Dolci pasquali tipici italiani, oltre uovo e colomba

Dolci pasquali tipici italiani, oltre uovo e colomba

Scopri i dolci pasquali tipici in Italia, le usanze a tavola e le ricette più golose

di Informacibo

Ultima Modifica: 27/03/2024

Resta, gubana, corona trentina, ciaramicola, cuzzupa e la notissima pastiera napoletana: in fatto di dolci pasquali tipici, gli italiani non si risparmiano!

Accanto alle immancabili colombe e alle uova di cioccolata, in tutta la penisola non si rinuncia ad accendere forni e fornelli per preparare infinite e prelibate specialità regionali. E allora da Nord a Sud, partiamo per un viaggio tra ricette popolarissime e delizie di nicchia per le feste di Pasqua.

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Dolci pasquali tipici italiani

La corona dolce trentina

Soffice e gustosa, la corona dolce trentina è il dolce pasquale per eccellenza del Trentino-Alto Adige. Facile e semplice da realizzare, per questa ricetta bastano pochi ingredienti: farina, latte, lievito di birra, burro, tuorli, zucchero e limone.

Generalmente ha l’aspetto di una corona intrecciata (ma si trovano anche delle varianti) e viene decorata con uova sode colorate. Grazie alla sua forma circolare e alla vivacità della copertura, la corona dolce trentina è perfetta anche come centrotavola per pranzi e cene pasquali.

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In Friuli è il momento della ricca gubana

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Ricetta antichissima – le prime testimonianze risalgono al 1409 – la gubana è un dolce pasquale immancabile sulle tavole dei friuliani.

Originaria di Udine, questa ciambella a base di pasta lievitata e cotta al forno è ripiena di burro, zucchero, uova e un tripudio di ingredienti golosi: noci, uvetta, pinoli, mandorle, scorze di cedro e arancia canditi, cioccolato e grappa.

Per via della preparazione piuttosto lunga e laboriosa – sono necessarie diverse ore di lievitazione e gli ingredienti sono aggiunti in un arco temporale di ben due giorni -, la gubana è ancora più buona se consumata il giorno dopo la cottura in forno.

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A Como la resta è la torta pasquale

Tipica della città di Como, la resta rappresenta la torta pasquale per eccellenza.

Sostanziosa pagnotta iper-lievitata, la resta viene cucinata in occasione della domenica delle Palme e al suo interno custodisce un bastoncino di ulivo. Preparato con farina, uova, burro e zucchero, questo dolce pasquale è farcito con uva sultanina, cedro e scorze d’arancia.

Come nel caso della gubana, si tratta di una preparazione piuttosto articolata: il primo impasto, la base, è lasciato a lievitare per almeno 12 ore; successivamente, vi si aggiungono burro, uvetta e frutta candita. Dopo circa sei ore, il dolce viene arrotolato su una canna e infornato a 180 °C circa per un’ora, dopo altre quattro ore di lievitazione.

Troppo difficile? Rispetto alla ricetta del panettone, è una passeggiata!

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A Perugia è tempo di ciaramicola

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Tra i dolci pasquali tipici della provincia di Perugia, la più caratteristica è la ciaramicola, una torta a forma di ciambella, con la pasta al centro a mo’ di croce.

Pochi e semplici gli ingredienti che la compongono: zucchero, farina, uova, latte e alchermes, che conferisce alla ciaramicola il tipico colore rosso brillante. A impreziosire il tutto vi è poi una dolce copertura fatta di croccante meringa e confettini colorati.

In origine la ciaramicola, il cui nome deriva da “ciaramella” per via della forma circolare del dolce, era preparata dalle promesse spose ai fidanzati e regalata in occasione della Pasqua. I colori della ciaramicola sono quelli tipici dello stemma araldico del capoluogo umbro e i confettini hanno un valore augurale.

Nel viterbese si fa colazione con la pizza dolce

È dolce, ha la forma di un panettone e nel viterbese è una tappa obbligata della Pasqua: è la pizza dolce, un vero must della colazione pasquale. Si mangia da sola inzuppata nella cioccolata calda o nel latte, ma a Roma viene accompagnata anche con salame o uova sode.

La crosta esterna si presenta dura e lucente grazie alla cottura nel forno a legna e l’aspetto interno è tanto più giallo quante sono le uova impiegate. L’impasto base è realizzato con farina, uova, zucchero, latte, burro e lievito, a cui vengono aggiunti scorze di agrumi, cioccolato, uvetta sultanina, rhum e alchermes.

Molto comune nel viterbese, la pizza dolce di Pasqua si trova anche nelle vicine province dell’Umbria e Marche. 

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A Napoli regina indiscussa è la pastiera

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Tra i dolci pasquali più famosi al mondo, una protagonista assoluta è la pastiera napoletana. Nota fin dal 1600, questa torta viene comunemente servita alla fine del pranzo pasquale in tutta la Campania, dopo un pranzo che inizia con il classico casatiello napoletano.

Dorata e croccante esternamente, morbida e profumata all’interno, la pastiera è una torta di pasta frolla con un ripieno ricco e sostanzioso a base di ricotta fresca, zucchero, uova, frutta candita e grano bollito nel latte. La tradizione napoletana prevede l’utilizzo di acqua millefiori, vaniglia, canditi e scorza d’arancia, ma esistono anche varianti alla crema pasticcera e cioccolato bianco.

In origine, la pastiera era preparata nel periodo compreso tra Epifania e Pasqua: questo intervallo di tempo, secondo la tradizione locale, era considerato il migliore sia per la ricotta, sia per il grano. Oggi che il grano si trova in commercio conservato e venduto già cotto nei vasetti, questo dolce è proposta durante tutto l’anno.

In Calabria le cuzzupe nascondono messaggi cifrati

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Dolce tipico della Calabria, anche se a seconda dei luoghi varia il nome (angute, sgute, cudduraci…), la cuzzupa è irrinunciabile nelle festività pasquali.

Di derivazione contadina, le cuzzupe sono solitamente preparate in anticipo e si conservano per il giorno di Pasqua. La forma più classica è quella della ciambella, ma sono molto diffuse le varianti più fantasiose: bambole, cuori, uccellino, farfalle o cuculi, dei filoncini alla cui estremità è messo un uovo.

Farina, strutto, lievito di birra, limone, uova e anice gli ingredienti usati per questo dolce che ha origini orientali e simboleggia la fine del digiuno quaresimale. Nella tradizione calabrese il numero delle uova impiegate per la cuzzupa ha un significato ben preciso: se la suocera usa sette uova nel dolce regalato al genero vuol dire che è in arrivo il matrimonio, se invece ne usa nove è rinnovata la promessa di fidanzamento. Semplici e colorate, le cuzzupe vengono decorate con confettini e codette.

In Sicilia l’agnello si fa dolce

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Oltre ai classici cannoli, alla cassata e alla popolare cuddhura (dolce pasquale di forma circolare e decorato con un numero variabile di uova), in Sicilia, a Pasqua, un posto d’eccezione spetta all’agnello di pasta reale.

Nato con molta probabilità agli inizi del ‘900, questo dolce, in origine preparato dalle suore del convento di Favara, è un alimento piuttosto corposo e saporito. L’interno è costituito da pasta reale – ricavata dalla lavorazione di mandorle tritate, acqua e zucchero – e da un ripieno di pasta di pistacchio, realizzato invece con acqua, zucchero e pistacchi tritati. A completare l’agnello di pasta reale c’è una decorazione con zucchero fondente. In alcune pasticcerie è disponibile anche la versione con farcitura alla marmellata di cedro.

I sardi preparano le pardulas a sei punte

I dolci pasquali tipici in tutta la Sardegna sono le pardulas, piccole tortine dalla forma a stella di sei punte che a seconda della città cambiano nome e si arricchiscono di nuovi ingredienti.

Cotti tradizionalmente nel forno a legna, questi dolci pasquali vengono farciti con un delizioso ripieno a base di formaggio fresco, ricotta, uvetta, scorza di limone grattugiata e profumati di norma con vaniglia o zafferano. Il tutto è poi cosparso di miele e confettini colorati. In alcune zone della Sardegna le pardulas si possono trovare anche in una versione all’aroma di arancia o di limone, o più raramente in una variante con l’uvetta.

Sardegna a tavola: i dolci tipici di tradizione

credits: Alessandra Cioccarelli

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