Accordo Ue-Cina per tutelare 100 Dop e Igp - InformaCibo

Accordo Ue-Cina per tutelare 100 Dop e Igp

L'accordo prevede una reciproca tutela per 100 Dop/Igp europee in Cina e per altrettante Igp cinesi in Europa

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 08/11/2019

Dal Prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano, dal Barolo al Chianti, dall’ Aceto Balsamico di Modena alla Mozzarella di Bufala Campana, e non solo: sono solo alcune delle 100 Dop e Igp europee che saranno tutelate in Cina, quando entrerà in vigore l’accordo firmato dal Commissario Europeo (uscente) all’Agricoltura Phil Hogan e dal Ministro del Commercio cinese Zhong Shan.

Tra i 100 prodotti cinesi che entreranno nel registro Ue della qualità ci sono il riso Panjin, diverse varietà pregiate di e le bacche di goji Chaidamu.

L’accordo prevede l’estensione della lista per proteggere altri 175 prodotti dopo quattro anni dall’entrata in vigore dell’accordo.

Con 26 denominazioni l’Italia è il paese più rappresentato nella lista insieme alla Francia

Si attendono i dettagli sulle eccezioni che potrebbero essere state adottate in seguito all’opposizione alla registrazione, sollevate soprattutto da operatori di mercato di paesi terzi contro una ventina europei e una decina di cinesi nell’elenco.

Un lavoro iniziato nel 2017

Il negoziato per l’accordo di mutuo riconoscimento di cento Dop e Igp è iniziato nel 2017, e si lega a un altro programma simile che nel 2012 aveva posto le condizioni per lo ‘scambio’ di dieci prodotti. La Cina è il secondo mercato per l’agroalimentare Ue con esportazioni dal valore di 12,8 miliardi. L’accordo ora entra nella fase di scrutinio legale e verrà esaminato da Consiglio Ue ed Europarlamento.

La Commissione prevede l’adozione entro la fine del 2020.

Gli agricoltori della Coldiretti non ci stanno

Chi non festeggia l’accordo fra Unione europea e Cina è la Coldiretti. L’associazione degli agricoltori denuncia che «l’intesa protegge appena il 3% dei prodotti italiani a indicazione di origine. Nella lista sono compresi i prodotti tipici più esportati all’estero ma con troppe e importanti esclusioni».

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