L'impatto della Dop Economy sui territori nel Rapporto Ismea Qualivita 2022. Molto più si una "semplice" economia - InformaCibo

L’impatto della Dop Economy sui territori nel Rapporto Ismea Qualivita 2022. Molto più si una “semplice” economia

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 22/11/2022

È molto più di una semplice ripresa della Dop economy italiana quella descritta dai dati del XX Rapporto Ismea-Qualivita. Ed è molto più di una “semplice” economia.

Il comparto del cibo e del vino DOP IGP nel 2021, dopo aver retto bene alla pandemia nel 2020, ha raggiunto un valore complessivo alla produzione pari a 19,1 miliardi di euro (+16,1% su base annua) e un export da 10,7 miliardi di euro (+12,8%).

Sono risultati record che portano a quota 21% il contributo del comparto DOP IGP al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale.

Un quadro che delinea una grande forza propulsiva da parte delle filiere dei prodotti DOP IGP, da sempre espressione di un patrimonio economico particolarmente importante anche perché, per sua natura, non è delocalizzabile ed è frutto del lavoro coeso di un sistema che in tutto il territorio nazionale coinvolge 198.842 operatori e 291 Consorzi di tutela autorizzati dal Ministero.

L’impatto economico delle Dop e Igp nei territori

Come emerge dal rapporto, l’impatto economico della Dop economy, dopo aver subito nel 2020 un ridimensionamento in 13 regioni, è tornato a crescere in ben 18 regioni italiane e in 10 di queste registra una progressione a due cifre.

Un sistema, quello delle produzioni DOP IGP che, al di là della concentrazione del valore nei grandi distretti, è capace di esprimere una ricaduta economica in tutte le province, dal nord al sud Italia. 

  • Le quattro regioni del Nord-Est accrescono il proprio ruolo di traino economico e per la prima volta superano i 10 miliardi (10,6 miliardi di euro) arrivando a rappresentare il 55% del valore complessivo nazionale del settore DOP IGP, con una crescita del +19,1% che va ben oltre il recupero del calo del 2020.
  • Veneto e Emilia-Romagna non solo si confermano le prime regioni in assoluto per valore, ma riportano una crescita rispettivamente del +28% e del +11% sul 2020. 
  • Le regioni del Nord-Ovest con 3,8 miliardi di euro segnano un +10,8%, con il contributo principale di Lombardia (+7,2%) e Piemonte (+15,4%), mentre quelle del Centro raggiungono 1,7 miliardi di euro per un +15,5%, guidate dalla Toscana (+18,6%).
  • Ma il dato più interessante riguarda l’area “Sud e Isole”, l’unica a crescere nel 2020 (+7,5%) e nel 2021 con 3,0 miliardi di euro segna un ulteriore +13,2% con valori sempre in ascesa per Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. 

Un nuovo indicatore: “Peso DOP IGP”

L’analisi territoriale del Rapporto Ismea-Qualivita 2022 si è arricchita inoltre di un nuovo indicatore “Peso DOP IGP” che, per ogni regione, esprime l’incidenza del comparto DOP IGP sul totale del settore agroalimentare regionale: ne deriva un quadro che evidenzia come per alcune regioni la Dop economy sia motore primario per tutto il sistema agroalimentare del territorio.

Infine, fra le prime venti province per valore – di cui ben dodici appartengono alle regioni del Nord-Est, a partire dalle prime tre Treviso, Verona e Parma – tutte hanno dati in crescita rispetto al 2020 e in ben 14 casi si tratta di variazioni percentuali a doppia cifra.

La produzione certificata DOP IGP agroalimentare e vinicola nel 2021 raggiunge un valore di 19,1 miliardi di euro un dato che, dopo il segnale di stop del 2020 (-2,0% su base annua), riprende con un +16,1% il trend di crescita degli ultimi dieci anni.

Il comparto cibo DOP IGP sfiora gli   8 miliardi di euro (+9,7%), mentre il settore vitivinicolo supera gli 11 miliardi di euro (+21,2%), valori record che portano per la prima volta a quota 21% il contributo della Dop economy al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale: più di un euro su cinque del cibo e del vino italiano è generato da prodotti DOP IGP.

Export

Sul fronte delle esportazioni, le DOP IGP agroalimentari e vitivinicole nel 2021 raggiungono i 10,7 miliardi di euro, per un peso del 21% nell’export agroalimentare italiano complessivo, un risultato che è somma di un “doppio record” con il cibo a 4,41 miliardi di euro e un +12,5% su base annua e il vino a 6,29 miliardi di euro (+13,0%).

In particolare si registrano crescite a due cifre per le principali categorie, dai formaggi (+15%) agli aceti balsamici (+11%) ai prodotti a base di carne (+13%).

Il vitivinicolo è trainato dai vini DOP (+16%), con in testa gli spumanti (+25%). Relativamente agli impatti economici delle filiere DOP IGP, il 2021 fa registrare una crescita per 18 regioni su 20, con oltre la metà dei casi che segnano variazioni percentuali a doppia cifra.

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