L’Italia stappa per prima il Testo unico sul vino
di Informacibo
Ultima Modifica: 02/12/2016
L’Italia ha una legge sul vino. Più semplicità senza rinunciare alla qualità. E' il senso delle nuove regole che da qualche giorno occorre seguire per produrre vino in Italia.
E' stato infatti approvato dalla Commissione agricoltura della Camera all'unanimitàil Testo Unico sulla viticoltura e la produzione del vino, confermando il testo inviato dal Senato e trasformandolo in legge. Tutta la filiera italiana aspettava da tempo questa norma che consentirà alle imprese di avere una maggiore operatività.
E’ soddisfatto dell’approvazione del Testo Unico per il Vino, Antonio Rallo, presidente di Unione Italiana Vini, secondo cui il testo organico di 90 articoli che chiude un iter di tre anni di lavoro nel corso dei quali la filiera si è presentata unita in ogni confronto, fa del vino l’unico prodotto dell’agroalimentare italiano ad avere una disciplina di questo tipo. “Fissati i criteri generali del Testo Unico – spiega Rallo – ora si apre il lavoro sui regolamenti attuativi che andranno a normare nei dettagli temi molto importanti quali: i piani di controllo dei vini a Denominazione d’Origine e Indicazione Geografica, l’etichettatura, la gestione dei contrassegni di Stato, i Consorzi di Tutela. L’auspicio è che la filiera si mantenga compatta anche in questa fase di confronto con il Ministero: la stesura dei regolamenti attuativi rappresenta, infatti, un percorso importante e strategico al pari della norma generale. Ringrazio gli onorevoli parlamentari di tutti i gruppi politici, il ministro Martina, il vice ministro Olivero, i dirigenti e i collaboratori del ministero, per l’impegno profuso".
Una vittoria per il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, secondo cui finalmente si dà ai produttori una sola legge di riferimento: “Finalmente diamo ai produttori una sola legge di riferimento con 90 articoli che riassume tutta la normativa precedente. Un’operazione di semplificazione che era attesa da anni e che consente di tagliare burocrazia, migliorare il sistema dei controlli, dare informazioni più trasparenti ai consumatori. Con il Testo unico possiamo contribuire a rafforzare la crescita di un settore che già oggi vale più di 14 miliardi di euro e con un export che supera i 5,5 miliardi”.
COSA FA IL TESTO UNICO
Il Testo Unico va incontro alle diverse istanze proposte dall'intero comparto. Dovrà garantire: lo snellimento burocratico; la semplificazione ed il miglioramento dell’efficienza del sistema dei controlli; la rivisitazione del sistema sanzionatorio (con l’introduzione della diffida e del ravvedimento operoso che per la prima volta vengono applicati in agricoltura). Sono molte altre le novità introdotte da questa legge: l’istituzione di un registro unico dei controlli; l’introduzione di ulteriori strumenti di tracciabilità del vino (con sistemi telematici di controllo); alcune semplificazioni per la tenuta dei registri dematerializzati; il riconoscimento del vino e dei territori viticoli come patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare (vigneto sentinella del territorio); la salvaguardia da parte dello Stato dei i vigneti in territori soggetti a rischio idrogeologico e di pregio paesaggitico, storico, ambientale; la definizione più rigorosa di vitigno autoctono italiano. Si dà piena operatività a tutta la filiera, che ora ha la possibilità d’iniziare l’anno nuovo con regole inedite e semplificate. A partire dai primi adempimenti relativi alla corretta gestione per il mercato delle produzioni Dop e Igp, con la possibilità, ad esempio, di destinare il 20% della sovrapproduzione ad un altro vino a Doc o Igt. E sono molte altre le innovazioni introdotte dal Testo Unico, che semplificano la vita alle aziende. Sull’etichettatura, ad esempio, grazie alle “disposizioni per l’utilizzo dei nomi di più varietà”, la seconda varietà indicata in etichetta come tipologia dovrà essere presente per almeno il 15%. Altre semplificazioni di sistema riguardano la tenuta dei registri del settore vitivinicolo in forma dematerializzata già a partire dal 1° gennaio 2017; il registro unico dei controlli ispettivi; il coordinamento degli organi di controllo nei casi in cui un operatore è soggetto al controllo di diversi organi di certificazione sui vini a denominazione d’origine e indicazione geografica. Altra novità è prevista per le analisi chimico-fisiche e organolettiche, semplificate per le Doc con produzione annua certificata inferiore a 10.000 ettolitri (esami organolettici mediante controlli a campione). Così come ci sono molte misure che riguardano la tutela della qualità delle produzioni e la lotta alle contraffazioni.
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