Pippo Callipo: "la Calabria è sull'orlo dell'abisso" Un grido di allarme sulla Calabria e sulla classe politica calabra del noto imprenditore - InformaCibo

Pippo Callipo: “la Calabria è sull’orlo dell’abisso” Un grido di allarme sulla Calabria e sulla classe politica calabra del noto imprenditore

di Informacibo

Ultima Modifica: 28/08/2014

Pubblichiamo con ritardo, dovuto al periodo di ferragosto, questa lettera inviataci da Pippo Callipo e lo ringraziamo sentitamente.

Caro Direttore,
“Galli della Loggia dice cose sacrosante. In Calabria, la mia regione, ci sono, e sono sempre più forti e incontrastati, un ceto politico – in carriera da mezzo secolo in alcuni emblematici casi – ed una burocrazia incolta e affaristica che, da decenni, si sono impadroniti delle risorse pubbliche, attraverso il controllo scientifico dei partiti (di destra/ sinistra/ centro).

Risorse pubbliche regionali, nazionali ed europee che, anziché essere finalizzate allo sviluppo, alla salvaguardia ambientale ed alla valorizzazione del grande patrimonio naturalistico, storico e culturale di una tra le più belle terre d’Europa, sono state dirottate per implementare le clientele dei singoli politici, favorendo, di conseguenza, la speculazione più becera, di cui sono indiscusse protagoniste la criminalità organizzata e i tanti “prenditori” (li ho definiti così qualche anno fa, ritenendoli i peggiori avversari dell’imprenditoria sana che pure in Calabria c’è, e resiste!) che, in questo contesto di degrado generalizzato, contribuiscono a fare della mia regione un “caso” non semplicemente “vergognoso” ma grave per la stessa tenuta della democrazia italiana e fino a prova contraria, la Calabria è Italia.

Perché, in un contesto simile, in cui la legalità è a pezzi, benché magistrati e forze dell’ordine facciano del loro meglio; in cui prevale l’arroganza dei “boss” della politica e delle lobby che intorno ai centri di potere pubblico tessono le loro trame; in cui i giovani e le nostre migliori intelligenze sono costrette alla fuga se non sono disposti a piegarsi allo scambio diritti/favori, è in discussione il nostro stesso essere cittadini di un Paese europeo. Non farò analisi sociologiche sulle ragioni e i “crediti” di questa parte del Mezzogiorno mai saldati dallo Stato. Non dirò della complicità di parte del sistema imprenditoriale italiano circa lo sperpero di risorse destinate a colmare ilo deficit infrastrutturale in Calabria. Non si riferiva queste cose Galli della Loggia, mi pare. Condivido il suo sdegno che è anche il mio. Ciò che, però, va aggiunto, è che lo sfacelo da me indicato e le osservazioni del professore sono roba risaputa, ma nonostante tutto lo Stato italiano e le sue espressioni più alte (Governi, Parlamento, partiti, Autorità di controllo), seguitano a non occuparsi della Calabria con la determinazione che deve avere il chirurgo dinanzi ad un cancro da estirpare.

Nel 2010, quando già lo scempio delle nostre risorse era sotto gli occhi di tutti, ho provato, a mie spese, a candidarmi alla guida della Regione con una lista civica (“Io Resto in Calabria”) composta da persone comuni. La sfida lanciata era il cambiamento per mandare a casa la nomenclatura arricchitasi sulle spalle della Calabria. Contro abbiamo avuto gli eserciti di due leader politici che, rispetto al 10 per cento da me ottenuto, ci hanno sopravanzato, ed uno di loro, l’ex presidente Scopelliti, ha conquistato la Regione. I risultati che si sono avuti si commentano da sé: la Calabria, in un Paese che ristagna, è sull’orlo dell’abisso. Ma allora – come purtroppo anche oggi dinanzi alle imminenti elezioni per la Regione – l’attenzione delle Autorità pubbliche e private nazionali e dei leader politici, fu inesistente. Pilato, a loro confronto, era un decisionista! Di dar vita ad un’alleanza tra buona politica nazionale e buona politica calabrese, neppure per l’anticamera del cervello. Dinanzi alla forza coesa dei blocchi di potere politici e “prenditoriali” calabresi, le forze politiche e i loro rappresentanti nazionali non hanno voluto dare un mano alla parte migliore della Calabria che alzava la testa. Si guardi a quanto sta accadendo in questi giorni in Calabria e mi si dica che ho torto quando asserisco che il Pd, indeciso a tutto, ed il centrodestra, che ha sgovernato la Calabria per 4 anni, alla fine non troveranno di meglio, col sostegno incondizionato dei loro leader nazionali, che ricompattarsi sulle vecchie classi dirigenti, sui noti volti di politici che hanno tradito ogni aspettativa di questa terra sfortunata. C’è da utilizzare le ingenti risorse dei fondi comunitari 2014/2020, vedrete che su questa partita non ci sarà destra o sinistra, ma il consueto gioco delle parti che mira ad un solo risultato: spartirsi la torta. Non certo per il bene dei calabresi che, in verità, finora dei fondi spesi hanno avuto pochi benefici. Ho scritto di recente una lettera al premier Renzi, nella mia qualità di imprenditore che in Calabria vive, lavora e crea ricchezza e che dalla Calabria non intende assolutamente andar via, invitandolo a occuparsi di persona della mia regione, perché la Calabria, con tutte le emergenze che deve fronteggiare ( roba da far perdere il sonno a chi governa il Paese) da sola non ce la farà mai. Il mio auspicio, dunque, è che ci siano non uno, ma dieci Galli della Loggia che stimolino chi di dovere ad assumersi le proprie responsabilità ed a provocare, se ancora possibile, reazioni vibrate in quella parte di società civile calabrese che non ne può più di questa brutta politica e che non intende più dare deleghe in bianco.

Pippo Callipo”
3 agosto 2014

Dentro un barattolo tutto il riscatto della nuova Calabria uno scritto di Antonello Caporale

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