In America è corsa alle scorte di Parmigiano e Grana Padano - InformaCibo

In America è corsa alle scorte di Parmigiano e Grana Padano

Coldiretti: in vista dell’ingresso dei dazi, consumatori e ristoratori americani hanno più che triplicato gli acquisti (+220%). Importatori Usa: dal 18 ottobre ogni camion carico di formaggio costerà fino a 80 mila dollari in più.

di Vito de Ceglia

Ultima Modifica: 14/10/2019

In America è corsa alle scorte di Parmigiano Reggiano e Grana Padano. Nell’ultima settimana, prima del 18 ottobre, la data in cui entrerà in vigore negli Usa l’aumento delle tariffe volute da Trump e autorizzate dal Wto, consumatori e ristoratori americani hanno più che triplicato gli acquisti (+220%). A rivelarlo è una analisi della Coldiretti presentata la scorsa settimana al Forum Internazionale dell’agroalimentare a Cernobbio.

Black List

Dal 4 ottobre, giorno in cui è stata pubblicata la black list dei prodotti colpiti da dazi, negli Usa – rivela la Coldiretti – hanno fatto man bassa di formaggio italiano in vista del 18 ottobre, la data nella quale entrerà in vigore un aumento tariffario previsto dal Dipartimento del Commercio statunitense (Ustr) del 25% sul Parmigiano Reggiano e su altre specialità tricolori. Il dazio per il Parmigiano reggiano e per il Grana Padano passerà in particolare, dagli attuali 2,15 dollari al chilo a circa 6 dollari al chilo.

Vendite a rischio

Secondo l’Associazione Usa degli importatori di prodotti lattiero caseari, dalla prossima settimana ogni camion carico di formaggio costerà fino a 80 mila dollari in più, mentre il consumatore americano lo dovrà acquistare sullo scaffale ad un prezzo che passa dagli attuali circa 40 dollari al chilo ad oltre i 45 dollari, con un probabile effetto di contenimento dei consumi. A rischio, rivendica Coldiretti, c’è la crescita record del 26% dal valore delle vendite di Parmigiano Reggiano fatta registrare sul mercato americano, che è il secondo a livello mondiale per il formaggio italiano più conosciuto. In più, subirà seri contraccolpi tutto il sistema alimentare italiano che produce circa 3,7 milioni di forme all’anno, con 330 piccoli caseifici artigianali della zona tipica alimentati dal latte prodotto nelle circa tremila stalle rimaste dove si allevano circa 250mila mucche.

Formaggi, ma non solo

Nel complesso, oltre al Parmigiano – ricorda Coldiretti – i dazi Usa colpiranno le esportazioni agroalimentari italiane per un valore di circa mezzo miliardo di euro. Nella black list ci sono Gorgonzola e diversi prodotti lattiero caseari ma anche su salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello. In cima alla lista delle specialità più colpite, secondo un’analisi Coldiretti su dati Nomisma, ci sono i formaggi, per un valore di oltre 220 milioni di euro seguiti dai liquori con 150 milioni di euro, mentre sono stati “risparmiati” vino, olio extravergine d’oliva e pasta.

Europa nel mirino

Coldiretti considera i dazi una precisa volontà di Trump di dividere l’Unione europea colpendo settori differenti paese per paese, come nel caso dell’agroalimentare. Se l’Italia ha così pagato caro in termini di formaggi – sottolinea l’associazione -, la Francia ha visto colpito principalmente i vini fermi per un valore di quasi 1,2 miliardi di euro, un quinto dell’export agroalimentare transalpino, mentre si sono salvati lo Champagne e le specialità lattiero casearie. Nel caso della Spagna l’importo dei prodotti penalizzati supera addirittura il 35% del totale con vino e olio d’oliva “stangati” dal presidente Usa – conclude Coldiretti – mentre la Gran Bretagna pagherà caro soprattutto in termini di superalcolici, a partire dallo Scotch Whiskey, con un conto finale che colpisce oltre il 60% delle vendite di prodotti britannici. “Spirits” nel mirino anche nel caso della Germania, che si vedrà tassare circa un quinto delle sue esportazioni negli States.

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L'Autore

giornalista Osservaitalia