La prima edizione dell'Italian Talent Award: tra i premiati, Tony May, Presidente dei ristoratori italiani in USA e proprietario del Ristorante San Domenico a New York - InformaCibo

La prima edizione dell’Italian Talent Award: tra i premiati, Tony May, Presidente dei ristoratori italiani in USA e proprietario del Ristorante San Domenico a New York

di Informacibo

Ultima Modifica: 04/12/2014

Roma 4 novembre 2014. Si è svolto martedì 2 dicembre a Roma, presso la nuova aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati, la premiazione della prima edizione dell’Italian Talent Award. Il riconoscimento, promosso da “Italian Talent Association”, intende premiare i rappresentanti dei media e alle eccellenze che più contribuiscono alla promozione dell’immagine, del life style e dell’enogastronomia Made in Italy nel mondo. L’iniziativa è patrocinata dal Ministero della Salute, dall’ICE, dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma.

La targa del premio è stata scelta attraverso la selezione dei lavori di 200 talenti italiani scelti dal Ministero della Gioventù, ed è opera di Ludovica Cirillo, giovane designer laureata a Londra alla Cass London Met University.
Sono sei gli Italian Talent Award della prima edizione: quello per l’Italian Style è andato ad Anna Fendi, quello alla carriera a Bruno Vespa, quello internazionale a Tony May, Presidente dei ristoratori italiani in USA e proprietario del prestigioso Ristorante San Domenico a New York, menzione speciale “Made in Italy solidale” allo chef Massimo Bottura, e un riconoscimento anche alla “Signora della liquirizia” Pina Amarelli. Infine premi ITA sono stati consegnati anche ad alcune scuole superiori del settore alberghiero.

L’idea degli ITA è nata per portare l’attenzione su luci ed ombre del Made in Italy. L’informazione svolge un ruolo determinante nel far conoscere l’Italia e i suoi prodotti, e al tempo stesso è utile per smascherare i falsi nel design, nella moda e nel food. Dai dati Eurispes, il valore dell’export del comparto agroalimentare è di 3 miliardi di euro solo in USA, mentre l’Italian Sounding, che conta un giro d’affari di 60 miliardi nel mondo (24 in nord America e 26 in Europa e nel resto del mondo), danneggia consumatori spesso inconsapevoli, e almeno due prodotti su tre commercializzati all’estero come italiani sono contraffazioni.

Le aziende estere che utilizzano impropriamente segni distintivi e descrizioni informative e promozionali che si rifanno in qualche modo al nostro Paese, adottano tecniche di mercato che inducono i loro acquirenti ad attribuire ai prodotti caratteristiche di qualità italiana inesistenti, concorrendo slealmente nel mercato ed acquisendo un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza non solo del nostro Paese.

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