Una alleanza per valorizzare il riso italiano di qualità
Firmato un Protocollo d’intesa tra l’Ente Nazionale Risi e l’Associazione Ambasciatori del Gusto
di Silvia Armati
Ultima Modifica: 01/06/2019
Carissimi amici, da appassionata produttrice di riso, mi riprometto di illustrare una iniziativa volta a puntare i riflettori sul Riso Italiano di qualità, un prodotto fondamentale per il nostro patrimonio agricolo: una materia prima plasmata nel corso dei secoli sia dal paziente lavoro dell’uomo, che ha sostituito alle terre incolte un sistema di rogge e canali, sia da una tradizione culinaria nata nei focolai familiari e valorizzata da chef diventati famosi in tutto il mondo…………”, queste le prime righe di una lettera inviata via mail ai giornalisti da Cristina Guidobono Cavalchini, fondatrice del marchio Riso Buono, per invitarli, nella sede di Identità Golose di via Romagnosi, 3 a Milano, a partecipare alla tavola rotonda “Il riso italiano di qualità. Identità e futuro“, coordinata da Paolo Marchi. Un invito che abbiamo accettato volentieri, e che da un importante momento di riflessione e dibattito si è trasformata nella Giornata del rilancio del riso italiano nel mondo.
Alla tavola rotonda, nata da un’idea di Cristina Guidobono Cavalchini e dello stesso Paolo Marchi, hanno aderito i maggiori produttori risicoli: Acquerello, Azienda Agricola Falasco, Azienda Agricola Giovanni Testa, Gli Aironi, Principato di Leucedio, Riserva San Massimo, Riso Scotti e Tenuta Margherita.
Al termine dell’incontro, che è stato moderato da Francesca Romana Barberini, è stato firmato un Protocollo d’intesa per la valorizzazione e promozione del riso italiano di qualità tra l’Ente Nazionale Risi e l’Associazione Ambasciatori del Gusto.
Cristina Guidobono Cavalchini di Riso Buono
Indice
Il commento di Cristina Guidobono Cavalchini
“Aver affermato, in comunione con tutti i protagonisti della tavola rotonda di Milano, che l’Identità di Riso è una componente fondamentale del futuro del Made in Italy, mi ha riempito d’orgoglio e di entusiasmo, insieme siamo più forti, pensando e lavorando insieme il Riso Italiano deterrà sempre il primato della qualità”.
Paolo Carrà e Cristina Bowerman mentre firmano il Protocollo d’intesa
Le dichiarazioni di Cristina Bowerman e Paolo Carrà
“La collaborazione– spiega Cristina Bowerman, presidente degli Ambasciatori del Gusto –nasce dalla consapevolezza della funzione che i professionisti del nostro settore rivestono in tema di valorizzazione in campo enogastronomico. Abbiamo acquisito un ruolo importante e delicato che ci sollecita e impegna a sostenere il made in Italy, siamo convinti che tali iniziative possano essere molto più efficaci se condotti attraverso progetti stimolanti e forme di collaborazione con tutti gli attori del comparto”.
«Parlare di riso oggi significa discutere di un comparto che con la sua produzione rappresenta il 52% della produzione europea. Il mercato del riso è un sistema di mercato globale, che vive di import-export ed è cambiato nel tempo insieme agli aumentati consumi di cucina etnica», ha spiegato il presidente dell’Ente Nazionale Risi Paolo Carrà, che con ironia si è autodefinito «l’amministratore del condominio dei risicoltori italiani».
Cristina Guidobono Cavalchini, Paolo Marchi e Francesca Romana Barberini
Il primo articolo del Protocollo
Atteso che gli obiettivi degli Ambasciatori del Gusto (ADG) convergono con quelli di Ente Risi, si ritiene di reciproco interesse attivare una collaborazione per azioni di divulgazione attraverso la sottoscrizione del presente Protocollo d’Intesa, utilizzando le conoscenze, le competenze e le informazioni in possesso di entrambi per:
promuovere la conoscenza del riso italiano, materia prima pregiata ed eccellenza italiana del patrimonio agroalimentare;
approfondire i temi relativi alla trasformazione del prodotto, agli strumenti tecnologicamente innovativi e alla preparazione delle ricette che contraddistinguono l’Italia;
valorizzare la produzione del prodotto, proponendolo costantemente nelle ricette che contraddistinguono l’Italia.
L’Italia è il primo produttore di riso nell’Unione europea – I numeri del riso in Italia
L’Italia è il primo produttore di riso nell’Unione europea e copre circa il 52% della produzione europea, seguita da Spagna (26,5%), Grecia (8%), Portogallo (6%), Francia (3%), Romania (2%), Bulgaria (2%) e Ungheria (0,5%).
La produzione di riso si concentra soprattutto in Piemonte (51%) e Lombardia (43%), seguono Emilia- Romagna (3%), Veneto (1,5%) e Sardegna (1,5%).
Gli agricoltori che coltivano riso (risicoltori) sono circa 3.850 con un ettarato medio di 56 ettari.
Le riserie sono poco più di 90 e risultano circa 65 aziende agricole, denominate pilerie, che sono dotate di impianti di lavorazione per trasformare il risone raccolto, proprio o altrui, in riso lavorato.
I risicoltori hanno coltivato quasi 160 varietà diverse di riso nel 2018 e le 10 varietà più coltivate rappresentano circa il 60% dell’intera superficie nazionale investita a riso.
A seguito della lavorazione effettuata dalle riserie e dalle pilerie sul riso raccolto, si ottengono circa 900 mila tonnellate di riso lavorato a cui si aggiungono altre 100 mila tonnellate di riso di importazione, quasi tutto utilizzato come riso da contorno, che in buona parte viene lavorato ulteriormente e confezionato per essere venduto sia in Italia sia all’estero. Quindi, l’industria di trasformazione italiana commercializza circa 1 milione di tonnellate di riso lavorato per i diversi utilizzi che sono:
risi da risotto (23% del totale)
riso per prodotti della prima colazione e riso per minestre (29% del totale)
riso da contorno (29% del totale)
riso parboiled (18% del totale)
La ripartizione dei mercati serviti è la seguente:
50% mercato UE così suddiviso:
40% riso per prodotti della prima colazione e riso per minestre
40% riso da contorno
20% riso da risotto e riso parboiled
38% mercato italiano così suddiviso:
58% riso da risotto e riso parboiled
23% riso da contorno
19% riso per prodotti della prima colazione e riso per minestre
12% mercati extra UE concentrato sul riso da risotto (80%) Quindi, il 62% del riso trasformato in Italia è destinato all’estero.
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