InformaGiro, Tappa 8: Praia a Mare – Montevergine di Mercogliano
di Simone Pazzano
Ultima Modifica: 27/04/2018
L’ottava tappa del Giro d’Italia 2018 parte da Praia a Mare per arrivare a Montevergine di Mercogliano. Un percorso che tocca tre regioni, con le relative tradizioni e sapori. Dal cosentino si sconfina subito in provincia di Potenza, per poi attraversare il salernitano e concludere il percorso nell’avellinese. Un itinerario che porta alla scoperta di alcune delle realtà più belle del nostro Paese: come il parco nazionale del Cilento, lì dove è nata la Dieta Mediterranea, e i verdi paesaggi dell’Irpinia.
Un percorso che tocca tre regioni, con le relative tradizioni e sapori
Il salernitano è il cuore di questa tappa. Parliamo di una terra dalla storia importante: è qui che lo studioso Ancel Keys ha codificato la dieta mediterranea ed è sempre qui che si possono ammirare testimonianze storico-artistiche di inestimabile valore. Da non perdere il più grande complesso monastico italiano, la Certosa di Padula, nel cuore del Vallo di Diano. È bello perdersi anche tra le vestigia delle colonie greche di Paestum e Velia, siti archeologici di grande fascino, tra le stradine del borgo marinaro di Marina di Pisciotta e ancora godere del panorama mozzafiato di Castellabate.
All’arrivo in Irpinia spicca poi per maestosità e bellezza il Santuario di Montevergine, situato all’altezza di 1.263 metri. Ma non è l’unica attrattiva di fascino del Parco Regionale del Partenio: oltre agli splendidi paesaggi, l’area naturale protetta comprende infatti anche castelli, musei e altre architetture religiose di gran pregio.
Ecco 10 ispirazioni curiose per conoscere meglio l’area della tappa, cosa vedere e cosa gustare nel percorso tra Praia a Mare e Montevergine di Mercogliano.
#InformaGiro Praia a Mare – Montevergine di Mercogliano
- OGGI – Recentemente è stato presentato un progetto di valorizzazione territoriale “FronteMare”, che unisce Irpinia e Cilento: la terra al mare, appunto. Un programma di eventi per l’estate 2018 che valorizza le realtà territoriali, con degustazioni, incontri, arte e cultura.
- IERI – La mozzarella nella mortella, specialità campana, è nata grazie alla sapienza dei pastori casari che fecero tesoro di una materia prima che abbondava nel territorio. In epoche in cui non esistevano frigoriferi, hanno cominciato ad avvolgere il formaggio nella mortella (le foglie di mirto), usandolo come imballaggio. In effetti questo arbusto dalle foglie e dai rametti lisci e non porosi funziona perfettamente come copertura naturale e allo stesso tempo trasferisce al formaggio aromi e profumi particolari.
- A TAVOLA IN CILENTO – La culla della Dieta mediterranea vanta innumerevoli piatti tipici, tra cui, come spesso accade, i più gustosi sono quelli di origine povera e contadina. Nelle tavole del Cilento non possono mancare pasta e fagioli, lagane e ceci, minestra maritata e melanzane ‘mbottonate (ripiene).
- A TAVOLA IN IRPINIA – Oltre ai fusilli avellinesi, uno dei classici della cucina Irpina è la ciambotta, piatto tipico del sud Italia a base di verdure. La ciambottella irpina si prepara con peperoni, pomodoro e basilico, anche piccante, con possibili varianti con altre verdure, accompagnata da patate bollite.
- PRODOTTI TIPICI – La mozzarella di bufala campana Dop è sicuramente il simbolo di tutta questa zona, ma non è l’unico prodotto tipico da segnalare.
Il carciofo di Paestum IGP, chiamato anche Tondo di Paestum, fa parte della famiglia dei carciofi di tipo “Romanesco”: ha un aspetto rotondeggiante e non è spinoso. Coltivato nella piana del Sele, è anche di precoce maturazione ed è quindi presente sul mercato prima di ogni altro carciofo di tipo Romanesco.
Altro prodotto tipico, soprattutto della zona di Agropoli, è il fico bianco del Cilento, che viene consumato fresco, ma anche fatto essiccare al sole per preparare i fichi secchi “impaccati” (ripieni di mandorle o noci e con scorze di agrumi, e avvolti nelle foglie di fico). - STREET FOOD – Il cuoppo di mare è un cibo di strada tipico del salernitano. Un gustoso cono di frittura che contiene paranza, alici, calamari e gamberi.
- FORSE NON LO SAPEVI… ma una delle specialità tradizionali dell’Irpinia è il torrone. Chiamato “cupeto”, il torrone irpino si prepara usando alcune delle materie prime del territorio: miele, nocciole avellane, albume ed ostie.
- NEI DINTORNI – In Costiera Amalfitana, nel borgo di Cetara si prepara uno dei prodotti simbolo della gastronomia italiana: la colatura di alici di Cetara. Salsa liquida trasparente dal colore ambrato, viene prodotta con un procedimento di maturazione delle alici in una soluzione satura di acqua e sale.
- TENTAZIONI – L’Irpinia, dove arriva la tappa, è terra favorevole alla coltivazione della vite, fin dai tempi dei romani. La provincia di Avellino vanta la Doc Irpinia, con tre aree che producono altrettante eccellenti Docg: Fiano di Avellino, Greco di Tufo e Taurasi.
- TRADIZIONI – Le alici di menaica, presidio Slow Food, sono un’antica tradizione che resiste nel tempo. Tutto ciò è possibile grazie a un piccolo gruppo di pescatori che con barca e rete (che si chiama menaica, appunto) pesca le alici che poi verranno messe, a mano, sotto sale nei vasi.
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