InformaGiro, Tappa 5: Agrigento - Santa Ninfa in 10 assaggi - InformaCibo

InformaGiro, Tappa 5: Agrigento – Santa Ninfa in 10 assaggi

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 27/04/2018

La quinta tappa del Giro d’Italia, la seconda tutta italiana,attraversa una delle aree più antiche e leggendarie della Sicilia e di tutta Italia. Da Agrigento a Santa Ninfa: dalla Valle dei Templi alla Valle del Belice.

Pindaro definì l’”antica Akraga, la più bella fra le città dei mortali”: terra di siti archeologici, magnifiche spiagge, saline e prodotti agricoli di qualità.

La zona, in particolare i Giardini di Kolymbethra, hanno registrato record di turisti durante il periodo pasquale. Santa Ninfa invece è in provincia di Trapani: un piccolo comune i che nel 1968, fu colpito dal disastroso terremoto della Valle del Belice. E’ famoso per la carne, per il suo sistema di grotte e gallerie di forte interesse speleologico (Riserva Naturale Orientata “Grotta di Santa Ninfa”) e per l’artigianato tessile. Nelle vicinanze c’è il il parco archeologico più grande ed imponente d’Europa, Selinunte, la “Città degli Dei”.

Tra le tappe da non perdere in un giro ad Agrigento ci sono numerosi luoghi di interesse come Girgenti ( il centro storico medievale), il Parco archeologico Valle dei Templi (Patrimonio Unesco) di cui fanno parte anche i Giardini di Kolymbethra, del Fai. Tappa obbligata anche Rupe Atenea (sito archeologico), Cattedrale di San Gerlando (XI secolo).

Paesaggi mistici ma anche di eccellenze agroalimentari. Il Parco Valle dei Templi ha anche un marchio, Diodoros, per i suoi prodotti della terra. Il suo paniere si è arricchito a dicembre 2017con il miele, dopo il vino rosso e l’olio degli ulivi secolari. Il miele Diodoros, è prodotto delle api della Cooperativa Sociale Al Kharub all’interno della Valle dei Templi.

Ecco 10 ispirazioni curiose per conoscere meglio l’area della tappa, cosa vedere e cosa gustare nella tappa Agrigento – Santa Ninfa del Giro d’Italia 2018.

#InformaGiro Agrigento – Santa Ninfa

  1. OGGI Sicilia è anche terra di vigneti e ottimi vini: nella zona in particolare Zibibbo e Inzolia nell’Agrigentino, Valle del Belice IGT per la zona di Santa Ninfa (Grecanico, Inzolia, Nero d’Avola, Nerello Mascarese). Ma sono ancora poco conosciuti all’estero. Per promuovere il commercio con la Cina, durante l’International Workshop “Sicily China Food and Wine” sono nati diversi progetti: una vetrina su WeChat per i prodotti siciliani in Cina e missioni a Hong Kong e Shangai.

    Tipico paesaggio siciliano a Valle del Belice
    Tipico paesaggio siciliano a Valle del Belice
  2. IERI Sono passati 50 anni dal terremoto che sconvolse la Valle del Belice. Anche Santa Ninfa subì grossi danni. La cittadina, arrivo della tappa 5 del Giro d’Italia, è nell’entroterra occidentale della Sicilia, tra i fiumi Modione e Belice che sfociano poco avanti a Selinunte. I suoi abitanti però hanno reagito con forza dando vita a numerose produzioni di eccellenza, tra cui i prodotti locali come carni di ottima qualità, provenienti da allevamenti autoctoni, rivitalizzando il tradizionale artigianato tessile. La zona, grazie alle sue gallerie, ha dato vita nel 1996, della Riserva Naturale Orientata “Grotta di Santa Ninfa”.
  3. A TAVOLA AD AGRIGENTO Cavatelli all’agrigentina (pasta al sugo di melanzane), Roba cotta (lesso di vitello e agnello), Cous-cous di pesce, Cous-cous dolce (a base di mandorle e pistacchi).

    Cuscus di pesce
    Cuscus di pesce
  4. A TAVOLA A SANTA NINFA Salsiccia, Bracculata (pasta di pane ripiena di verdure); Mustazzola, Testi di Turco, Cosi duci, Cannatuna (dolci tipici).
  5. PRODOTTI TIPICI Olio Valle del Belice DOP, Belicino (formaggio di pecora), Vastedda (formaggio di pecora a pasta filata), Melone Giallo di Gibellina, Pane nero di Castelvetrano, mandorle, ulivi, arance di Ribera, la pesca di Bivona, l’uva di Canicattì, il melone cantalupo di Licata, le olive e l’olio di Caltabellotta, Burgio e Lucca Sicula, carni e formaggi, freschi e stagionati.
  6. STREET FOOD Cannoli alle melanzane, arancine, cudduruni, pesce fritto , panelle ecc…
  7. FORSE NON LO SAPEVI Nella zona della Valle del Belice si produce il Vastedda DOP, l’unico formaggio di pecora a pasta filata italiano. Il suo nome deriva dal dialetto “vasta”, ovvero “guasta”, perchè nato dal tentativo dei contadini di recuperare il pecorino “difettoso”. Va consumato frrschissimo, magari con un  filo di l’olio DOP della Valle del Belice, pomodori e origano. E’ tutelato dal Consorzio di tutela della Vastedda ed è presidio Slow Food.
  8. NEI DINTORNI Santa Ninfa e dintorni sono l’area di produzione di un’altra eccellenza Dop: l’olio extravergine d’oliva “Valle del Belice”che nasce tra i comuni in provincia di Trapani di Campobello di Mazara, Castelvetrano, Partanna, Santa Ninfa, Poggioreale e Salaparuta.
  9. TENTAZIONI Agrigento è un punto di riferimento per gli amanti di pasta di mandorle. Da provare anche i “cciarduni”,dolce tipico ripieno di crema di ricotta e ricoperto con granella di mandorle tritate. Da provare anche il cous cous dolce, le cassatelle a Santa Margherita Belice, le “minni di virgini” di Sambuca (uno dei Borghi più Belli d’Italia), biscotti ricci e quadrelli di mandorla e pistacchio a Canicattì; gelato al melone giallo di Joppolo Giancaxio, granite agli agrumi.
  10. TRADIZIONI Sagre e manifestazioni tradizionali costellano il calendario di Agrigento e della Valle del Belice. Dalla Sagra del Mandorlo in fiore di primavera a tantissimi eventi dedicati ai prodotti tipici. Tra le tradizioni più originali, la “Festa della Santa Croce, o “Festa del Taratatà” , a maggio ad Agrigento, senza dubbio una tra le più caratteristiche di Sicilia. Si tratta della rievocazione del ritrovamento dell’antica Croce. I toni e il sapore sono saraceni mentre un motivo arabeggiante dei tamburi suonati con ritmo preciso (da qui il nome “tataratà”) accompagna un gruppo di danzatori in costume arabo e armati di sciabole di ferro che eseguono una danza-battaglia frenetica.

La presenza di un tema arabo in una festa cristiana vuole esprimere la possibilità di pacifica convivenza tra le due etnie in quella zona, ai tempi del periodo normanno. Uno spettacolo che prevede cortei, manifestazioni, esibizioni e che dura diversi giorni.

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