Matteo Renzi presenta la sua idea per il dopo Expo: “da Esposizione Universale a Centro di Ricerca a livello mondiale”
di Informacibo
Ultima Modifica: 11/11/2015
Milano 11 novembre 2015. Una parte degli spazi dedicati all’Expo verranno adibiti a cittadella della scienza, dove 1.600 tra ricercatori e tecnici si adopereranno per rendere Milano uno dei poli mondiali della ricerca e della tecnologia al fine di migliorare la qualità della vita, tra medicina, alimentazione, arte e life style. 70mila metri quadrati destinati allo sviluppo di tecniche e tecnologie a supporto del welfare e non solo, grazie anche al massiccio impiego dei Big data.
Un progetto dal nome di Human Technopole. Italy 2040, la cui gestione sarà affidata all’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, fondazione finanziata dal governo e diretta dal fisico Roberto Cingolani. Oltre all’Istituto genovese copriranno un ruolo importante anche l’Institute for International Interchange di Torino e la Edmund Mach Foundation di Trento.
A corredo dell’iniziativa alcuni partner come Ibm Watson Lab, Google, Weizmann Institute e lo European Molecular Biology Laboratory e anche l’industria si è mostrata interessata al polo nascente: Ferrero, Bayer, Nestlè, Dupont, Barilla e Novartis sono alcuni tra i nomi noti.
Questo il sunto di quello che scriveva una settimana fa il Corriere della Sera per la penna di Enrico Marro. Due pagine del Corriere avevano così anticipato (il titolo “Il piano del governo per il dopo Expo Tecnologie per la qualità della vita: una cittadella da 1.6oo scienziati') quello che ieri il premier Matteo Renzi ha presentato nella sede della società Expo 2015 e del Piccolo Teatro di Milano, chiamandolo "Human Technopol. Italy 2040".
Le parole di Matteo Renzi
La qualità "delle nostre università e dei nostri centri di ricerca è straordinaria – ha detto il presidente del Consiglio – ma dobbiamo fare di più e meglio. Dobbiamo essere capaci di attrarre i talenti e generare qualità. Dobbiamo capire che la globalizzazione è il più grande asset che abbiamo e se capiamo questo smettiamo di avere paura dei fantasmi".
L'Expo "può diventare per il governo un centro a livello mondiale che affronti insieme il tema della genomica e dei big data".
Per realizzare il progetto nell'area Expo "bisogna partire da subito per dare il senso della missione: non diventi l'area del nostro rimpianto". Ha poi assicurato che il governo è pronto ad investire "150 milioni l'anno per i prossimi 10 anni" per "un centro che metta insieme discipline diverse, dall'alimentazione alla robotica allo studio dei genomi del cancro, dove al centro ci sia l'uomo".
"No a campanilismi, Milano locomotiva d'Europa" ha detto deciso e poi ha ringraziato tutti ma proprio tutti.
Un ringraziamento alla Magistratura, a Sala e agli ex premier
Durante la presentazione del progetto per il dopo Expo Matteo Renzi non ha evitato di ringraziare, per la riuscita dell'esposizione universale, oltre alle istituzioni locali e al commissario Giuseppe Sala, anche gli ex premier Prodi, Berlusconi, Monti e Letta, l'ex sindaco Moratti e l'ex governatore Formigoni. Ma un pensiero è andato anche alla magistratura di Milano "che ha avuto grande sensibilità nel far rispettare le leggi e il rispetto delle istituzioni".
Il Rettore dell'Università Statale di Milano: sono annunci senza un piano preciso
Il primo commento critico è arrivato dal rettore della Statale, Gianluca Vago: “Qui nessuno ha ancora visto il progetto vero, conosciuto da due o tre persone. Non sappiamo cosa vogliano davvero fare. I temi annunciati sono generici, anche quelli della ricerca. Big data? Un conto è raccoglierli, un conto è anche produrli. Nessuna guerra di campanile, evocata dal Presidente del Consiglio .aggiunge Vago- ma nel mondo della ricerca è difficile imporre un modello dall'esterno, e a Milano e in Lombardia ci sono centri di ricerca di eccellenza”.
Il presidente della Regione Roberto Maroni è il più duro contro Renzi
Per il dopo Expo «voglio un super-manager», ha detto Roberto Maroni a Radio Anch’io.
«Avevo chiesto già mesi fa a Beppe Sala di continuare la sua esperienza per curare il dopo Expo – ha sostenuto il presidente lombardo -.
«Chi meglio di lui? Ma lui mi ha detto che aveva altre idee. Rammarico? Gliel’ho chiesto mesi fa, prima che avesse questa idea. Dopodiché tanti auguri. Io voglio una figura come lui, un supermanager. Non mi interessa il colore politico».
E sul «no ai campanilismi» di Renzi: «Io non sono di quelli che dicono: “Qui comando io”. Io sono per il gioco di squadra. Chi governa deve essere una squadra: la Regione Lombardia, il Comune di Milano, il governo. Questo è il gruppo che deve lavorare. Il governo entrerà in Arexpo? Mi auguro di sì. Spero che venerdì decida. Non è una questione di campanile, come ha detto ieri Renzi, è una questione di eccellenze», ha aggiunto il governatore.
Per il dopo Expo tutto è aperto dunque e non ci rimane che aspettare gli sviluppi.
I lavoratori di Palazzo Italia attendono gli stipendi arretrati di giugno
Intanto si apprende che i lavoratori di Palazzo Italia attendono ancora il pagamento degli stipendi arretrati di giugno che ammontano a 190mila euro complessivi.
I rappresentanti dei lavoratori premono per chiudere a stretto giro: dall'inizio di settembre si rincorrono gli impegni a pagare la novantina di persone, per lo più hostess e steward, invischiate nella vicenda, prima da parte della stessa società di via Rovello, poi dal raggruppamento di imprese che aveva vinto l'appalto, ma tra lungaggini burocratiche e controlli a catena, gli assegni non sono mai arrivati. “Questi lavoratori attendono da cinque mesi di essere pagati”, scandisce Antonio Lareno, responsabile Expo per Cgil Milano.
“Quel conto rimasto da pagare a Palazzo Italia” (ecco qui il duro corsivo sull'argomento apparso ieri sul Corriere della Sera)
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