Brunello di Montalcino, boom di turisti: + 113% in 5 anni - InformaCibo

Brunello di Montalcino, boom di turisti: + 113% in 5 anni

Boom di statunitensi e brasiliani. L'identikit del turista: big spender, soprattutto estero, interessato a cibo, vino, cultura, territorio.

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 18/02/2020

Un’eccellenza che diventa motore per il turismo e l’economia locale. Succede con il Brunello di Montalcino, divenuto negli ultimi anni importante driver per il turismo nella località toscana. Seimila anime e un indotto annuale che ha registrato 75mila presenze. Con pernottamento. Tra cui repeater. Praticamente la manna per chi cerca di portare turisti nel proprio territorio. Si perchè il profilo del visitatore medio di Montalcino è big spender (soprattutto nord-americano), ritorna, ed è interessato alla realtà locale.

Un tipo di turismo che ha cambiato anche la microeconomia locale, sviluppando la nascita di servizi di accoglienza come hotel, agriturismi, ristoranti, oltre alle fondamenta della località (e anche il motivo delle visite): le aziende agricole del territorio che producono il famoso vino.

Sono alcuni aspetti emersi oggi secondo le elaborazioni Nomisma-Wine Monitor su base statistica della Regione Toscana rilasciate oggi dal Consorzio del vino Brunello di Montalcino.

Il quadro che emerge, a pochi giorni da “Benvenuto Brunello” (21-24 febbraio) è quello di un fazzoletto di terra meta ogni anno di enoturisti provenienti da tutto il mondo (il 72% del totale presenze è straniero), che ha costruito sull’economia del suo vino di punta la propria fortuna.

La metà delle imprese montalcinesi sono infatti a stampo agricolo, ma non è tutto: negli anni si sono moltiplicate le strutture ricettive e oggi sono 1 ogni 35 abitanti con 92 tra alberghi, agriturismi e strutture di accoglienza. Oltre 50, infine, i ristoranti e i locali con attività di somministrazione.

E i risultati, per la denominazione che nel 1941 ha fondato la prima Enoteca pubblica d’Italia e per prima ha aperto le porte al pubblico (Fattoria dei Barbi, nel 1948) si vedono: +20% le presenze solo nell’ultimo anno statistico (2018 vs 2017); +113% negli ultimi 5 anni per una crescita 10 volte superiore all’incremento dell’incoming regionale toscano; quasi 77mila le notti in hotel per 3/4 riservate da stranieri, circa 120mila le presenze in esercizi extralberghieri. “Il turista tipo – ha detto il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – è spesso un big spender estero, arriva dagli Stati Uniti, il nostro primo mercato di riferimento, e sempre più dai Paesi terzi, come il Brasile e il Canada, ma anche da Germania e Regno Unito. Un fenomeno, quello dell’enoturista di alta gamma, che contribuisce ad allargare in maniera virtuosa la filiera socioeconomica del Brunello anche fuori dal proprio perimetro di 2.100 ettari di vigna con migliaia di addetti diretti”.

Provengono da oltre 60 Paesi gli enoturisti che visitano Montalcino e che lo scorso anno hanno fatto segnare un +25% di presenze. Gli habitué sono in primis gli statunitensi, vero e proprio feudo con quasi 41mila presenze registrate nel 2018 e una crescita boom sull’anno precedente (+56%), seguiti da 19mila presenze dalla Germania e da oltre 10mila da Regno Unito e Brasile, quest’ultimo in grado di registrare un incremento del 70% nell’ultimo anno monitorato. Numerosi anche gli arrivi con pernottamento provenienti da Francia, Canada, Svizzera, Australia e Russia.

Il Brunello 2015 si prepara al debutto con una quattro giorni di eventi tra degustazioni, ospiti e focus di mercato organizzati dal Consorzio. Dal 21 al 24 febbraio prossimi, 140 produttori celebreranno il prodotto icona del suo vigneto con la 28^ edizione di Benvenuto Brunello. Nei calici, per la prima volta dopo 5 anni di affinamento, l’annata 2015.

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