VinNatur, un marchio “vino naturale” a livello mondiale - InformaCibo

VinNatur, un marchio “vino naturale” a livello mondiale

Angiolino Maule: “Dopo aver imparato a fare vini salutari, ora dobbiamo imparare a farli più buoni”

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 26/06/2018

VinNatur, nel corso del workshop organizzato a Lonigo (VI) nei giorni scorsi, ha messo davanti a sé un obiettivo veramente ambizioso: un marchio di garanzia e qualità per il vino naturale a livello mondiale, con un vero e proprio disciplinare e relativo piano dei controlli.

Al VinNatur di Lonigo sono stati coinvolti 15 giornalisti, 11 stranieri provenienti da diverse parti del mondo e 4 italiani, chiamati a valutare alla cieca 216 bottiglie di vino prodotto dai soci di VinNatur. Alle batterie di degustazione si sono alternati momenti di approfondimento e discussione con l’intervento di enologi, biologi e rappresentanti dell’Associazione.

La naturalità dei vini è ormai un fatto assodato e implicito

Il risultato di questo confronto è stato molto chiaro: la naturalità dei vini è ormai un fatto assodato e implicito; si sta lavorando per ottenere produzioni di altissimo livello, che rappresentino al meglio il territorio di provenienza.

Angiolino Maule, presidente dell’Associazione VinNature

Angiolino Maule, presidente dell’Associazione ha così chiaito il concetto: “Questo workshop è stato un momento importante di crescita. Noi di VinNatur volevamo capire se stiamo andando nella direzione giusta o sbagliata. In questi anni siamo sempre stati abituati a fare i nostri vini e ad assaggiarli tra di noi, pensando che fossero i più buoni del mondo. Era arrivato il momento di aprirci al mondo esterno, di metterci in discussione, con una degustazione senza preconcetti, dedicata anche a chi fino a poco fa ci osservava a distanza”.

Ognuno dei vini proposti alla cieca è stato assaggiato dai partecipanti e a ciascuno è stato assegnato un giudizio tecnico ed una valutazione complessiva che sarà poi inviata ad ogni singolo produttore; da questa sono emersi 17 vini, che particolarmente hanno impressionato per equilibrio ed eleganza i giudici: 5 rossi, 5 bianchi, 5 spumanti o bolle e due fuori categoria.

Io stesso – ha sottolineato infine Maule – ero convinto di fare dei vini sopra le righe, ma mi sono reso conto che spesso anch’io mi faccio condizionare dal mio gusto. Questo confronto mi ha dato sicuramente stimoli per migliorare nel mio lavoro. Al contempo mi sprona anche ad incitare tutti i nostri associati. Dopo aver imparato a fare vini salutari, ora dobbiamo imparare a farli più buoni”.

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