Carciofo bianco di Pertosa: eccellenza campana tra biodiversità e tradizione
di Oriana Davini
Ultima Modifica: 22/04/2025
Delicato, tenero, privo di spine e con un colore così chiaro da sembrare quasi argenteo: il carciofo bianco di Pertosa è una varietà antica salvata dall’oblio e oggi riconosciuta Presidio Slow Food, grazie all’impegno di una comunità che ha saputo riscoprire e valorizzare le proprie radici agricole.
Indice
Cos’è il carciofo bianco di Pertosa
Questa varietà si coltiva nel cuore della Campania, in un’area collinare compresa tra i 300 e i 700 metri sul livello del mare, nel comune di Pertosa e nei territori limitrofi di Auletta, Caggiano e Salvitelle. La zona è attraversata dal fiume Tanagro, che dà il nome a questa preziosa cultivar, nota anche come carciofo bianco del basso Tanagro.
Le sue caratteristiche lo rendono unico nel panorama dei carciofi italiani: la totale assenza di spine, il colore chiarissimo, tra il verde tenue e il bianco argenteo, e la forma rotonda e globosa, con un tipico foro alla sommità. Ma ciò che colpisce di più è la consistenza tenera – anche nelle brattee interne – e il sapore dolce e delicato, che lo rende ideale per il consumo a crudo, magari in pinzimonio con olio extravergine d’oliva del territorio.
Negli anni ’90 il carciofo bianco di Pertosa era quasi scomparso: la coltivazione era stata abbandonata, minacciata dall’agricoltura intensiva e dal progressivo spopolamento delle aree rurali. Ma grazie alla tenacia della Parrocchia Santa Maria delle Grazie, del Comune e degli abitanti del borgo, è iniziato un percorso di recupero che lo ha riportato nei campi, sulle tavole e nel cuore della comunità. Oggi, la filiera è interamente locale e la produzione, seppur limitata, punta sulla qualità e sulla sostenibilità, tutelando un patrimonio che parla di biodiversità e resilienza.
Proprietà e benefici
Ricco di antiossidanti, sali minerali come potassio e ferro, e sostanze depurative per il fegato, il carciofo bianco è un vero alleato della salute. La sua leggerezza lo rende adatto anche a chi segue diete equilibrate o ha bisogno di alimenti facilmente digeribili. In più, il basso contenuto calorico lo rende ideale nelle preparazioni primaverili, quando si ha voglia di piatti leggeri ma ricchi di sapore.
Il carciofo bianco di Pertosa in cucina
La versatilità è un altro dei suoi punti di forza. Il carciofo bianco di Pertosa si presta a moltissime preparazioni: fritto in pastella, in padella con aglio e prezzemolo, ripieno al forno oppure protagonista di zuppe rustiche e primi piatti della tradizione contadina, come la vignarola. Ma è a crudo, semplicemente tagliato sottile e condito con olio locale, che esprime al massimo le sue qualità organolettiche. Un pinzimonio che racchiude in sé tutta la filosofia del “meno è meglio”, esaltando la purezza del prodotto e l’unione tra le due vocazioni agricole principali della zona: carciofi e olivi, spesso coltivati fianco a fianco in piccoli appezzamenti di terra.
Pertosa, il territorio e la sagra del carciofo bianco
Pertosa è un piccolo borgo di poco più di 600 abitanti, a circa 70 chilometri a sud di Salerno. Oltre che per il suo carciofo bianco, è famosa per le Grotte di Pertosa-Auletta, spettacolari cavità carsiche formatesi oltre 35 milioni di anni fa. Abitate sin dalla preistoria, si estendono per oltre 2.500 metri tra stalattiti, stalagmiti e corsi d’acqua sotterranei navigabili, costituendo uno dei luoghi più affascinanti del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
A celebrare questa eccellenza torna anche nel 2025 la Sagra del Carciofo Bianco di Pertosa, giunta alla 28ª edizione. L’evento, promosso dalla Parrocchia con il patrocinio del Comune, si terrà nei fine settimana del 2-4 e 9-11 maggio, trasformando il borgo cilentano in una vera capitale del gusto.
Scopri i prodotti tipici del Cilento
Gli stand gastronomici, allestiti nella centrale Piazza De Marco, offriranno un ricco menù con piatti della tradizione preparati dalle famiglie del paese – e in particolare dalle nonne – secondo ricette storiche tramandate di generazione in generazione.
Tra una portata e l’altra, si potrà passeggiare tra le stradine acciottolate, ammirare la panchina gigante panoramica, la scenografica fontana ispirata alle Grotte e approfittare dei servizi innovativi offerti dal borgo, come le panchine solari dotate di Wi-Fi gratuito.
Non mancheranno spettacoli musicali, momenti di intrattenimento per grandi e piccoli e, soprattutto, l’occasione per scoprire un angolo d’Italia dove la biodiversità si coltiva, si cucina e si racconta con orgoglio.
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