Sfoglia da Guinness a Bologna, record con 120 metri - InformaCibo

Sfoglia da Guinness a Bologna, record con 120 metri

Oggi, 12 maggio, all'opera a Fico a Eataly World 55 grandi 'artisti' del mattarello provenienti da 10 regioni

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 12/05/2019

Guinness dei primati a Fico Eataly World, il parco tematico del cibo di Bologna.

Oltre 120 metri di sfoglia, 55 artisti del mattarello all’opera in arrivo da 10 regioni, decine di formati e ripieni con le ricette di tutta Italia. Sono i numeri di “Sfoglia da guinness”, la giornata dedicata da FICO alla pasta tirata a mano con il quale, oggi 12 maggio a Bologna, è stato battuto il record di questa specialità tutta italiana, incoronando la città capitale mondiale della sfoglia.

Nel giorno della festa della mamma, lo “sfoglina day” ha visto all’opera un dream team arrivato da tutta la Penisola: i giovani della start up bolognese SfogliAmo, la cooperativa di ragazzi e ragazze che realizzano la pasta fresca a Eataly World; le Cesarine, la più antica rete di cuoche casalinghe d’Italia arrivate a Bologna da Piemonte, Abruzzo, Lazio, Veneto, Calabria, Toscana, Sicilia, Umbria, Lombardia e da tutta l’Emilia Romagna; le Mariette di Casa Artusi, che insegnano nei corsi della scuola del centro di cultura dedicato al padre della cucina italiana; le famose sfogline bolognesi e quelle dell’associazione La San Nicola di Castelfranco Emilia.

Dopo il record a Expo 2015 a Milano il primato di oggi a Bologna: striscia di pasta fresca lunga oltre 120 metri

Subito dopo si è passati al taglio dei diversi formati e alla confezione delle paste ripiene, mentre sfogline e sfoglini hanno raccontato al pubblico la propria esperienza e i propri segreti, svelando l’incredibile varietà di tradizioni, formati, ingredienti, ripieni e condimenti.

Non sono mancate le storie di sfoglia e sfogline oltre i confini nazionali, a conferma che l’artigianalità italiana è una carta vincente all’estero quando si esportano competenza, tradizione e autenticità.

Da tutte le regioni tante eccellenze da “sfogliare”

Per “Sfoglia da record” sulla spianatoia sono nati fettuccine e ravioli ripieni di ricotta e spinaci dal Lazio; dall’Abruzzo i maccheroni alla chitarra; i piemontesi ravioli ripieni di patate, porri e salsiccia; i casunzei all’ampezzana con ripieno di barbabietola, patate e rapa; i maltagliati calabresi; dalla Toscana, i panniccelli con ricotta e spinaci; i maccheroni siciliani; fino ai classici emiliano-romagnoli, tortelloni romagnoli con erbe di campagna e ricotta, cappelletti, tagliatelle, tortellini, rosette con prosciutto cotto e formaggio, balanzoni con il ripieno del tortellino e del tortellone, lune piene con ripieno di pere e formaggi, strichetti, tortelloni con ripieno di ricotta e prezzemolo.

Il tortellino Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco?

Mentre in Parlamento esistono proposte di legge per il riconoscimento della professione, e di conseguenza, del prodotto, il mestiere di “sfoglina” – o “sfoglino”, perché oggi quest’arte è presa d’assalto anche dagli uomini – si incammina a testa alta verso il futuro, forte di associazioni che lo valorizzano a qualsiasi latitudine del pianeta, e del consenso di centinaia di migliaia di appassionati in tutto il mondo.

Le tagliatelle sono, insieme a lasagne e tortellini, capisaldi della cucina petroniana ma anche italiana, tanto che il presidente della Fondazione FICO, Andrea Segrè, ha lanciato la proposta di avviare il percorso perché il tortellino venga riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Una “cesarina” oggi 12 maggio 2019, a Bologna durante “Sfoglia record”

Bologna, la capitale della pasta fresca è diventata trendy

La storia raccontata da Vatinee Suvimol

Vatinee Suvimol (al centro) con alcune tra le più note foodblogger in un evento, promosso da Informacibo, durante l’Expo

Sono arrivata in Italia 30 anni fa. Prima di allora non avevo mai mangiato la pasta. Avevo sentito parlare di un piatto famoso dal nome lungo e quasi impronunciabile: e, infatti, spaghettiiiii mi pareva una parola infinita, quasi a ricordare quella lunghezza dello spago che si esauriva solo al risucchio dell’ultimo centimetro di bontà. (…continua sul Corriere Cucina)

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