Parma, la Cena dei Mille quest’anno “è inopportuna” e “surreale”
La protesta dei gruppi consiliari Pd, Parma protagonista e gruppo misto: “anche a noi interessa il turismo, anche noi vogliamo una città attrattiva: ma ci sono molti altri modi per perseguire questi obiettivi”
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 02/06/2020
Un duro comunicato stampa dei gruppi consiliari del Partito Democratico, Parma protagonista e del gruppo misto del Comune di Parma è stato diffuso in merito alla riproposizione da parte degli organizzatori della Cena dei Mille in epoca Covid-19.
Il testo integrale del comunicato
“Pare purtroppo che la filosofia del Comune di Parma sia quella di considerare il Covid come una parentesi spiacevole, da archiviare il più rapidamente possibile per tornare esattamente a quello che eravamo: se una casa ha problemi di fondamenta la si ripara, specialmente se crolla, ma alla Giunta sembra interessare poco.
E così dopo avere confermato, per fine ottobre nel pieno dell’autunno la Mille miglia, una manifestazione che passa dal Parco Ducale lasciando segni indelebili e che trasmette un messaggio opposto rispetto ad ogni proposito di non inquinare costandoci 60.000 euro, oggi tocca alla cena dei mille. Che nonostante l’obbligo di distanziamento sociale al momento vigente, si rifarà (o così si vorrebbe). É di pochi giorni fa la notizia che il Comune ha confermato la manifestazione, insieme agli imprescindibili Giardini Gourmet che interessano una trentina di partecipanti. Il tutto al costo di euro 100.000 invece che 200.000, una riduzione dovuta alla impossibilità di organizzare Cibus Off e altre iniziative caratterizzate dalla non entusiasmante partecipazione dei cittadini di Parma.
Sia chiaro: anche a noi interessa il turismo, anche noi vogliamo una città attrattiva: ma ci sono molti altri modi per perseguire questi obiettivi. Ad esempio, valorizzando molto di più e molto meglio i tesori (noti e meno noti) che la città offre ed organizzando mostre che siano un po’ più ampie e un po’ meno di nicchia di quelle che abbiamo visto negli ultimi anni: anche città come Rovigo o Forlì hanno imparato a farle (senza alcuna offesa verso queste due belle realtà).
La cosa ha del surreale se si pensa che l’assegnazione del contributo comunale è avvenuta a seguito dell’apertura della busta, contenente l’offerta pervenuta per la realizzazione della cena, operazione effettuata il 7 aprile in piena emergenza covid, quando nemmeno si sapeva cosa sarebbe accaduto sul fronte delle riaperture. E così immaginiamo una cena dei mille a due metri di distanza, con una tavolata sotto le stelle che si protrarrebbe fino a metà di via d’Azeglio, aumentando i disagi per tutti gli altri 192.000 cittadini che non siederanno a quel tavolo.
Ma quel che ci pare davvero inaccettabile è la riproposizione di un modello culturale elitario e classista, in un momento in cui i parmigiani fanno i conti con una crisi che anche sul piano economico sarà pesantissima, con una manifestazione che in beneficenza dona veramente poco in rapporto allo sfarzo, come se non ci fossero state 6000 domande di buoni alimentari poche settimane fa. Non serve la sensibilità di un francescano per capire che non è il tempo per queste iniziative, il Comune avrebbe fatto meglio a donare tutta la somma stanziata in beneficenza.
E se ci sono cittadini generosi, e in questi mesi ne abbiamo avuto conferma, che possono e desiderano contribuire per aiutare gli altri, siamo certi che accetterebbero volentieri un piccolo riconoscimento simbolico al posto della partecipazione ad una cena surreale e mai come ora inopportuna dal punto di vista etico e sanitario“.
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