Vini, spiriti e aceti al centro del riconoscimento Unesco: il brindisi di Federvini - InformaCibo

Vini, spiriti e aceti al centro del riconoscimento Unesco: il brindisi di Federvini

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 10/12/2025

Mentre l’Italia festeggia il primato mondiale di prima cucina riconosciuta dall’UNESCO nella sua interezza, emerge con forza il ruolo centrale di una componente spesso considerata complementare, ma in realtà fondamentale: vini, spiriti e aceti. A sottolinearlo è Federvini, la federazione che rappresenta il comparto, che vede nel riconoscimento di oggi un traguardo anche per l’intera filiera enologica, distillatoria e acetiera italiana.

Il rito della convivialità passa dal bicchiere

“Vini, spiriti e aceti sono da sempre parte integrante e indissolubile della cucina italiana, elementi fondanti di quel rito della convivialità che il mondo ci invidia e oggi celebra”, ha dichiarato Giacomo Ponti, Presidente di Federvini.

Non si tratta di un dettaglio secondario: il dossier premiato dall’UNESCO valorizza proprio l’esperienza complessiva del cucinare e del mangiare all’italiana, dove l’abbinamento tra cibo e bevande rappresenta un sapere tramandato attraverso generazioni.

Dal vino che accompagna ogni portata ai distillati che concludono il pasto, dagli amari della tradizione agli aceti che esaltano i sapori, questi prodotti non sono semplici accessori ma protagonisti di quella “miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie” che l’UNESCO ha scelto di premiare. La loro presenza definisce l’identità stessa della gastronomia nazionale, tanto quanto la pasta o il ragù.

Una filiera che custodisce secoli di storia

Il riconoscimento premia una filiera che ha saputo mantenere viva una tradizione plurisecolare guardando al futuro. L’Italia vanta una diversità unica nel panorama mondiale: dai vini autoctoni che caratterizzano ogni territorio, alle grappe e ai distillati che valorizzano le materie prime locali, fino agli aceti balsamici che sono diventati simbolo di eccellenza manifatturiera.

Federvini sottolinea come questo patrimonio sia frutto di un “saper fare” che unisce biodiversità, storia e consuetudini sociali. Ogni bottiglia racconta un territorio, una famiglia, una comunità. È la stessa logica che ha convinto l’UNESCO a premiare la cucina italiana come pratica che rafforza i legami intergenerazionali e promuove il senso di appartenenza.

Le prospettive per il turismo enogastronomico

Con l’iscrizione nella Lista UNESCO si aprono nuove opportunità per il turismo enogastronomico , settore in cui l’Italia può giocare una carta vincente. Le cantine, le distillerie storiche e le acetaie tradizionali sono già oggi mete di un turismo di qualità, ma il riconoscimento mondiale alla cucina italiana nella sua interezza può amplificare questa tendenza.

Federvini ha annunciato che continuerà a impegnarsi per garantire che qualità e storia dei prodotti italiani siano tutelate e promosse a livello globale. Il rischio, infatti, è che un riconoscimento così importante possa generare un effetto di italian sounding anche nel settore delle bevande, con prodotti che sfruttano il prestigio del Made in Italy senza averne le caratteristiche.

Un ringraziamento istituzionale

La federazione ha rivolto un ringraziamento particolare al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e a tutti i soggetti che hanno lavorato alla candidatura. Il successo di oggi è infatti il risultato di un lavoro di squadra che ha coinvolto istituzioni, associazioni di categoria e mondo produttivo, capaci di costruire un dossier che ha convinto all’unanimità il Comitato intergovernativo dell’UNESCO.

Come ha ribadito Ponti, “questo riconoscimento non premia solo i piatti, ma l’intera cultura della tavola”. Una cultura in cui il bicchiere racconta una storia lunga quanto quella del piatto, e dove ogni brindisi è un gesto che unisce tradizione e innovazione, territorio e comunità, passato e futuro.

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