Obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione - InformaCibo

Obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione

Tutto il settore agroalimentare dovrà adeguarsi a questo decreto

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 06/04/2018

Dal 5 aprile 2018 è entrato in vigore il decreto legislativo 15 settembre 2017 n. 145 che fa scattare l’obbligo di indicare in un’etichetta lo stabilimento di produzione del prodotto, che si tratti di uova, olio, verdure o caffè, tutto il settore agroalimentare dovrà adeguarsi a questo decreto. Le sanzioni per negozi, supermercati e soprattutto produttori e distributori che non presenteranno le etichette sui generi alimentari vanno da 2 a 15 mila euro.

Nell’occasione la Coldiretti ricorda che il decreto legislativo è “una norma, per consentire di verificare se un alimento è stato prodotto o confezionato in Italia, sostenuta dai consumatori che per l’84% ritengono fondamentale conoscere, oltre all’origine degli ingredienti, anche il luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione”, secondo la consultazione on line del ministero delle Politiche agricole.

Se l’operatore del settore alimentare disponga di più stabilimenti, è consentito – spiega Coldiretti – indicare tutti gli stabilimenti purché quello effettivo sia evidenziato mediante punzonatura o altro segno identificativo, mentre nel caso di prodotti non destinati al consumatore finale ma alla ristorazione collettiva o all’azienda che effettua un’altra fase di lavorazione, ci si può limitare a indicare la sede dello stabilimento solo sui documenti commerciali di accompagnamento”.

Insieme allo stabilimento di lavorazione – conclude la nota della Coldiretti – va al più presto prevista l’indicazione obbligatoria in etichetta per tutti gli alimenti anche dell’origine degli ingredienti che è di gran lunga considerato l’elemento determinate per le scelte di acquisto dal 96% dei consumatori. Una battaglia per la trasparenza condotta dalla Coldiretti che ha portato molti risultati anche se – continua la Coldiretti – oltre 1/4 della spesa degli italiani è ancora anonima con l’etichetta che non indica la provenienza degli alimenti, dai salumi ai succhi di frutta fino alla carne di coniglio”.

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