E' il momento d'oro dei vini bianchi italiani: Italia batte Francia - InformaCibo

E’ il momento d’oro dei vini bianchi italiani: Italia batte Francia

Il vino bianco tricolore è la tipologia più bevuta in Italia e nel Regno Unito, secondo un' indagine Nomisma - Wine Monitor

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 02/09/2018

Non solo è il vino più richiesto nei ristoranti e nelle enoteche, ma per i vini bianchi italiani è un vero e proprio momento d’oro.

Dal convegno ‘Bianco come il vino’, organizzato dall’Istituto Marchigiano Tutela (Imt) vini nell’ambito di Collisioni Jesi e dei festeggiamenti per i 50 anni del Verdicchio dei Castelli di Jesi è emerso, secondo un’ indagine Nomisma – Wine Monitor, che il vino bianco tricolore è la tipologia più bevuta in Italia e nel Regno Unito, e sui mercati supera la Francia.

Donne e giovani, con la predilezione per un gusto più leggero e i sentori di frutta, sono il motore di questa espansione.

Nell’export dei vini bianchi fermi italiani spicca il Verdicchio, che continua a crescere: il 38% dei consumatori italiani di vino lo beve, il 10% lo cerca per l’aperitivo, 2 ristoranti italiani su 3 lo hanno in carta, ed è il vino del Marche più noto tra i turisti.

In dieci anni l’export del Verdicchio è cresciuto di quasi il 50%, ed è conosciuto dal 64% dei turisti nelle Marche” ha detto il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni.

L’indagine Nomisma – Wine Monitor per Imt

Un trend frutto del successo dei consumi sia in Europa che, soprattutto, in Nord America, dove nell’ultimo decennio la richiesta a valore è lievitata del 73%. Stati Uniti (36,6%), Germania (16,5%) e Regno Unito (14,2%) sono i 3 principali buyer su cui si concentrano i 2/3 delle vendite made in Italy, nettamente primo Paese esportatore per volume e primo anche a valore, nonostante un prezzo medio (2,80 euro al litro) molto più basso dei propri competitor, la Nuova Zelanda (4,93 euro al litro) e la Francia (4,69 euro al litro). Anche in patria l’Italia si scopre sempre più “bianchista”, sia nei consumi (40,1% contro il 39,8% dei rossi) che in vigna, con il rapporto bianchi/rossi nella produzione vinicola ribaltato nell’ultimo decennio: oggi infatti il 54% del vino prodotto è bianco, più o meno la stessa quota che era dei rossi e dei rosati.

Denis Pantini (Nomisma – Wine Monitor): aumento dei consumi tra le donne

Per il responsabile di Nomisma – Wine Monitor, Denis Pantini, “sebbene i vini rossi rappresentino ancora la tipologia più consumata al mondo, con circa il 55% dei volumi totali, negli ultimi anni i bianchi hanno registrato dinamiche di crescita più rilevanti. Questa crescita generalizzata risulta trainata da nuove tendenze e modalità di consumo contraddistinte dalla ricerca di prodotti più versatili e da consumare in particolare fuori casa. L’aumento della diffusione dei consumi di vino tra le donne – ha concluso – rappresenta poi un altro “fattore propulsivo” per la tipologia”. E proprio nel fuori casa, secondo il rapporto di Wine Monitor, i bianchi fermi battono i rossi anche in Italia, risultando i più consumati al ristorante e secondi solo agli sparkling nei wine bar, con i rossi che restano leader nei consumi casalinghi, anche se gli acquisti in Gdo parlano di un +14% di vendite a valore dei vini bianchi nell’ultimo lustro (a 666 milioni di euro) contro un +7% per i rossi (858 milioni di euro).

La carta vincente, anche per il futuro, sembra essere quella degli autoctoni, con il 45% degli italiani che li elegge vini del futuro, al pari di quelli green (biologico 38%, sostenibili 18%).

I vini bianchi stanno dimostrando tutta la loro versatilitàconclude Mazzoni, direttore Imt- e quelli italiani piacciono perché sono in gran parte frutto di uve autoctone molto diverse tra loro e in grado di far scoprire tutta la varietà e le diverse caratterizzazioni del nostro vigneto. Con il Verdicchio, che fa della versatilità la propria arma vincente, abbiamo lavorato molto anche sulla sua longevità: i risultati sono sorprendenti per freschezza e struttura ma soprattutto perché si prestano ad abbinamenti impensabili fino a qualche tempo fa”.

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