Unità del Paese attorno a Expo: via libera del Governo a Agenda Italia per l’Expo 2015
di Informacibo
Ultima Modifica: 18/11/2013
Milano 18 novembre 2013. “L'Expo e il Padiglione Italia in particolare dovranno essere un potente strumento per restituire fiducia e orgoglio nell'Italia ai cittadini, a cominciare dai più giovani”, .“Con l'Expo dobbiamo ritrovare la fierezza del nostro saper fare”. Con queste parole d'ordine il governo, con in prima linea il premier Letta e il sottosegretario all'Expo, Maurizio Martina, ha aperto ufficialmente, lo scorso fine settimana, “Agenda Italia 2015”, che include 60 ''azioni'' che coinvolgono tutti i Ministeri, in vista dell'esposizione universale di Milano.
Il presidente del Consiglio Enrico Letta al termine della riunione della Commissione di coordinamento per le attività connesse all'Expo a palazzo Chigi. ha detto che ''l'Expo riguarda tutto il Paese, è questo il senso profondo di Agenda Italia 2015 che abbiamo approvato: dare un fortissimo messaggio dell'unità del Paese attorno all'Expo''.
Da parte sua Maurizio Martina sottosegretario con delega Expo 2015 e presidente della commissione di coordinamento che ha preparato Agenda Italia 2015, ha precisato: “Sono molto soddisfatto del lavoro di squadra che abbiamo fatto per arrivare alla prima stesura di Agenda Italia per Expo 2015. I progetti che vi sono contenuti aiuteranno a portare l'occasione di Expo Milano 2015 in tutto il Paese, aprendo opportunita' di sviluppo e sostenendo nuove energie che vogliono mettersi alla prova. Tre sono gli obiettivi di Agenda Italia: promuovere il ruolo dell’Italia nel mondo; sviluppare i temi di Expo (il titolo scelto è Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, ndr) e contribuire allo sviluppo del Paese''.
Il dossier dell'Agenda Italia 2015, il piano di attività di promozione e a supporto di Expo Milano 2015, sarà presentato, il prossimo giovedì 21 novembre, alla Triennale di Milano ma le idee portanti sono già note da tempo.
Al di là di alcune scelte infrastrutturali alcune tra le 60 proposte, riguardano direttamente il mondo dell'alimentazione, del turismo e lo sviluppo dei territori con le loro eccellenze gastronomiche.
Per la promozione dell'Expo all'estero si parla di coinvolgere i duemila ristoranti del mondo che aderiscono al progetto «Ospitalità italiana» lanciato da Unioncamere (forse il governo e il sottosegretario Martina potevano anche ricordarsi che esistono altre associazioni di Ristoratori italiani all'estero che portano in alto i valori dell'Italia nel mondo, a cominciare dal Cim-Chef italiani all'estero e Ciao Italia, che raggruppano oltre seimila ristoranti). C'è il sostegno alle start up e alle filiere innovative in campo agroalimentare e al progetto cluster nazionali per la Bioeconomia. C'è il sostegno allo sviluppo dei territori per la valorizzazione delle nostre eccellenze eno-gastronomiche. C’è la campagna nazionale per la sana alimentazione. C’è il biglietto integrato per alcuni musei statali e c’è il «progetto terre», un bando per affidare terreni demaniali a 30 giovani che vogliano avviare un’attività agricola.
In poche parole il senso complessivo dell’Agenda Italia 2015 è quello di trasformare l’Expo da evento regionale a evento nazionale, coinvolgendo il territorio italiano nella sua interezza e costruendo la rete che permetterà a tutte le realtà locali di beneficiare delle ricadute del grande evento, in termini di indotto e soprattutto sul piano del turismo e dell'alimentazione.
I primi commenti sono positivi. La dichiarazione di Piero Fassino, presidente dell'Anci
"E' estremamente significativo che il Presidente del Consiglio Enrico Letta abbia riconosciuto il ruolo fondamentale dell'ANCI e dei Comuni nelle attività di promozione dell'immagine del nostro Paese nell'ambito di expo 2015'', ha riferito il presidente dell'Associazione dei Comuni Italiani Piero Fassino a margine della conferenza stampa che si e' tenuta stamane a Palazzo Chigi al termine della riunione della Commissione di coordinamento per le attività connesse all'Expo. ''I Comuni e l'Anci – ha aggiunto – saranno realmente protagonisti in tutta la fase che, a partire da oggi, porterà ad expo 2015, evento che rappresenta una grande occasione per tutto il Paese e che quindi, come in realtà sta già avvenendo, deve vedere tutti i soggetti coinvolti (Stato, Regioni e Comuni) agire in una ottica di sistema''. Nel ricordare che Anci ed i Comuni italiani ''saranno presenti a Milano giovedì prossimo 21 Novembre per la Conferenza stampa di presentazione ufficiale di Agenda Italia 2015'', Fassino ha sottolineato il fatto che ''da parte dei Comuni c'e' la piena consapevolezza dell'importanza di expo 2015 per rafforzare l'immagine dell'Italia nel mondo''.
I giudizi di Pisapia e Maroni
Da parte del sindaco Giuliano Pisapia, che ha salutato il passaggio «da 'Squadra Milano' a 'Squadra Italia'». E da parte del governatore lombardo Roberto Maroni, che si è speso in «un plauso e un ringraziamento per questo lavoro a Letta e al sottosegretario Maurizio Martina».
I temi della sostenibilità e di una alimentazione sana al centro dell'Expo
L'Expo è una buona occasione per rilanciare il mercato interno, stremato dalla recessione, dall'austerità e dalla paura. La prossima Expo di Milano, pensata dopo la crisi, può essere anche la prima esposizione mondiale dove i temi della sostenibilità e di una alimentazione sana, che da anni INformaCIBO porta avanti, trovino una collocazione ideale. La politica quando ragiona di sviluppo e di rilancio non può non prestare attenzione a questi temi. E innanzitutto non può non farlo Expo 2015.
Per questo è necessario lavorare da subito per un forte rilancio della nostra filiera agroalimentare. Il cibo made in Italy costituisce infatti uno dei nostri punti di forza in tutto il mondo: per questa ragione uno dei grandi obiettivi strategici dell'Expo è quello di riuscire a incrementare, grazie alla vetrina del Padiglione Italia, la quota di export delle nostre grandi filiere agroalimentari. Una rete di distretti e di eccellenze che spesso non riusciamo a portare all'estero come meriterebbero.
E una sollecitazione in questa direzione è arrivata dalla dichiarazione rilasciata da Giampietro Comolli, di UnPOxExPO2015: “Fa enormemente piacere ed è un segnale decisivo – dice Giampietro Comolli, advisdor&chairman del progetto <> – che alcuni capisaldi del nostro progetto siano uguali a quelli dell’Agenda del Governo. Abbiamo centrato l’obiettivo: fare sistema e strategia nei territori produttivi con grande attenzione al nuovo turismo che avanza. Speriamo ora che vi siano le dotazioni finanziarie necessarie e le sinergie fra agricoltura, ambiente, turismo, cultura, istruzione. Il sito di Expo-Rho deve creare una alta visibilità, i territori delle eccellenze italiane devono avere come partner il Governo Italiano e l’Europa”.
L'Expo come straordinario attrattore di capitali stranieri.
I Paesi che hanno deciso di costruire un proprio Padiglione nazionale sono ben 60 (su un totale provvisorio di 138 adesioni), mentre all'Expo di Shanghai 2010 erano soltanto 45. Gli investimenti esteri stimati raggiungeranno un miliardo e trecentomila euro, e quelli dei global partner privati hanno superato i 250 milioni. Tra i Paesi che hanno già aderito, Germania e Svizzera hanno sancito per i loro padiglioni un budget rispettivamente di 48 milioni e 19 milioni di euro. La Russia ha assicurato investimenti per circa 30 milioni di euro, dai Paesi del Golfo ci attendiamo investimenti per più di 150 di euro (tra cui almeno 70-80 dall'Arabia Saudita), l'India ha appena informato che intende investire più di 10 milioni di euro, più del doppio di quanto investito nell'Expo di Shanghai. Dal canto suo, la Repubblica Popolare Cinese sarà presente all'Expo con ben tre padiglioni: quello istituzionale nazionale, il secondo più grande (dopo quello della Germania) dell'intero sito espositivo, che si estende su 4.600 metri quadrati; quello corporate del colosso immobiliare China Vanke e un terzo che sarà nominato China Enterprise Joint Pavilion.
Il Turismo e l'Expo. Durante i sei mesi dell'Esposizione universale ci aspettiamo circa 20 milioni di visitatori, così redistribuiti: 13/14 milioni dall'Italia, 3/4 milioni dall'Europa, soprattutto da Spagna, Svizzera, Regno Unito e Francia e tre milioni da Paesi extra-europei, di cui almeno un milione di cinesi.
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