Assemblea generale del Consorzio Grana Padano: produzione record
Primo trimestre 2018: consumi retail nazionali ed esteri con 180mila forme (+16%)
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 27/04/2018
“Nel 2017 Grana Padano ha fatto registrare un nuovo record produttivo di 4.942.054 forme, vale a dire il 2,4% in più rispetto all’anno precedente. Risultati che ci gratificano, confermando Grana Padano il prodotto DOP più consumato al mondo. E se ci lasciamo alle spalle un ottimo 2017, ancora più lusinghieri sono i dati del primo trimestre 2018, che è andato ben oltre le aspettative con un incremento nei consumi retail nazionali ed esteri di circa 180mila forme, il 16% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un successo, questo, che ha agito da stimolo sulle quotazioni all’ingrosso favorendone la ripresa”.
Lo ha affermato Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio Tutela Grana Padano, durante l’Assemblea Generale dei produttori di Grana Padano svoltasi oggi, 27 aprile, presso il centro congressi di Verona Fiere (Verona).
Un trend positivo che trova importanti riscontri anche nell’export con una crescita, rispetto al 2016, del 2,1% pari a 1.799.227 forme vendute in ogni parte del mondo. Il mercato più importante, in termini di consumi, si conferma la Germania con 455.878 forme esportate, seguito dalla Francia (207.276 forme) e, oltre oceano, dal Nord America con 194.333 tra Stati Uniti (145.177) e Canada.
“Nonostante i numeri positivi, dobbiamo fare i conti con una situazione che nel mercato italiano dei formaggi duri vede marchi di fantasia cercare di affermarsi approfittando di lacune normative e accordi commerciali aggressivi – puntualizza Stefano Berni, direttore Consorzio Tutela Grana Padano. Per contrastare questo fenomeno abbiamo approvato alcune modifiche statutarie che renderanno più difficile l’affermarsi di prodotti di imitazione e che rappresenteranno un elemento determinante di garanzia, serietà e trasparenza rispetto all’operato del CdA per valorizzare meglio il Grana Padano sul similare. Il secondo, è il Piano Produttivo cardine dell’organizzazione consortile dal 2006 ad oggi, che ci ha permesso di difendere il valore del prodotto e l’aumento delle quantità. In questa direzione dobbiamo continuare e ne riproporremo pertanto l’approvazione entro l’autunno per il prossimo triennio 2019-2021”.
“L’innovazione è un altro dei punti essenziali su cui stiamo investendo risorse ed energie per offrire un prodotto sempre migliore e per differenziarci rispetto ai similari patendo dalla qualità – prosegue Baldrighi. Grazie alla ricerca continua stiamo arrivando alla possibilità di usare il caglio vegetale, di abbandonare il lisozima, di identificare il Grana Padano come un prodotto Dop sempre più sostenibile sia dal punto di vista ambientale che per quanto riguarda il benessere animale. Sulla sostenibilità – conclude il presidente Baldrighi – serve un cambio di mentalità che potrebbe rivelarsi un discrimine tra chi, adeguandosi, potrà continuare a produrre latte per Grana Padano e chi, invece, dovrà uscire dalla filiera”.
Il presidente Baldrighi, al centro, mentre illustra la relazione
I dati delle principali province produttive in sintesi:
La produzione nel 2017 si è divisa per il 37,6% a favore delle industrie e per il 62,4% delle cooperative con i seguente dettaglio delle principali province produttive: Mantova con 28 caseifici ha prodotto il 29,77% del totale annuo; Brescia con 28 caseifici il 22,52%; Cremona con 9 caseifici il 17,21%; Piacenza con 20 caseifici il 11,43%; Il Veneto con 24 caseifici (tenendo conto anche del latte veneto lavorato fuori regione) il 14,91%.
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