Agricoltura e Turismo in un solo Ministero? - InformaCibo

Agricoltura e Turismo in un solo Ministero?

Per Cia, Città del Vino, Città dell'Olio e l'esperta di turismo enogastronomico, Roberta Garibaldi “è una buona idea”

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 19/06/2018

Far camminare insieme agricoltura e turismo in un solo ministero? La notizia non è ancora ufficiale ma siamo sulla buona strada.

La prima proposta di legare la delega al turismo, ora al Ministero dei Beni Culturali, a quella delle Politiche Agricole, è stata del neoministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, all’assemblea nazionale della Cia-Agricoltori Italiani.

In quella occasione il ministro, nel suo intervento agli agricoltori Cia, ha detto: “Il Made in Italy è un patrimonio comune, sfruttiamolo puntando su sostenibilità, competitività e innovazione. Abbiamo un modello Italia da presentare al mondo, mettendo insieme turismo e agricoltura, il ministero che guido diventa un dicastero gigantesco della gestione e della promozione delle eccellenze italiane all’estero – ha concluso Centinaio- sono il nostro biglietto da visita”.

Agricoltura e turismo insieme anche per il presidente Cia, Dino Scanavino

E in risposta il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino, aveva precisato: “Il connubio tra agricoltura e turismo, enogastronomia e territorio, è nella natura del nostro Paese. Siamo convinti che la nascita di collaborazioni efficaci tra i protagonisti dei vari settori possa tradursi in benefici per l’intero sistema economico nazionale”.

Le associazione Città del Vino e dell’Olio: “mettere assieme agricoltura e turismo”

Ad accogliere e rilanciare la proposta sono stati subito, Floriano Zambon e Enrico Lupi, presidenti, rispettivamente, dell’Associazione Città del Vino e dell’Associazione Città dell’Olio: “L’idea di aggregare le competenze dell’Agricoltura e del Turismo, che da alcuni giorni circola negli ambienti del neonato governo – hanno sostenuto entrambi i presidenti in una nota– la riteniamo più che positiva, tenuto conto che da anni le due nostre associazioni stanno portando avanti molteplici iniziative a sostegno del turismo rurale ed enogastronomico, oggi divenuti un settore strategico in grado di dare alle aziende agricole nuove opportunità di reddito. Siamo convinti che il nuovo ministro per le Politiche agricole Gian Mario Centinaio saprà dare il giusto impulso al settore se l’idea di mettere assieme agricoltura e turismo andrà avanti”.

Azioni comuni per promuovere l’incoming turistico nei territori rurali

Oltre a condividere questo importante aspetto della futura azione del Governo, Città dell’Olio e Città del Vino stanno per firmare un protocollo d’intesa che dovrà servire sia a sviluppare incoming turistico nelle terre dell’olio e del vino sia per realizzare progetti condivisi a sostegno dei territori rurali. “Le due nostre associazioni – afferma Enrico Lupi, presidente di Città dell’Olio – hanno comuni obiettivi: promuovere i territori rurali valorizzando le loro eccellenze ambientali, gastronomiche, culturali. Molte sono le affinità che abbiamo, compreso il fatto di condividere molti Comuni soci, dove vino e olio rappresentano la loro identità più forte. Credo sia giunto il tempo di condividere anche alcuni dei nostri progetti”.

Roberta Garibaldi: “una scelta molto positiva per l’Italia”

Ad accogoliere senza riserve questa proposta c’è anche Roberta Garibaldi, esperta di livello internazionale di turismo enogastronomico, che sottolinea come “il nostro Paese ha un incredibile patrimonio agroalimentare e enogastronomico, che può trasformarsi in un formidabile volano di promozione. Sono già tanti i Paesi che hanno attuato piani strategici focalizzati sul turismo enogastronomico, o attività legate al comparto, per posizionarsi in modo innovativo e competitivo sul mercato. E molti elementi fondamentali del turismo enogastronomico, gli agriturismi, le strade del vino e dei sapori, i prodotti del food, sono già all’interno del Mipaaf. Questa scelta può quindi essere molto positiva per l’Italia: finora il nostro Paese ha lavorato in modo limitato sullo sviluppo del turismo enogastronomico, settore che in questo momento registra aumenti a doppia cifra in tutto il mondo, come confermano i numeri delle più recenti ricerche. E anche l’immagine che gli stranieri hanno dell’Italia, è legata al cibo ancor più di monumenti, moda o design”.

12 milioni i turisti che viaggiano lungo le strade del vino, dell’olio e dei sapori

Il turismo enogastronomico è un settore che abbraccia tutte le produzioni tipiche di qualità dove vino e olio rappresentano quelle sicuramente più significative. Lo dimostra anche il nostro annuale Rapporto dell’Osservatorio Città del Vino sul turismo che stima in circa 12 milioni di presenze di turisti che viaggiano lungo le strade del vino, dell’olio e dei sapori sparse in tutta Italia, per un giro di quasi 3 miliardi di euro.

Lonely Planet: l’Emilia Romagna “da visitare per il cibo”

E non è un caso che l’annuale report della storica guida di viaggi Lonely Planet, ‘Best in Europe 2018’ mette la regione Emilia Romagna prima tra le “destinazioni europee assolutamente da non perdere”, davanti a Cantabria (Spagna) e Friesland (Olanda). “A fare la differenza -secondo il team di esperti della guida turistica internazionale- c’è ovviamente il cibo, con i prodotti tipici della regione Emilia Romagna  come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, il ragù bolognese e l’aceto balsamico tradizionale”.

I sei musei del cibo nel parmense

I musei del Parmigiano Reggiano, Pomodoro, Pasta, Vino, Salame e Prosciutto di Parma sono i Musei di Qualità della Regione Emilia-Romagna, un circuito dedicato ai prodotti tipici del territorio e sono collocati in splendide sedi espositive come dimore storiche o ex luoghi di produzione suggestivi. È il caso del caseificio della metà dell’Ottocento a pianta circolare a Soragna, unico al mondo o della “Corte di Giarola” a Collecchio, Grancia Benedettina risalente all’anno Mille, sorta lungo il tracciato della Via Francigena. E poi la Rocca di Sala Baganza della seconda metà del 1200, il trecentesco Castello di Felino e infine l’ex Foro Boario di Langhirano, ampia costruzione ad arcate in sasso e cotto.

Città dell’Olio e del Vino per l’approvazione Legge sul turismo del vino e dell’olio

Tra gli obiettivi comuni delle due organizzazioni c’è quello di riproporre al nuovo parlamento l’approvazione della Legge sul turismo del vino e dell’olio, che è stata presentata nella passata legislatura e che ha trovato parziale accoglimento in un emendamento alla legge di bilancio 2018, che consente alle aziende agricole di far pagare le degustazioni ai turisti.

Altro obiettivo comune per Città del Vino e Città dell’Olio, quello di giungere all’approvazione di una legge che riconosca il ruolo delle Città di Identità come luoghi di produzione delle eccellenze gastronomiche e culturali italiane che possano contribuire a rafforzare l’attrattività delle produzioni eno-gastronomiche italiane e della filiera agroalimentare Made in Italy.

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