Cantine Feudi: il vino e gli artisti
di Emanuele Scarci
Ultima Modifica: 05/03/2020
Massimo Vignelli, Fabio Novembre, Hikaru Mori e Maurizio Zito, Vedovamazzei, Marinella Senatore, Mimmo Jodice: sono designer, architetti, pittori, fotografi che collaborano con Feudi di San Gregorio.
La cantina irpina di Sorbo Serpico è convinta che la nascita di un vino abbia lo stesso processo creativo di un’opera d’arte. La passione nella cura delle piante (nella foto in alto, il giardino delle erbe aromatiche nella sede dell’azienda), l’impegno nella raccolta dell’uva e la pazienza nell’attesa che il vino sia maturo, fanno sì che ogni bottiglia esprima la sua personalità.
È con questo approccio, voluto da Antonio Capaldo, che nascono le collaborazioni con artisti affermati e anche giovani di talento.
Dal genio di Vignelli sono nate le innovative etichette della cantina. Novembre ha sviluppato il packaging della selezione del metodo classico Dubl Esse.
Mori e Zito hanno disegnato una cantina dalle linee essenziali, recuperando i fabbricati pre-esistenti e creando spazi di impatto sia all’interno sia nei giardini esterni.
E’ nata così una delle prime cantine d’autore in Italia, esposta alla Biennale di Venezia, e ritratta in 6 acquerelli di Marinella Senatore. E poi Vedovamazzei con le sue colature d’autore e Jodice con le fotografie dei vigneti di Serpico
La tenuta di Feudi San Gregori conta su 300 ettari di vigneto articolati in oltre 800 particelle che differiscono per altitudini, esposizioni e pendenze. La cantina le ha studiato una per una per valorizzare la biodiversità del territorio e dare vita a cru d’eccellenza.
“Ogni vigneto è un tassello essenziale – commenta Capaldo – per questo vige il metodo di potatura soffice, basato sui vecchi metodi che tutelano le gemme delle viti archeologiche per poterne riprodurre l’identità. Per questo oggi i nuovi impianti si affiancano ai vigneti più antichi in un incastro dal quale emerge la personalità del territorio”.
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