Rapporto sul Turismo Italiano edizione numero 22
A cura del Cnr-Iriss, patrocinio del Mipaaft, il rapporto è stato presentato in anteprima nella giornata di apertura della Bit
di Donato Troiano
Ultima Modifica: 11/02/2019
Nella giornata inaugurale, 10 febbraio, alla Bit, Borsa Internazionale del Turismo di Milano è stata presentata la ventiduesima edizione del Rapporto sul Turismo Italiano, a cura dell’Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Cinque le parti in cui è articolato il rapporto: la prima incentrata sulle statistiche, la seconda su imprese e servizi, la terza sulla competitività delle destinazioni, la quarta sui mercati e infine delle considerazioni sulle politiche pubbliche per il Turismo.
Nell’occasione si è svolta una tavola rotonda ‘Le nuove sfide dello sviluppo del turismo in Italia’, moderata da Gennaro Sangiuliano, direttore del TG2.
Il settore turistico già da diversi anni sta godendo di un grande sviluppo a livello mondiale, sebbene caratterizzato da dinamiche differenziate in relazione ai prodotti e ai territori.
Anche l’Italia ha mostrato una dinamica dei flussi turistici crescente che si prevede continuerà a ritmi sostenuti nei prossimi anni.
Nonostante ciò, non vanno tralasciati fenomeni di squilibrio socio-economico e territoriale, spesso interrelati, la cui gestione si pone come condizione imprescindibile di un vero sviluppo sostenibile; ci si riferisce in particolare: al c.d. fenomeno di overtourism nei centri storici che sta generando seri rischi di perdita di identità dei luoghi; ai profondi cambiamenti che stanno caratterizzando il sistema d’offerta in cui gli operatori tradizionali (catene alberghiere, agenti di viaggio e tour operator) convivono con le piattaforme collaborative ed i grandi player dell’intermediazione; alla crescente esigenza di maggiore integrazione delle risorse più rappresentative del Made in Italy, come cultura, enogastronomia e moda; ma anche al ruolo svolto dai nuovi segmenti turistici per il rilancio dei segmenti tradizionali ed, infine, al nuovo assetto istituzionale generato dal passaggio delle competenze relative al turismo dal Ministero dei beni e delle attività culturali al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
Rapporto sul Turismo Italiano edizione numero 22 a cura del Cnr-Iriss
Il quadro che è emerso è positivo – nel 2017 si è assistito per la prima volta al superamento della componente internazionale (210.658.786) rispetto a quella nazionale (209.970.369 -ma indica anche la direzione in cui occorre lavorare per far crescere l’industria del turismo e dell’ospitalità in tutto il Paese nel segno del turismo diffuso. Nel 2018 infatti le presenze (ovvero i giorni di pernottamento) nella ricettività hanno fatto segnare un nuovo record attestandosi a quota 430 milioni rispetto ai 420,6 del 2017, con un ulteriore incremento del 4% previsto per il 2019, ma la spesa turistica è concentrata in sole cinque Regioni – Lombardia, Lazio, Toscana, Veneto ed Emilia-Romagna – che esprimono oltre la metà (54,3%) del totale delle presenze. Non solo, la quota dell’Italia rispetto agli arrivi internazionali globali è cresciuta solamente dello 0,2% passando dal 4,2 al 4,4% nonostante il Bel Paese sia la destinazione più “visitata” nelle ricerche online, come rileva Netcomm. Ci sono quindi criticità se si guarda al posizionamento competitivo dell’Italia.
“Se si tiene conto degli effetti indotti, il volume d’affari nel 2017 è stato pari a circa 108,2 miliardi (+5%), vale a dire il 7,0% di quello prodotto complessivamente in Italia, quasi quattro volte derivato dal comparto agricolo-alimentare e circa 4,5 volte quello proveniente dal tessile-abbigliamento, moda compresa”, spiega Alfonso Morvillo, direttore del Cnr-Iriss.
La spesa nazionale complessiva è caratterizzata per il 39,2% dalla componente internazionale e per il 60,8% da quella nazionale, mentre l’occupazione ha raggiunto la soglia di circa 3,5 milioni di unità di lavoro, pari al 13,9% del totale nazionale. Se si considera il comparto del turismo allargato, (consumi dei turisti, spese e gli investimenti delle aziende, spese del governo centrale e dei governi locali nel settore), il valore aggiunto risulta pari a circa 195,99 miliardi di euro: il 12,7% del Pil complessivo.
Il Rapporto: maggiore valorizzazione del genius loci e sviluppo di nuove forme di sostenibilità
Il Rapporto, in linea con quanto sostienel’Historic Urban Landscape dell’Unesco, sottolinea anche la necessità di avviare politiche di valorizzazione del genius loci e allo sviluppo di nuove forme di sostenibilità, in linea con una crescente domanda di autenticità dei luoghi nell’esperienza di visita. Da qui la necessità ridurre da un lato il gap dell’offerta di mete e territori da far visitare promuovendo un patrimonio unico per arte, cultura, enogastronomia, leisure, natura e dall’altro di valorizzare ancora il ruolo centrale di una manifestazione con una forte proiezione internazionale come la Bit, piattaforma di incontro d’affari tra domanda e offerta e grande “hub” di promozione delle nostre destinazioni, delle eccellenze dei territori, dell’ospitalità e dell’italian lifestyle, in grado accrescere la percezione positiva dell’Italia nel mondo e portare il mondo in Italia.
I relatori della tavola rotonda
A quest’ultima partecipano alcuni tra i principali stakeholder del sistema turistico nazionale e, segnatamente, Alessandra Priante (Capo ufficio relazione internazionali Mipaaft), Giorgio Palmucci (Presidente Confindustria Alberghi), Marina Lalli (Vice Presidente Federturismo), Alberto Corti (Direttore Confturismo), Vittorio Messina (Presidente Assoturismo), Joseph Ejarque (Presidente FourTourism), Gianpiero Lotito (CEO FacilityLive), Emilio Becheri (Direttore Turistica) e Nicola Ciccarelli (Socio fondatore t-FORUM).
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