Progetto “Grani Antichi” per salvare la Risciola

Progetto “Grani Antichi” per salvare la Risciola

È un grano tenero antico e prezioso, riscoperto nelle terre dell’Irpinia

di Cristiano Bacchieri

Ultima Modifica: 04/04/2018

Si chiama ‘Grani Antichi’ e ha l’obiettivo di creare una comunità di agricoltori per ri-coltivare in modo tradizionale grani antichi autoctoni in terreni biologici dell’Irpinia, partendo dalla Risciolaattraverso una filiera integrata e sostenibile, nel rispetto della biodiversità.

Sono stati coinvolti agricoltori giovani e meno giovani, per promuovere un dialogo tra metodi antichi e innovazione e per offrire un’opportunità in più di lavoro.

L’iniziativa è partita dalla famiglia di imprenditori agricoli Lo Conte, originaria di Avellino, cinque generazioni dedicate alla cura della terra, la cui mission è da sempre quella di preservare la ricchezza e la tradizione del territorio facendo, come in questo caso, rivivere grani antichi e dimenticati, ma sani e saporiti.

Il focus del progetto è quello di piantare nuovamente grani autoctoni in terreni irpini, biologici o con metodo integrato, controllati e naturalmente fertili, grazie all’esperienza e all’attività di giovani e appassionati agricoltori, lasciando che la natura faccia poi il suo corso. La Risciola è infatti un grano tenero antico e prezioso, riscoperto proprio nelle terre dell’Irpinia e riportato alla luce grazie al lavoro dei giovani agricoltori.

Grani AntichiCome funziona la comunità Risciola?

Il gruppo di imprenditori agricoli Lo Conte distribuisce, gratuitamente, i semi necessari ai coltivatori iscritti alla Comunità Irpina del grano Risciola, garantendogli un’assistenza totale e acquistando tutta la produzione con una maggiorazione del 60% del prezzo di mercato. E’ necessario seguire un disciplinare condiviso, al fine di produrre il grano antico nel rispetto dell’agricoltura biologica e delle migliori tecniche di coltivazione per ottenere un reddito più alto delle normali coltivazioni. Non potendo garantire quantità industriali, il grano antico non viene utilizzato dai grandi molini, per questo la macinazione viene effettuata nel molino a pietra che non ha la possibilità di raffinare la farina. Alimentato da energia, come vuole la tradizione, il chicco di grano macinato a pietra, infatti, conserva integre le sue parti, preservando tutti i valori nutrizionali. Il grano raccolto non verrà tutto macinato; ne verrà conservata una parte da donare ad altri agricoltori.

Risciola significa incentivare un tipo di produzione a km 0

Ogni anno contiamo di poter crescere in base alla bontà dei raccolti, per le disponibilità di semi, e alla notorietà del progetto – spiega Antonio Lo Conte a capo del gruppo – Siamo partiti da un terreno della nostra famiglia, una collina asciutta e ventilata e non troppo fredda. Le sue zolle, ricche di potassio vulcanico, lo rendono un terreno franco, che grazie alla tradizionale rotazione delle colture, preserva i sali minerali e li trasferisce alla pianta, rendendola completa a livello nutrizionale. L’esposizione al sole e l’impossibilità del ristagno di acqua favoriscono così la crescita sana del grano, che non necessita di interventi umani per il diserbo chimico – continua Lo Conte – Abbiamo sottoposto i nostri terreni a scrupolose analisi per essere certi che siano sani, ricchi e fertili come sono sempre stati. I grani antichi sono sicuramente 100% italiani e sono tracciati punto per punto in una filiera di contadini disposti a seminate questo grano pur sapendo che produrrà la metà del raccolto garantito da un grano moderno. Da questa filiera ne derivano prodotti che esprimono al meglio il valore aggiunto di questi grani, sia per la qualità della materia prima che per l’estrema cura di tutto il processo produttivo”.

Condividi L'Articolo

L'Autore

Web editor