Incognita Brexit per il vino: cosa ne pensano i produttori abruzzesi? - InformaCibo

Incognita Brexit per il vino: cosa ne pensano i produttori abruzzesi?

di Informacibo

Ultima Modifica: 26/06/2016

Il 24 giugno 2016 proprio mentre il Regno Unito decideva di uscire dall'Unione Europea siamo arrivati a Chieti per seguire la quarta edizione di “Anteprima Montepulciano d’Abruzzo” (Ama), la manifestazione promossa dalla Camera di commercio di Chieti, che quest'anno si è presentata con un volto nuovo e che ha visto  riuniti in incontri d'affari una cinquantina di produttori vinicoli abruzzesi e circa 25 buyers provenienti da tutti i paesi europei. Ma del successo di questa manifestazione ritorneremo a parlarne ora ci interessa spendere alcune righe sull'incognita Brexit sul vino abruzzese.

Il momento più buio e incerto nella storia dell'Europa dalla firma dei primi trattati nel 1957 ci porta ad avanzare a diversi interlocutori abruzzesi una semplice domanda: cosa succederà ora che la Gran Bretagna è fuori dall'Unione Europa per il settore del vino?

Preoccupato? Certo che sì. Il voto a favore della Brexit non è una buona notizia ma sono tranquillo per quanto riguarda la nostra provincia”, così ci risponde il presidente della Camera di Commercio di Chieti, Roberto Di Vincenzo, che ci snocciola i dati (ottimistici) diffusi alla stampa dall'Ente camerale sulla presenza del vino abruzzese in Inghilterra nella giornta dei risultati del referendum.

Il 6 per cento dei 60 miliardi di bottiglie di vino prodotte ogni anno in Abruzzo finisce nel Regno Unito. "Da alcuni anni le esportazioni di vino –afferma Di Vincenzo– sono in continua crescita arrivando ad aumentare del 2 per cento annuo”. L' export vale 8 milioni e pesa per il 6 per cento sulla produzione totale dei vini d'Abruzzo. Inoltre, i consumatori della Gran Bretagna, pur rimanendo fedeli al Montepulciano d'Abruzzo non disdegnano altri vini come Pecorino e Passerina.

Per questi motivi Roberto Di Vincenzo, è cautamente ottimista e non teme crisi imminenti ma si augura una maggiore coesione di tutti gli altri Paesi europei su progetti concreti capaci di produrre sviluppo e benessere.

Il direttore marketing di Codice Citra, Giuseppe Colantonio, incontrato nelle sale del Museo di Civitella ci dice che un quarto degli otto milioni di export verso l'Inghilterra è vino firmato Codice Citra, la realtà vitivinicola più grande d' Abruzzo.

“Esprimo –afferma il giovane Colantonio– un sano ottimismo perchè noi non dovremmo avere dei grossi contraccolpi da Brexit. Codice Citra è presente in UK nelle due principali catene di supermercati, Tesco e Waitrose, se i consumatori continueranno a scegliere i prodotti di grande qualità legati al territorio, non dovremmo preoccuparci troppo, l' unicità dei nostri prodotti sono la nostra vera forza”.

Chi invece è preoccupata è Katia Masci, titolare dell'azienda agricola Valle Martello e responsabile export dell'azienda di Villamagna. Lei è una esponente della “generazione Erasmus” e si chiede che fine farà adesso lo spirito europeo di questa generazione.

I timori di Katia quindi non derivano dalle mancate vendite di vino in Inghilterra, che rimangono una quota marginale nel fatturato complessivo della sua azienda, ma perchè teme che con questo referendum venga sconfitto anche lo spirito della generazione Erasmus, la prima generazione veramente europea, nel definire i legami con il proprio paese e l’Europa.

Il risultato del referendum non piace neanche a Giannicola Di Carlo, fondatore di Cantina Agriverde di Ortona ma si augura che per la sua azienda non ci siano risvolti negativi visto che Agriverde è orientata alla produzione di vini bio certificati, un settore molto apprezzato dal mercato inglese.

Da notare che l'azienda ortonese si fregia di essere, dal 1991, fornitore della Casa Reale inglese.

 

Questi i primi commenti a caldo dall'Abruzzo e ci auguriamo che gli inglesi continuino ad apprezzare i  vini abruzzzesi e italiani: nel 2015 il settore enologico ha esportato nel Regno Unito prodotti per 767 milioni di euro. Una bella cifra che in un periodo di crisi non possiamo permetterci di perdere!

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Capo Redattore