Coldiretti; contro il falso Bio "serve il marchio tricolore" - InformaCibo

Coldiretti; contro il falso Bio “serve il marchio tricolore”

Apprezzamento per l'operazione “Bad Juice” condotta dall’Icqrf e diretta dalla Procura di Pisa che ha scoperto una maxi frode

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 27/06/2019

Dall’indagine Coldiretti/Ixe’ risulta che sei italiani su dieci nell’ultimo anno hanno messo nel carrello della spesa prodotti bio e le vendite di prodotti alimentari biologici in Italia registrano un trend positivo ininterrotto da un decennio.

Da qui la necessità di garantire la trasparenza e in questo quadro la Coldiretti esprime apprezzamento per l’operazione Bad Juice condotta dall’Ispettorato centrale per la repressione delle frodi (Icqrf) e diretta dalla Procura della Repubblica di Pisa, con la collaborazione di Eurojust, che ha scoperto una maxi frode con il sequestro di 1.411 tonnellate di prodotto extracomunitario adulterato e falsamente designato “biologico” tra succhi, confetture e conserve alimentari.

La proposta di Coldiretti a livello nazionale: “Serve il marchio made in Italy”

Con l’aumento dell’interesse per il biologico, infatti, è cresciuto anche il rischio truffe, segnala la Coldiretti sottolineando che le notizie di reato sono quintuplicate rispetto all’anno precedente, con 88 casi nel 2018 rispetto ai 19 nel 2017, spesso inerenti proprio a falsi prodotti biologici importati dall’estero, come nel caso del succo di mela. In pericolo, ricorda la Coldiretti, c’è il primato dell’Italia nel settore bio, leader europeo nel numero di imprese con quasi 65 mila aziende (64.210) su 1.795.650 ettari di terreno che subiscono la concorrenza sleale delle importazioni extracomunitarie. Da qui la proposta della Coldiretti di un marchio Bio tricolore.

Coldiretti Emilia Romagna: le imprese Bio sono oltre 5.000 su 150.000 ettari di terreno

L’importante attività di vigilanza e controllo viene sottolineata anche da una nota di Coldiretti Emilia Romagna. Si ricorda che in regione ci sono oltre 5.000 imprese bio su 150.000 ettari di terreno– e per questo è indispensabile la “definizione di un vero e proprio marchio per il biologico Made in Italy che garantisca una piena trasparenza ai consumatori rispetto a quanto portano in tavola in un settore che negli ultimi anni ha visto un costante incremento in doppia cifra dei consumi”.

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