Aidepi le merendine, un confronto tra Italia, Usa e Uk - InformaCibo

Aidepi le merendine, un confronto tra Italia, Usa e Uk

Negli ultimi 10 anni l'industria dolciaria italiana ha ridotto nelle merendine il contenuto di zuccheri, grassi saturi e contenuto calorico

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 03/10/2018

Le merendine italiane, peso (34 g) battono le concorrenti Uk (66 g) e Usa (81 g).

Negli ultimi 10 anni l’industria dolciaria italiana, grazie a un impegno ‘volontario’ condiviso con il ministero della Salute, ha ridotto nelle merendine il contenuto di zuccheri (-30%), grassi saturi (-20%) e contenuto calorico (-21%), eliminando completamente gli acidi grassi trans e superando addirittura gli obiettivi prefissati con il Ministero. Un risultato reso possibile anche grazie all’innovazione di prodotto in cui l’industria delle merendine investe circa il 2% del suo fatturato (20 milioni di euro) e che nell’ultimo anno ha visto crescere i prodotti delle linee benessere (senza grassi e zuccheri) di circa il 9%.

E’ quanto emerge dai risultati del primo studio comparativo commissionato dall’Aidepi (Associazione Industriali Del Dolce e della Pasta Italiani) alla Fondazione Italiana per l’Educazione Alimentare (FoodEdu) che ha analizzato lo scenario della merenda confezionata di Usa, Inghilterra e Italia, confrontando le caratteristiche nutrizionali di 10 merendine tra le piu’ significative del mercato della Gdo vendute in questi 3 Paesi.

La ricerca – presentata a Milano il 2 ottobre 2018 presso la fondazione Feltrinelli- cerca di fare chiarezza nei confronti del consumatore italiano, “troppo spesso disorientato -affermano i promotori della ricerca- da allarmi lanciati in Usa o nel Regno Unito, che prendono come esempio la cattiva abitudine di assumere troppi grassi o zuccheri dagli snack (tradotto in “merendine”)”.

Erede su grande scala della tradizione dei dolci fatti in casa dalla nonna, la merendina italiana ha in media una porzione di poco superiore ai 34 grammi e contiene 5,7 grammi di grassi, dei quali solo 2,1 grassi saturi, 9 grammi di zuccheri, per un contenuto calorico a porzione pari a 136 kcal. Interessante sottolineare come il contenuto calorico per porzione delle merendine italiane, rappresenti una percentuale tra il 5% e il 10% del fabbisogno calorico giornaliero della merenda dei bambini dai 7 ai 12 anni, dato che e’ in linea con le raccomandazioni fornite dalla societa’ italiana per la Nutrizione Umana (Sinu).

Evelina Flachi, nutrizionista: le merendine italiane oggi sono migliorate da un punto di vista nutrizionale rispetto al passato

Dallo studio – afferma Evelina Flachi, nutrizionista a Presidente della FoodEdu è emerso con soddisfazione che le merendine italiane, oltre ad essere proposte in porzioni più piccole, contengono ingredienti qualitativamente più rispondenti alle esigenze dei consumatori, oggi più attenti e consapevoli. Le merendine italiane oggi sono migliorate da un punto di vista nutrizionale rispetto al passato e costituiscono una delle alternative per la merenda degli italiani, che ha il suo caposaldo nel consumo di frutta di stagione, ricca di fibre, di vitamine e di sali minerali”.

In realtà anche i Governi di Stati Uniti e Inghilterra stanno avviando concreti programmi tesi a migliorare il profilo nutrizionale delle merendine confezionate.

Meno zuccheri e merendine due volte a settimana

Oggi in Italia il consumo di merendine resta contenuto: si stimano (dati Iri e Aidepi) circa due merendine a settimana, per di più consumate, a sopresa e nel 61% dei casi, da persone adulte (21 milioni d’italiani). E solo nel 22% dei casi da bambini e ragazzi di età 1-10 anni. Ad oggi le merendine sono solo la terza categoria di prodotti (23,2%) per la merenda di bambini e ragazzi, dopo frutta e yogurt (36,4%), gelato (25,3%) e prima dei dolci preparati in casa (17%).

Le marcate differenze evidenziate tra merendine italiane e straniere dalla ricerca riflettono anche una diversa cultura dell’alimentazione dei tre Paesi presi in esame.

Del resto l’Italia è la patria della dieta mediterranea, con uno dei tassi di longevità più alti al mondo e il nostro stile di vita si distingue soprattutto per le scelte alimentari ispirate al gusto ma anche al benessere. Ad esempio, ci dice la ricerca, nella nostra Nazione il consumo di zuccheri aggiunti è tenuto sotto controllo e l’intake giornaliero viene stimato in circa 53 grammi dai 4 ai 10 anni e 56 grammi da 11 a 18 anni. Di poco superiore, quindi, alle strong reccomendation dell’OMS che suggeriscono di contenere questo apporto al di sotto del 10% delle calorie giornaliere (rispettivamente entro i 45 grammi e i 65 grammi, dunque, facendo riferimento ai Larn di queste 2 fasce di età). Situazione ben diversa in UK (con valori di 60,8 grammi per i bambini e 74,2 grammi per gli adolescenti) e, ancora di più, negli USA (con valori di 78,7 grammi per i bambini e 94 grammi per i teenager).

Un bambino italiano di 12 anni consuma il 40% in meno di zuccheri di un bambino americano della stessa età e quasi il 30% in meno di uno inglese.

Infine se il livello di sovrappeso è simile tra i tre Paesi (circa un terzo della popolazione), gli obesi in Italia sono infatti quasi 3 volte meno che in UK e circa 4 volte meno che negli Stati Uniti.

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