Al via il Grand Tour di Puglia, #sempregirandotenevai", da un progetto di Mario Bolivar - InformaCibo

Al via il Grand Tour di Puglia, #sempregirandotenevai”, da un progetto di Mario Bolivar

In attesa del pellegrinaggio pugliese il cronista gastronomico - curatore di eventi, si confessa in questa intervista. Ad affiancarlo lo chef Gianvito Matarrese e Nick Difino che su La Repubblica indaga sul fenomeno dell’Undertourism

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 09/07/2020

“Sempre girando te ne vai” da Lesina a Leuca in 14 giorni e 14 tappe.

Chi poteva intraprendere questo pellegrinaggio laico se non il reporter enogastronomico e scrittore pugliese Mario Pennelli, meglio conosciuto come Bolivar?

Il Grand Tour di Puglia #sempregirandotenevai”

Un viaggio, anzi un Grand Tour di Puglia #sempregirandotenevai” (esclamazione tipica delle latitudini pugliesi), dove i chilometri non contano nulla perchè è un viaggio slow che prova a raccontare e a promuovere ogni micro-territorio della Regione più lunga d’Italia attraverso la sua bellezza paesaggistica e umana.

Il progetto di Bolivar verrà illustrato l’11 luglio a Polignano dalla terrazza dei tuffi

Durante la serata dell’11 luglio a Polignano, dalla terrazza dei tuffi, durante il Festival il Libro Possibile, alle ore 22.30, verrà presentato il progetto, di questo viaggio dove contano gli incontri, le bellezze pugliesi e le tante porte che si aprono.

Mario Pennelli alias Bolivar quest’anno ha pensato fosse necessario sensibilizzare il pubblico pugliese sul turismo minore. 

L’autore di Puglia à la Carte, questa volta si concentra sui temi caldi come: l’ecologia, il piacere, l’arte e la cultura dei borghi, l’enogastronomia e soprattutto l’intreccio di storie di sconosciuti, di fenomeni di paese, di racconti che nessuno ha più l’occasione di ascoltare.

I mezzi scelti per il tour saranno una bicicletta, delle vecchie scarpe da ginnastica, e in altre occasioni un ciuccio, un peschereccio e un ape car.  Ma il vero mezzo sarà la parola, che tappa dopo tappa, racconto dopo racconto, andrà a inanellare un’unica collana lunga quanto tutta la regione.

Bolivar avrà al suo fianco l’inseparabile complice, lo chef Gianvito Matarrese

Mario Bolivar, che ha già fatto sentire la sua verve durante il lockdown nelle sue dirette su La Controra, al fianco dell’inseparabile complice chef Gianvito Matarrese, documenterà attraverso il suo viaggio-racconto in tre modalità principali:  

1) live sui social dedicati;

2) video in go-pro che immortalerà i paesaggi, le opere d’arte, i monumenti, gli eventi e le persone intervistate. 

3)  produzione di un instant-book in modalità blog che diverrà un vero libro a fine tour e in un successivo documentario.

In questo contesto, il Libro Possibile a Polignano sarà tappa indispensabile.

Ad affiancare Bolivar nella tappa Polignanese, ci sarà l’autore Nick Difino – che conduce su La Repubblica una rubrica sul fenomeno dell’Undertourism – che durante tutto il tour, stuzzicherà e stimolerà il nostro avventuriero da remoto, in una sorta di caccia al tesoro dell’intelletto

Mario Bolivar in questa intervista dedicata alla nonna svela tutto il suo progetto

Come mai hai scelto questo nome per il tuo tour?

“Sempre girando te ne vai” vuol dire tante cose. Innanzitutto è ciò che mi dice sempre la Nò (mi nonna) quando mi vede, ma è soprattutto una filosofia, una frase di senso in-compiuto che rappresenta la ferrea volontà di aggirarsi senza un fine ben preciso.
Devo moltissimo a nonna, per questo le ho dedicato il nome del lungo giretto che mi vedrà attraversare tutti gli angoli di Puglia alla ricerca di racconti speciali da far conoscere, da consegnare, tappa dopo tappa, a persone sempre nuove, così da comprimere le distanze macroscopiche della nostra regione.

I personaggi lungo il cammino avranno dunque un ruolo fondamentale.

La voce delle persone e il silenzio dei luoghi saranno i veri protagonisti del tour. Sarà un percorso accidentato, dissestato, in tutti i sensi. Sarà fatto di suggestioni, virtù, gaffe, romanticismo, misticismo… e sarà affrontato dal sottoscritto con mezzi di sfortuna: bicicletta, scarpe consumate, apecar, perfino un asinello in Valle d’Itria.  La  strada seguirà il percorso dei miei umori, così come io dovrò adattarmi ai suoi isterismi.

Lo scopo del tour

Scopo finale di questo giretto attraverso la regione più lunga d’Italia, la Puglia, (una nazione nella nazione composta a sua volta da molte micro-nazioni) sarà quello di promuovere il turismo interno, quello lento, il territorio con tutte le ricchezze paesaggistiche, artistiche, gastronomiche e umane che lo compongono.

Sembrano scuse che dici a te stesso semplicemente per ”andare girando”

Parliamoci chiaro: la molla che porta una persona ad “andare girando” non è né la ricerca del santo graal, né quella dell’arca perduta, ma la semplice possibilità di ”andare girando”. Mia nonna sostiene che io appartenga a quella nobile stirpe di viandanti cazzeggiatori, non proprio perditempo, questo no, ma di quelli che se la prendono comoda, di quei rapsodi (lei direbbe ciarlatani) a cui piace raccontare le cose che hanno visto o immaginato. La nostra regione è un po’ così, un po’ lenta, un po’ pigra, ma volenterosa, empatica, e soprattutto cocciuta. I Pugliesi fanno da sempre di necessità virtù.

Ti è sempre piaciuto viaggiare?

Certo, fin da scuola, leggevo  per puro diletto Omero, poi Melville, Marco Polo, Verne… e visualizzavo le loro storie in  giardino oppure nel parcheggio del del supermercato o al mare. Sulle altre materie, invece… diciamo che ”il ragazzo è bravo ma non si applica”, o meglio, come si suol dire, non mi ingozzavano.  Preferivo viaggiare, ma la situazione economica della mia famiglia, anzi di mamma, era quel che era, quindi lo facevo con la testa. I fricchettoni li chiamerebbero viaggioni…

Per lavoro, in quanto cronista gastronomico – curatore di eventi, vivo perennemente in viaggio, tipo i Rolling Stones o il circo Togni, per capirci. In quest’estate post-covid, l’annullamento di molti eventi, mi ha privato dell’alibi del lavoro: non avevo più scuse che mi impedissero di compiere questo Grand Tour, che mi frullava per la testa da tantissimi anni.

Perché scegliere la lentezza? Perchè non è possibile compiere questo tour in auto o con un altro moderno mezzo di trasporto?

Beh, lentezza e modernità non sempre sono antitetiche, e basta salire su un “moderno” treno delle Ferrovie sud-est per capirlo. Battute a parte, avvertivo la necessità di respirare ogni passo, di sudare ogni pedalata, di dare valore a ogni metro di strada conquistato, avvertire i luoghi, immaginare le storie e le persone che ci sono passate nei secoli, che li hanno vissuti, esorcizzando cosi quella inquietudine di fondo che ci corrode dall’interno, quella sindrome di Atlantide che ci fa rimpiangere età mai vissute, e ci condanna ad ammettere a noi stessi che il nostro passaggio su questa terra sarà davvero breve. Non è mai facile per gli uomini moderni, ubriachi della loro stessa ultrapotenza, constatare la propria mortalità… nemmeno il Virus ci ha aiutato a comprendere la lezione!

Da dove partirai e quale sarà il tuo arrivo?

Da Leuca a Lesina, zigzagando qui e lì, come un nostromo ubriaco. Parto da Santa Maria di Leuca (la fine delle terre per antonomasia) perchè mi piace sconvolgere le bussole, il senso degli orologi, mi piace causare sensazione di smarrimento sulla faccia dei crononauti troppo precisini. Potrei scovare un tempio Maya in un trullo o rintracciare il barbiere di Cristiano Malgioglio, chissà. Sarà un viaggio negli spazi e nei tempi, passati e futuri, in cui cercherò di non riportare solo le bellezze ma di denunciare anche le brutture che rovinano il nostro territorio. Finirò il mio tour a Lesina, sul lago incantevole, dopo 700 km di cammino. Il lago sarà la mia finibus terrae, la fine del mondo conosciuto e l’inizio dell’ignoto, del mistero, dell’ inesplorato: insomma, l’inizio del Molise.

Dove riporterai le esperienze, i resoconti, le interviste raccolte lungo il cammino?

Immortalerò il tutto su una Gopro e giornalmente stenderò un diario di bordo. A fine tour, tutto il girato e lo scritto saranno rivisti, smontati e rimontati, livellati e daranno vita a un libro e a un documentario del quale darò annuncio durante il festival Libro Possibile, a Polignano. Ovviamente sarò di tappa a Polignano, quindi cercherò di arrivare sul palco della rassegna in condizioni psicofisiche dignitose…

Non avrai problemi a intercettare persone di cui scrivere

Come si fa a non amare i Pugliesi, nelle loro infinite tonalità di usi e costumi, nelle  differenze che – in realtà – li accomunano e che sono la loro vera ricchezza?

Un aneddoto: Mezzogiorno torrido. Appuntamento saltato, il tizio che stavo aspettando nella villa di un paesino non verrà più. Cavolo, mancavano un paio di orette buone fino al treno che mi avrebbe riportato a casa. Così una vecchietta affacciandosi dal balcone e vedendomi tutto solo, mi invita a salire per un caffè. Io, gentilmente, le dico di no, non vorrei disturbare. Ma che disturbo e disturbo, grida quella. Sali, ti conviene, aggiunge un dirimpettaio ficcanaso, la signora fa un caffè corretto che è la fine del mondo. Ok, mi convinco. Arrivato su, oltre al caffè, ovviamente mi fu servito anche un primo piatto, un secondo, la frutta e le “nocelle”. Fu piacevole annotare, attorno al tavolo, oltre alla signora e a suo marito, la presenza dell’antennista che doveva essere passato di lì per riarare la parabola e che era rimasto anche lui invischiato nelle sabbie mobili di quella tavolata.

Quanto il viaggio si compie ”là fuori” e quanto, in realtà, si svolge dentro noi?

Le cose vanno di pari passo, gli universi sono sempre molteplici ma tutti perfettamente speculari. Scoprirò tanti posti poco noti e apprenderò tante nozioni invisibili. Soprattutto quelle dentro di me. Una di queste mi porterà senza dubbio a fare i conti con il Mare, il Mare Adriatico, per la precisione. Schivo, solitario, balcanico. Lui sta là, sa che sarà il mio compagno di viaggio più presente all’interno del Tour ma non gliene frega assolutamente nulla. Eppure, per il sottoscritto, la sua presenza è salvifica come un intruglio amazzonico dopo il morso di un ragno velenoso. Perché durante questi tempi difficili, presa confidenza con la lentezza, mi sono accorto che aveva ragione il Capitano Nemo quando sosteneva: ”il mare soddisfa tutti i miei bisogni. Rilascia, tacitamente, speranza per il futuro. Quando il mondo sarà pronto per una nuova e migliore vita, questa accadrà fatalmente”.

Chi ti aiuterà nel portare a termine la missione?

Ho quasi 10 persone, tra amici e colleghi, a supportarmi: dal tizio che si prende cura della mia forma atletica (si, so che fa ridere detto da me), al grafico, al videomaker, al giornalista che mi segnalerà eventuali personaggi degni di nota, al meccanico… si tratta di un genio della bici, che sta assemblando per me un mezzo in grado di mangiarsi l’Himalaya. Parole sue, alle quali io non ho potuto che rispondere: se si tratta di mangiare, io ci sono sempre.

Salutaci la nonna e la bicicletta allora,

L’ho ribattezzata Nuvola Speedy.

Tua nonna o la bici?

La bla bici!

Buon viaggio e arrivederci su queste colonne!

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