Villa Sandi punta al record di fatturato - InformaCibo

Villa Sandi punta al record di fatturato

di Emanuele Scarci

Ultima Modifica: 09/07/2021

Villa Sandi riparte senza essersi quasi fermata. Quest’anno l’azienda veneta di Crocetta del Mondello punta al record storico del fatturato. Le Tenute di Villa Sandi si estendono per circa 200 ettari e spaziano nell’intera area del Prosecco, dalle zone pianeggianti della Doc in Veneto e in Friuli, ai colli Asolani e ai pendii delle colline di Valdobbiadene fino al top cru del Cartizze.

“L’anno scorso – commenta il proprietario Giancarlo Moretti Polegato (nella foto in alto) – abbiamo subìto per effetto della pandemia un calo delle vendite, ma marginale: appena il 3,5% a 91,5 milioni rispetto ai 94,8 milioni dell’esercizio precedente. Il fatturato di Villa Sandi quindi è rimasto sostanzialmente invariato, un risultato niente affatto scontato. Sono a conoscenza di imprese colpite duramente con -15%/-20% del giro d’affari. Esportiamo in 110 Paesi e questo ha avuto il suo peso”.

Come siete arrivati alla quasi invarianza del fatturato?

I ricavi persi nella ristorazione e nell’alberghiero li abbiamo recuperati nei consumi in casa. Inoltre la crescita delle vendite online è stata robusta e continua anche quest’anno, in linea con i nuovi stili di vita. Nel 2020 le esportazioni hanno pesato per il 50%. Regno Unito, Stati Uniti e Germania hanno fatto registrare il maggior volume di export e il mercato inglese si è confermato essere ancora una volta la prima area di sbocco per il Prosecco in tutte le sue denominazioni.

Come interpretare la resilienza dell’azienda?

E’ stata resa possibile dal lavoro svolto in questi mesi, dagli investimenti fatti degli ultimi anni per tutelare e raccontare il territorio, dalla diversificazione dei canali di vendita senza dimenticare l’apporto fornito dalla distribuzione all’estero. Sono certo che, quando la pandemia sarà completamente alle spalle, il nostro cammino di crescita riprenderà immediatamente, con i tassi di crescita a cui siamo abituati.

E nel 2021?

Il primo semestre è stato brillante e, in genere, il secondo è migliore del primo. Per questo siamo fiduciosi di poter stabilire il nostro nuovo record con 110 milioni di fatturato.

Il 2020 è stato l’anno del lancio del Prosecco Rosé Doc. Qual è il suo bilancio?

Ne abbiamo prodotto 1,5 milioni di bottiglie ma quest’anno contiamo di arrivare a 5 milioni. Siamo stati tra i primi produttori a crederci e ora siamo tra i principali produttori. Oggi, in generale, il Rosé rappresenta il 15% del Prosecco Doc. Un ottimo risultato nonostante in passato fosse considerato un mercato di nicchia. Anche oggi le prospettive di crescita sono molto buone.

Esiste il rischio che il Rosé cannibalizzi il Prosecco “bianco”?

Fino a tutto il mese di maggio questo non è successo, sono stati consumi aggiuntivi. Anzi il Rosè ha spinto i consumi generali di Prosecco.

Per il Rosé serve il Pinot nero e nel Triveneto non ce n’è tantissimo. Come siete messi?

Siamo ben forniti anche per produrre 5 milioni di bottiglie di Prosecco Rosé Doc. Abbiamo le disponibilità e l’esperienza di chi produce da molto tempo il metodo classico con il brand Opere.

Come vede l’estate oramai avviata?

Vedo una forte accelerazione del Prosecco, un vino a tutto pasto, versatile, anche per apertivi. In queste settimane noto tanti turisti austriaci e tedeschi; non inglesi perché la quarantena li tiene lontani. E non vedo nemmeno americani. Sarà sostanzialmente una buona estate in Italia per gli italiani.

Avete rilevato la tenuta friulana Borgo Conventi ad aprile 2019. Poi però è arrivata la pandemia.

Il 2020 è stato un anno di transizione. La ristorazione era chiusa e i vini di Borgo Conventi sono concentrati sull’Horeca. Non è stato facile. Nel primo bimestre del 2021 le vendite sono ripartite con calma, ma dopo hanno registrato volumi doppi rispetto al 2019. Il budget dell’anno lo completiamo di certo. Quanto ai vini, piacciano molto e hanno un pubblico attento: adesso li stiamo migliorando. Anche dal punto di vista commerciale, Villa Sandi mette a disposizione le sue strutture. E nel 2022 saremo ancora più forti.

L’altra tenuta friulana è quella di Spilimbergo, ex Plozner, acquistata nel 2017, ma non ne parlate mai.

Ora si chiama Villa Sandi di Spilimbergo: è una tenuta di produzione, non ha un suo marchio. Fornisce uva Glera, Ribolla gialla, Pinot Grigio e Nero.

Il gruppo Villa Sandi produce 25 milioni di bottiglie, di cui 20 con il brand La Gioiosa, il brand di riferimento della grande distribuzione.

In realtà il marchio La Gioiosa è distribuito anche nei ristoranti americani. Abbiamo un importatore americano per Villa Sandi e uno per La Gioiosa. E’ solo in Italia (e un po’ in Germania) che c’è questa distinzione rigida fra canali: Horeca e Gdo.

Le piacerebbe diventare produttore di vini rossi, magari nel Chianti?

La Toscana mi piace moltissimo, anche se è un po’ distante dal Veneto. Tuttavia faccio notare che già oggi produciamo diversi vini rossi: Schioppettino, Refosco, Raboso e il cru Braida Nuova.

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