Ceta: export Italia cresce del 7,4%.San Daniele e formaggi Dop volano
A un anno dal via dell’accordo di libero scambio Canada-Ue c’è chi vince e chi perde. Chi plaude al successo e chi lo smentisce
di Vito de Ceglia
Ultima Modifica: 26/09/2018
E’ difficile dare una risposta netta sul Ceta: l’accordo di libero scambio tra Canada e Unione europea, entrato in vigore in via provvisoria il 21 settembre 2017. E ora in fase di ratifica dai parte dei paesi membri della Ue. E’ difficile perché da una parte questo accordo porta con sé un vantaggio indiscusso: l’abbattimento dei dazi sul 98% delle esportazioni agro-alimentari italiane. Vantaggio che ha permesso alle nostre imprese di aumentare l’export del 7,4% da ottobre 2017 a giugno 2018. Dall’altra, le eccellenze made in Italy purtroppo continuano a fare i conti con le imitazioni, nonostante il Ceta tuteli sulla carta ben 41 denominazioni italiane, pari a oltre il 90% del fatturato dell’export nazionale Dop nel mondo.
Chi vince dei prodotti made in Italy?
I dati Ue dicono che in 9 mesi l’export agroalimentare italiano verso il Canada è cresciuto in molti comparti: dai prosciutti +20%, con il San Daniele che da solo segna +35%, alla pasta e biscotti (+24%), fino ai formaggi (+12%), con il Parmigiano Reggiano e Grana Padano che nei primi 6 mesi riportano + 19% e +7%.
Oltre al vertiginoso exploit del cioccolato (+123%). Cresce anche il vino italiano sul mercato canadese, raggiungendo un valore di 214 milioni di euro, con un +2,7% complessivo e dove il frizzante come il prosecco fa la parte del leone con +12,6%. Schizzano poi le esportazioni di bevande non alcoliche al +39%. Nel complesso, quindi, le bevande, inclusi vino e alcolici forti, sono aumentate del 2,5%, pari al 10% delle esportazioni complessive.
Coldiretti critica
Numeri che in parte però vengono smentiti da Coldiretti che registra invece un calo del 3% delle bottiglie di vino made in Italy esportate in Canada nel primo semestre del 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “Con il Ceta si è verificata – sottolinea la Coldiretti – una brusca inversione di tendenza, sia in quantità che in valore, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando le bottiglie esportate erano aumentate di ben il 14%”. Non solo, Coldiretti denuncia che “al momento non trovano tutela importanti vini quali Amarone, Recioto e Ripasso della Valpolicella, Friularo di Bagnoli, Cannellino di Frascati, Fiori d’arancio dei Colli Euganei, Buttafuoco, Falanghina del Sannio, Gutturnio e molti altri ancora”.
Agrinsieme “Risultati positivi”
Di parere contrario è invece Agrinsieme che sottolinea come “i dati sulle esportazioni agroalimentari indicano con assoluta chiarezza che per il nostro paese i risultati sono positivi e che gli allarmismi lanciati nei mesi scorsi sono ingiustificati e azzardati, dal momento che tali previsioni sono state categoricamente smentite dalle statistiche dell’Ue”. Agrinsieme aggiunge che il Ceta “ovviamente non è privo di aspetti critici, sui quali occorre continuare a lavorare”, ricordando che “per la ratifica non ci sono tuttavia scadenze e tempistiche precise e che quindi l’applicazione provvisoria può continuare a lungo”.
Il confronto è accesso. E siamo solo all’inizio. Il prossimo capitolo è previsto dopo il 26 e 27 marzo, quando i vertici di Ue e Canada si incontreranno a Montreal per fare il punto sul funzionamento dell’intesa commerciale e assicurare che questa venga attuata correttamente anche nelle aree critiche.
Condividi L'Articolo
L'Autore