
L’enoturismo in Italia: oltre 2,5 miliardi di € il giro d’affari
Il 27 febbraio i dati dell’osservatorio Città del Vino saranno presentati al ministro Mipaaft, Gian Marco Centinaio
di Silvia Armati
Ultima Modifica: 12/02/2019
Presentata ieri, durante l’ultima giornata della BIT, Borsa Internazionale del Turismo, a Milano, l’anteprima del XV Rapporto sul Turismo del Vino in Italia.
Il 27 febbraio i dati dell’osservatorio Città del Vino/Università di Salerno saranno presentati al ministro delle Politiche Agricole e del Turismo, Gian Marco Centinaio.
XV Rapporto sul Turismo del Vino in Italia
Oltre alla figura specialistica dell’enoturista appassionato (circa 150 euro la spesa giornaliera) spuntano i nuovi escursionisti del vino: viaggiano in giornata e spendono mediamente 85 euro. Dopo l’accordo con le Città dell’Olio, secondo il rapporto, si apre una finestra anche sul turismo tra uliveti e frantoi.
Ed ecco alcuni dati fatti precedere dal commento del presidente, Floriano Zambon.
Il commento di Floriano Zambon, presidente di Città del Vino: “Il nostro Osservatorio si conferma dopo vent’anni d’attività come il più autorevole strumento d’analisi del settore e per questo lo presenteremo anche al ministro Centinaio, in un incontro con le Città del Vino il prossimo 27 febbraio a Roma”
Le stime consolidate del quindicesimo rapporto
Secondo il XV Rapporto le stime consolidate sui 14 milioni di accessi enoturistici annuali e gli oltre 2,5 miliardi di euro di fatturato annuali (per l’intera filiera del turismo del vino) sono valutazioni prudenti. In secondo luogo, dai Comuni emergono segnali di disagio a livello “infrastrutturale”: valutazioni insufficienti riguardano sia la qualità dei collegamenti (anche e soprattutto strade) sia la funzionalità degli organismi territoriali come Strade dei Vini e/o dei Sapori.
Rafforzare l’Osservatorio del Turismo del Vino tramite la collaborazione con il Mippaft
Inoltre, tra i servizi su cui bisognerebbe maggiormente investire emerge la criticità della comunicazione (alcuni si spingono alla vera e propria “pubblicità”). Tuttavia, l’aggregazione territoriale sembra ancora poco perseguita, se non in pochissimi casi eccellenti. In tal senso, si è sempre più convinti del ruolo strategico che può svolgere l’Associazione Nazionale Città del Vino sui territori, a partire dal rafforzamento dell’Osservatorio del Turismo del Vino tramite la collaborazione con enti istituzionali (in primo luogo, il Mipaaft) e con enti associativi (costituiti da operatori pubblici e/o privati).
Il fascino del binomio vino/territorio
Risultati incoraggianti sono emersi dai due sondaggi, in particolare da quello rivolto alle aziende, che segnalano, con tutti i limiti di un sondaggio esplorativo, di erogare un’offerta ormai consolidata di servizi essenziali e accessori per l’enoturismo. Rimangono tuttavia da sanare alcuni ritardi per l’accessibilità di persone disabili a vigneti, cantine e degustazioni. Quest’impegno sui servizi, accompagnato al fascino del binomio vino/territorio è adeguatamente compensato dagli enoturisti, i quali, dal sondaggio esplorativo, spendono in media circa 85 euro se escursionisti senza pernottamento e circa 150 euro al giorno se turisti con pernottamento. Il turismo del vino in Italia, pertanto, cresce di anno in anno nei numeri e nei servizi, in particolare in Toscana, come emerge da entrambi i sondaggi esplorativi. Quasi il 50% delle aziende che hanno risposto al sondaggio è toscana e quasi il 50% degli enoturisti la ritengono la regione italiana più attrattiva.
Riflettori puntati anche sul turismo dell’olio
Il focus sul turismo dell’olio ha registrato evidenze di notevole interesse, a testimonianza della validità dell’intuizione della partnership strategica tra l’Associazione Nazionale Città del Vino e l’Associazione Nazionale Città dell’Olio.
Comuni, cantine ed enoturisti sono molto interessati soprattutto in una prospettiva di collaborazione tra i due comparti per la valorizzazione del territorio, la promozione dell’offerta e la commercializzazione del prodotto. Nello specifico, la collaborazione strategica tra le due Associazioni Nazionali è ritenuta dagli enoturisti importantissima (quasi un plebiscito). Gli ulteriori sviluppi istituzionali della partnership sembrano trovare terreno molto fertile.
Nel 2018 l’Italia ha recuperato gli elevati livelli quantitativi di produzione vitivinicola per i quali si era registrata una notevole sofferenza nel 2017, a causa di difficoltà climatiche, gelate e siccità. La vendemmia italiana 2018 è stimata da tutte le principali fonti di settore, a cominciare dall’OIV, intorno ai 50 milioni di ettolitri, forse oltre. Nei prossimi giorni pubblicheremo ampi stralci e i grafici del rapporto.

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