di dedizione e di un network di specialisti” dice Francesca Cattaneo. Prima tra tutti, la figura dell’agronomo, interpellato almeno una volta a stagione per definire le modalità di nutrimento per ciascuna delle 400 piante. C’è poi l’esperto in potatura, che una volta all’anno nella fase di dormienza, pota le piante mantenendo la forma a vaso, scelta nel campo delle Nocciole di Greta. E infine le consulenze per proteggere le piante dal loro acerrimo nemico: la cimice. 

Oltre al network di specialisti, vi è anche l’impronta di Francesca e Marta che svolgono ogni attività all’insegna della sostenibilità: ad esempio il nutrimento delle piante è un esempio di economia circolare nel campo in quanto si recuperano le foglie cadute e i gusci della raccolta dell’anno precedente. 

I sapori del campo

marta e francesca Cattaneo le nocciole di Greta
Marta e Francesca Cattaneo

E dopo il lavoro del campo, comincia l’attività artigianale di produzione. Le nocciole raccolte vengono conservate in sacchetti di juta fino al momento dell’operazione di sgusciatura, fatta con l’ausilio di una macchina artigianale, la sbucciatrice. 

Le sorelle Cattaneo gestiscono poi un laboratorio dove, con il supporto di un Maître Chocolatier, producono e confezionano alcuni dei prodotti destinati alla vendita. Abbiamo assistito alla produzione delle nocciole ricoperte di cioccolato bianco e polvere di lampone e siamo stati guidati nella degustazione della cioccolata alla nocciola appena fatta. Ma soprattutto abbiamo degustato la nocciola, in purezza, la Tonda Gentile Trilobata (IGP Piemonte) raccolta da due settimane: croccantezza scricchiolata, dolcezza, burro, una piccola nota di amaro. 

La nocciola artigianale è una nocciola completamente diversa da quella industriale. Le nocciole industriali sono tendenzialmente frutti di almeno un anno e che per questo manifestano sapori o caratteristiche in maniera depotenziata rispetto al prodotto artigianale. I sapori del campo sono altri sapori. 

Un’attività di famiglia, legata al territorio

Per Francesca e Marta lavorare al noccioleto non è solo un lavoro. Tra il noccioleto e il laboratorio, si respira la capacità di costruire un’attività di famiglia, la volontà di investire sul territorio e la comunità del luogo, la capacità di creare un network fra donne, la voglia di portare sulle tavole un prodotto buono e genuino che Francesca e Marta comunicano anche alle famiglie attraverso giornate di porte aperte o attività di educazione con le scuole.

E infine c’è Greta, che regna sul noccioleto. Greta è la bimba di Francesca che dall’alto guarda la famiglia all’opera e aiuta a mettere dentro ogni nocciola una piccola poesia che arriva a chiunque degusti le Nocciole a Bascapé.

 

di Ilaria Vitale

 

 

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