Bergamo è Città Creativa UNESCO per la gastronomia
L’Unesco ha riconosciuto la sapienza dell’arte casearia del territorio orobico, con 30 produzioni storiche, 9 Dop e tre presidi Slow Food
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 31/10/2019
Bergamo è Città Creativa UNESCO per la gastronomia: il board del Patrimonio Mondiale ha diramato ieri l’elenco delle 66 città che entrano nella lista delle Città Creative del pianeta, riconosciute come “laboratori di idee”, capaci di costruire “un contributo tangibile al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile attraverso pensieri e azioni innovativi”.
Bergamo entra così nella rete delle Città Creative del mondo grazie al valore della produzione casearia del suo territorio montano, con i suoi 30 formaggi tradizionali, di cui 9 Dop e 3 presidi Slow-Food.
È il secondo importante riconoscimento che Bergamo riceve dall’Unesco, dopo quello delle Mura che cingono Città Alta, inserite nel 2017 nella lista del Patrimonio Mondiale insieme alle fortificazioni veneziane di altre cinque città.
Il commento del Sindaco della città Giorgio Gori
«Questo riconoscimento è per noi motivo di grande soddisfazione – spiega il sindaco di Bergamo Giorgio Gori –: Bergamo entra nella rete delle 246 Città Creative del mondo grazie al valore della produzione casearia del suo territorio montano, con i suoi 30 formaggi tradizionali, di cui 9 Dop e 3 presidi Slow-Food. Nel nostro Paese esistono 50 formaggi DOP, Bergamo da sola ne vanta quasi un quinto: nessuna provincia in Europa può vantare un record simile, ma soprattutto nessun altro territorio italiano vanta un “saper fare” come quello bergamasco nell’arte casearia. Questa candidatura è nata intorno all’idea di un’alleanza – quella tra il capoluogo e le sue valli, negli ultimi decenni in sofferenza a causa dello spopolamento; la città si candida ad essere la grande vetrina di un’eccellenza bergamasca con l’obiettivo di valorizzare la produzione casearia delle valli e di contribuire così alla sostenibilità economica del settore, fondamentale anche per la conservazione del paesaggio. Oggi Bergamo e le sue valli vincono insieme. Un grande grazie a tutti gli enti che hanno sostenuto il processo di candidatura».
A dare sostegno e impulso decisivi è stata anche la kermesse FORME dedicata all’arte casearia italiana e mondiale. Dopo il lancio ufficiale della candidatura durante la scorsa edizione, il progetto – grazie anche al villaggio delle Cheese Valleys nelle ultime due edizioni e quest’anno alla prima italiana del grande concorso mondiale dei World Cheese Awards – ha dato la spinta decisiva.
«Con l’obiettivo di promuovere l’eccellenza casearia locale e nazionale per creare il primo progetto di sistema del settore lattiero-caseario nazionale, è stato naturale per FORME sostenere questa candidatura. Siamo molto fieri del successo ottenuto dalla città e dal suo territorio» ha dichiarato Francesco Maroni, presidente di FORME, che ha aggiunto: «Si tratta di un ulteriore, straordinario riconoscimento della centralità del territorio orobico rispetto alla filiera casearia e uno sprone a fare sistema per sviluppare iniziative di alto profilo per la valorizzazione internazionale delle eccellenze casearie italiane».
«I nostri complimenti vanno a tutti i promotori, all’Associazione San Matteo, al Comune di Bergamo e al sindaco Giorgio Gori e a tutte le istituzioni, le Associazioni e al team che hanno creduto in questo progetto. Un grazie particolare a MIPAAFT, Regione Lombardia, con il Presidente Fontana e l’Assessore Rolfi, alla Camera di Commercio di Bergamo, a ITA- ICE per il grande sostegno al progetto FORME» ha concluso Alberto Gottardi, vice presidente di FORME.
Le città creative dell’Unesco salgono così 246: Parma, Alba e Bergamo per la Gastronomia
Le altre città italiane creative sono Bologna (musica), Fabriano (artigianato e arte popolare), Roma (cinema), Parma (gastronomia), Torino (design), Milano (letteratura), Pesaro (musica), Carrara (artigianato e arte popolare), Alba (gastronomia) e Bergamo (gastronomia).
Da oggi anche Biella si unisce al novero delle Città UNESCO grazie al suo artigianato tessile, mentre Como e Trieste – che pure erano candidate – non hanno trovato l’approvazione della Direttrice Generale dell’Unesco M.me Audrey Azoulay, cui spettava il giudizio finale.
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