World Food Day. Ban Ki-moon riceve la Carta di Milano dal ministro Martina e dal presidente Mattarella - InformaCibo

World Food Day. Ban Ki-moon riceve la Carta di Milano dal ministro Martina e dal presidente Mattarella

di Informacibo

Ultima Modifica: 17/10/2015

Milano Expo 2015. Venerdì 16 ottobre a Expo Milano 2015 si è svolto il World Food Day, la Giornata Mondiale dell’Alimentazione "Protezione sociale e Agricoltura: rompere il circolo di povertà rurale”. Presenti alla cerimonia di apertura il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, José Graziano da Silva (Direttore Generale della FAO), Monsignor Fernando Chica Arellano (Osservatore permanente della Santa Sede presso la FAO), che ha letto un messaggio inviato da Papa Francesco, Paolo Gentiloni (Ministro italiano degli Affari Esteri), Maurizio Martina (Ministro italiano delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali), Kanayo F. Nwanze (Presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo – IFAD), Ertharin Cousin (Direttrice Esecutiva del Programma Alimentare Mondiale – PAM) e Giuliano Pisapia (Sindaco di Milano). C'erano inoltre la Regina Letizia di Spagna, il Presidente della Slovenia Borut Pahor e il Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015 Giuseppe Sala.
  
Giornata mondiale dell'alimentazione – Nutrire il pianeta, sfida epocale
Il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha consegnato la Carta di Milano nelle mani del segretario dell'Onu, Ban Ki-moon alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E' stato il momento-simbolo dell'Esposizione Universale di Milano.
 “Con la forza che questa esperienza universale ci ha dato –ha detto il ministro Martina-  ci batteremo ogni giorno perché la generazione di Expo diventi davvero la generazione Fame zero.
Si tratta "del frutto di un lavoro collettivo" di governi, imprese, associazioni.
(QUI il discorso del ministro Maurizio Martina)
 
"Il diritto al cibo e all'acqua possono essere raggiunti in tutti i continenti", l'importante è che "la cooperazione prevalga sul conflitto e il dialogo sul fanatismo".  Così  il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
 Il documento, ha aggiunto Mattarella, è "il frutto di un lavoro comune che dovrà continuare nel tempo" in un mondo dove "talvolta le regole della finanza prevalgono su quelle dell'economia". "Nutrire il pianeta – ha aggiunto – è una sfida epocale che abbiamo davanti ed è inseparabile dalla parola pace".
Ban Ki-moon, arrivato a Milano dopo la giornata trascorsa a Roma e a Torino, ha sottolineato l'intenzione di "rafforzare l'impegno contro la fame nel mondo intero", una "sfida" portata avanti insieme alla Fao e al suo presidente, Graziano Da Silva, presente alla cerimonia.
Ban Ki-moon ha chiesto l'impegno delle comunità locali e si è scagliato contro gli sprechi: "Le nostre risorse alimentari – ha sottolineato – hanno grande valore e noi le sprechiamo, c'è da vergognarsi". E l'Italia, ha ricordato, con Roma "e' l'hub, il centro mondiale per la lotta alla fame, con la presenza della Fao, dell'Ifad e del Programma alimentare mondiale".

Obiettivo fame zero – Se l'obiettivo comune è la 'fame zero' nel 2030, "solo un'azione corale può debellare la malnutrizione e la povertà" ha detto Mattarella. Combattere la fame significa anche più equilibrio nelle migrazioni, tema cui il capo dello Stato non ha mancato di accennare. "Sulle coste italiane negli ultimi mesi ci sono stati 300 mila migranti, lei stesso ha potuto constatare il nostro impegno – ha detto rivolgendosi a Ban Ki-moon – La portata di questi flussi ha scosso le coscienze europee. Di certo si è posta la drammatica esigenza di migliorare le condizioni di vita nei Paesi di origine".
"Parlare di agricoltura sostenibile e di lotta alla miseria significa parlare del fenomeno migratorio. Siamo al bivio tra una chiusura egoista e la capacità di gestire in modo equilibrato il fenomeno", gli ha fatto eco il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni.
"Spero che questa esposizione universale di Milano, in cui le Nazioni unite sono state protagoniste come mai prima, sia per tutti il segno che una strada nuova può essere condivisa", l'auspicio di Mattarella, perché "scelte unilaterali non portano al progresso e alla pace".

 

 
Da Caritas a Slow Food «Solo buone intenzioni: non ci accontentiamo»  
C’è chi dice no. Proprio nel giorno dei sorrisi e della soddisfazione per il «risultato raggiunto». Per carità: sono pur sempre «buone intenzioni su cui è facile essere d’accordo», dicono.

Resta il fatto che la famosa Carta di Milano consegnata al segretario delle Nazioni unite Ban Ki-moon, appunto il «risultato» di un lavoro che dovrebbe essere «l’eredità di Expo» al mondo, per qualcuno a cominciare dal Papa è troppo poco: «Non possiamo accontentarci di un richiamo generale al bene comune», scrive Francesco. E per altri che pure ci avevano lavorato è, addirittura, talmente poco da non volerla neanche firmare: come la Caritas, che l’altrieri pareva essersi limitata a criticarla; e come Slow Food, secondo cui la Carta «non tocca i nodi fondamentali»; e come Oxfam Italia, braccio nazionale di un network di Ong che attraversa diciassette Paesi: Carta troppo «lacunosa», scrivono.
Naturalmente nessuno nega la bontà del proposito. Men che mai il pontefice il quale all’Expo aveva già mandato due videomessaggi, uno tre mesi prima dell’inaugurazione e l’altro il giorno stesso dell’apertura.
Ieri ha messo le sue parole in due cartelle lette dal suo inviato monsignor Ferdinando Chica: «È possibile una società in cui le risorse sono in mano a pochi e i meno fortunati sono costretti alle briciole? La risposta non può essere nelle buone intenzioni, ma va cercata nella pace sociale». Parla di «ricerca affannosa del profitto», di «politiche ingiuste». E «c’è ancora molto da cambiare», chiude.

Su una linea simile Gaetano Pascale di Slow Food Italia: «Abbiamo partecipato ai lavori per la stesura della Carta ma abbiamo deciso di non firmarla perché non tocca nodi quali la proprietà dei semi, l’acqua come bene comune, i cambiamenti climatici. Certo è un primo passo. Tra i firmatari ci sono anche alcune multinazionali e capisco che il governo italiano non abbia potuto osare di più. Ma non basta». E Federica Corsi di Oxfam: «La Carta è un buon punto di partenza ma lacunosa su temi quali la speculazione finanziaria, il landgrabbing , il consumo di suolo». Finale con un ulteriore flashmob. Stavolta di cucchiai sbattuti sul selciato, tra la folla dell’Expo in coda ovunque anche ieri per mangiare. A nome di tutti quelli che da qualche altra parte, anche ieri, il pranzo invece l’han saltato. (Corriere Milano)

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Capo Redattore