Parmigiano Reggiano boom: export vola al 38%, 2,2 ml il giro d’affari - InformaCibo

Parmigiano Reggiano boom: export vola al 38%, 2,2 ml il giro d’affari

La strategia del Consorzio si basa su 4 pilastri: distintività, più export, lotta alla contraffazione e caseifici aperti alla vendita

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 23/04/2018

Prima cosa: la presentazione dei dati economici del comparto Parmigiano Reggiano si è svolta oggi a Milano alla presenza del Presidente del consorzio Nicola Bertinelli, il vice Presidente Guglielmo Garagnani, il vice ministro alle politiche agricole alimentari, Andrea Olivero e il giornalista di Italia Oggi, Luigi Chiarello in veste di moderatore.

Seconda cosa: la scelta di svolgere l’incontro stampa nel Tempio della finanza, negli austeri locali della Borsa in piazza Affari, (non per essere quotata) per farsi conoscere meglio, per mostrare al mondo internazionale (da tempo non vedevamo così tanta stampa estera presente alle conferenze stampa milanesi) le doti di cui dispone questa eccellenza dell’agroalimentare italiano è stata un’idea felice. Subito colta da Chiarello che con una battuta ha detto: “oggi qui siamo in controtendenza, è l’economia reale che si appropria degli spazi della finanza e non viceversa”.

Terza cosa: i dati diffusi dalla dirigenza del Consorzio di tutela sono da boom: il 2017 è stato un anno record per la produzione della Dop che cresce complessivamente del 5,2% rispetto all’anno precedente. Le oltre 3,65 milioni di forme (circa 147 mila tonnellate) prodotte nel 2017 rappresentano il livello più elevato nella storia millenaria del Parmigiano Reggiano. Un giro d’affari al consumo pari a 2,2 miliardi di euro per la denominazione di origine protetta che si proietta sempre più verso l’estero: una valvola di sfogo per una produzione in continua espansione che ha bisogno di nuovi spazi di mercato. Se l’Italia rappresenta il 62% del mercato, la quota export arriva al 38% (+3,9% rispetto all’anno precedente).

Quarta cosa: anche plasticamente abbiamo avvertito a Milano che con l’ “era della discontinuità”, inaugurata un anno fa dal presidente Bertinelli (“presidente e imprenditore”), si è aperta una nuova stagione per il Parmigiano Reggiano.  Una stagione che porta il Parmigiano Reggiano, che nasce nelle cinque province di Parma, Reggio Emilia, Modena, e in parte Mantova e Bologna, a vivere un momento roseo anche per quanto riguarda le quotazioni. Se infatti nel 2016 il costo al kg era pari a 8,60 euro, nel 2017 la quotazione media si è attestata a 9,81 euro con un incremento del 14% (fonte: bollettini Borsa Comprensoriale Parma).

Luigi Chiarello, Nicola Bertinelli, Andrea Olivero e Guglielmo Garagnani

I mercati del Parmigiano Reggiano: primo la Francia

La Francia è il primo mercato (9.800 tonnellate), seguita da Germania (9.460 tonnellate), Stati Uniti (9.075 tonnellate), Regno Unito (6.163 tonnellate) e Canada (2.380 tonnellate). Se Francia, Germania, Canada e Regno Unito corrono (rispettivamente +11,3% , + 3,2% , +8,1%, +6,6%), gli Stati Uniti frenano (-9,3%) a causa del rapporto euro/dollaro e della concorrenza dei prodotti similari. Al contrario, cresce il Canada che, grazie agli accordi CETA, conferma le previste opportunità di sviluppo.

La conferenza stampa è stata l’occasione per presentare una fotografia del comparto, ma anche per interrogarsi sulle azioni che il Consorzio intraprenderà per guidarne la crescita. La sfida è quella di collocare il prodotto sul mercato a un prezzo remunerativo: nel 2018 si prevede infatti un ulteriore incremento della produzione che porterà il numero delle forme a superare quota 3,7 milioni. Per sviluppare la domanda in Italia e all’estero, il Bilancio preventivo del Consorzio ha previsto un investimento in comunicazione pari a 20 milioni di euro (12 in Italia e 8 all’estero): 7 milioni in più rispetto all’anno precedente.

La strategia del Consorzio si basa su quattro pilastri

Distintività di prodotto, incremento dell’export, lotta alla contraffazione e sviluppo delle vendite dirette dei caseifici.

Il primo, e il più importante, riguarda la distintività di prodotto: “Ci sono 3,5 milioni di famiglie fedelissime al Parmigiano Reggiano, 3,9 milioni al Grana Padano e 14 milioni di famiglie che comprano indistintamente uno o l’altro. Per aumentare le vendite, abbiamo messo in campo azioni di riposizionamento della marca, rafforzando la comunicazione con l’obiettivo di far percepire al consumatore i plus che rendono il Parmigiano Reggiano DOP un formaggio unico al mondo. Un prodotto che si distingue dai competitor per la selezione degli ingredienti migliori e naturali, la completa assenza di conservanti e additivi, il rispetto della stessa ricetta da mille anni” afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.

Il secondo pilastro è quello dell’export: il Consorzio ha incrementato gli investimenti all’estero sia in ambito marketing che relazioni pubbliche, creando un network di uffici stampa presenti nei principali mercati di riferimento. L’export rappresenta una delle leve principali per sostenere l’incremento di produzione: il Consorzio si pone l’ambizioso obiettivo di crescere di 2/3 punti percentuali l’anno e di arrivare nel 2021 a quota 1,6 milioni di forme esportate.

Il terzo è la lotta alla contraffazione che si traduce concretamente in una maggiore trasparenza che va a vantaggio del consumatore. Dal 2017, il Consorzio ha potenziato i programmi di sorveglianza delle ditte di grattugia e dei laboratori di porzionatura (ora al 100%) così da garantire al consumatore l’autenticità del prodotto.

Quarto ed ultimo, il Consorzio sostiene e promuove le vendite dirette. I Caseifici devono avere sempre più accesso al mercato senza mediazioni, non solo attraverso gli spacci aziendali, ma anche con le vendite online, i rapporti diretti con le piccole catene di supermercati e il canale horeca. L’obiettivo è quello di aumentare la quota di vendita diretta fino a raggiungere un terzo della produzione complessiva.

Il vice Presidente Guglielmo Garagnani: la presentazione di Caseifici aperti

Un aspetto importante per far conoscere “da vicino” il “Re dei formaggi” è la manifestazione Caseifici Aperti presentata dal vice Presidente Guglielmo Garagnani. “sabato 28 e domenica 29 aprile ci sarà Caseifici Aperti -ha detto Garagnani- che si svilupperà tra tanti eventi, visite guidate e degustazioni. Il Parmigiano reggiano ha tante idendità e per conoscere un formaggio non c’è niente di meglio che farlo andando a visitare il luogo dove lo si fa: il caseificio. Se poi quel formaggio è il Parmigiano Reggiano, allora l’esperienza diventa ancor più affascinante. Perché là dove si producono forme si respira una cultura e una tradizione secolare”.

Partecipare è semplicissimo: nel sito www.parmigianoreggiano.it dove troverete la lista dei caseifici aderenti, orari di apertura ed eventi proposti. Saranno presenti inoltre alcuni consigli per soggiornare e per degustare i piatti tipici della zona al fine di rendere l’esperienza sul territorio completa e indimenticabile.

Caseifici Aperti su InformaCibo.

Vacca Bianca Modenese, di Vacca Rossa Reggiana, di Vacca Bruna

Sempre in merito all’artigianalità e alle distintività del Parmigiano Reggiano DOP emerge un altro dato interessante. Ben 137 caseifici su 335 hanno certificazioni aggiuntive alla DOP per rispondere alle diverse esigenze di mercato. Ci sono il Parmigiano Reggiano Biologico, quello di Vacca Bianca Modenese, di Vacca Rossa Reggiana, di Vacca Bruna, il Kosher, l’Halal e le lunghissime stagionature “da meditazione”. Sono oltre 360 mila forme che si collocano a prezzi al consumo stabilmente superiori alla media.

I prodotti delle zone montane con il marchio “prodotto di montagna”

Da sottolineare che il Parmigiano Reggiano è il più importante prodotto Dop ottenuto in montagna, già prima della decisione del governo il Consorzio aveva dotato le forme di Parmigiano di mkontagna con uno specifico marchio. Prodotto di Montagna.

L’obiettivo del Consorzio è quello di promuovere tutti questi nuovi segmenti così come le vendite dirette dei Caseifici: si tratta infatti di un mercato meno condizionato dalla congiuntura che consente ai produttori una remunerazione più alta.

Il Parmigiano Reggiano –ha concluso Nicola Bertinelli– ha vissuto un anno record per produzione, quotazioni ed export. La sfida sarà quella di collocare il prodotto costruendo nuovi spazi di mercato. Per raggiungere i nostri obiettivi, chiediamo alla Politica un aiuto concreto, sia in Italia – dove servono sanzioni più rigide per chi non si attiene alle regole – sia all’estero, per combattere l’italian sounding e per definire i dettagli degli Accordi bilaterali in modo adeguato”.

Il presidente Nicola Bertinelli mentre illustra i dati del consorzio

Il Vice Ministro Andrea Olivero quasi esclamando ha detto: “vorremmo davvero avere in italia tanti Consorzi gestiti come questo del Parmigiano Reggiano. Oggi -ha aggiunto- ho capito che questo Consorzio non solo svolge il ruolo di controllo e tutela ma pianifica e promuove al meglio questa eccellenza made in Italy”. Olivero si è anche soffermato con InformaCibo sulla grande valenza che ha la ristorazione italiana nel mondo proprio in questo anno dedicato al Cibo italiano. Ha ricordato la figura di Bartolo Ciccardini che costantemente, con Ciao Italia e altre associazione di chef italiani nel mondo come il Cim-Chef Italiani nel Mondo presieduto da Marco Medaglia, ha sempre cercato si promuovere i ristoranti italiani all’estero che utilizzano i prodotti italiani.

Il successo del Parmigiano Reggiano non può che allietarci e rafforzare la partnership tra le istituzioni e il mondo dell’impresa; essere qui oggi vuol dire non solo celebrare il successo di un prodotto italiano DOP, ampiamente riconosciuto e premiato dai consumatori in Italia e all’estero, ma riconoscere il lavoro fatto da tutta la filiera che ha saputo raccontare le caratteristiche intrinseche di un’eccellenza italiana. Come Governo continueremo ad impegnarci per contrastare l’italian sounding e perché le indicazioni geografiche diventino un valore globale” ha concluso il Vice Ministro Olivero.

Ultima notizia della giornata, oggi la Borsa italiana ha chiuso in rialzo dello 0,64%. Il Parmigiano Reggiano ha portato fortuna.

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