10 falsi miti sul caffè: dalla moka al prezzo dell’espresso
di Oriana Davini
Ultima Modifica: 28/10/2025
In Italia il caffè è un rito quotidiano. Ma quante delle regole che seguiamo — dalla moka “mai lavata” al prezzo fisso di un euro al bar — sono vere?
Tra convinzioni radicate e tradizioni tramandate, i luoghi comuni sul caffè continuano a circolare, spesso senza fondamento. Eppure, dietro ogni tazzina ci sono scienza, cultura e una filiera complessa che merita di essere conosciuta.
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Indice
Chi beve più caffè nel mondo
In testa alla classifica dei grandi consumatori non ci sono gli italiani ma i finlandesi, con oltre 12 kg di caffè pro capite l’anno.
L’Italia, patria dell’espresso, si colloca solo al 13° posto, con circa 6 kg per persona.
Eppure la tazzina resta uno dei piaceri quotidiani più accessibili: da noi il prezzo medio è circa 1,20 euro, contro gli 1,90 euro di Austria e Germania o i 3 euro dei Paesi nordici.
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Perché conosciamo poco del caffè
Bere caffè è un gesto talmente abituale da farci dimenticare quante variabili entrano in gioco: varietà botanica, tostatura, macinatura, estrazione.
Per aiutare a distinguere miti e verità, SCA Italy (Specialty Coffee Association) ha stilato un decalogo per sfatare le credenze più diffuse.
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10 falsi miti sul caffè

1.L’espresso è amaro
Un espresso troppo amaro non è segno di forza ma di bassa qualità. L’amaro eccessivo può dipendere da un’alta percentuale di Robusta (più amara rispetto all’Arabica, più dolce e aromatica) o da una tostatura troppo scura usata per coprire difetti del chicco.
2.La moka non si lava
Falso. I residui di grassi e oli possono irrancidire e alterare il gusto.
La moka va lavata ogni volta con acqua calda, senza detergenti aggressivi, e asciugata bene prima di rimontarla.
3.Il caffè fa male allo stomaco
Non necessariamente. Un caffè ben tostato e correttamente estratto non irrita lo stomaco. Le varietà Arabica contengono inoltre fino a tre volte meno caffeina rispetto alla Robusta, risultando più delicate.
4.Se lo zucchero sta a galla, il caffè è buono
Il test dello zucchero non ha alcuna base scientifica.
La qualità di un espresso si valuta piuttosto dalla crema: deve essere elastica e compatta, né schiumosa né troppo spessa.
5.L’espresso deve costare un euro
È una soglia psicologica ormai superata. Il prezzo reale del caffè verde è aumentato, così come i costi di energia e manodopera.
Mantenere il prezzo a un euro significa spesso ridurre la qualità della miscela o comprimere i margini dei baristi.a di una soglia psicologica che però costringe i bar ad abbassare la qualità del prodotto servito o tagliare sul personale.
6.Il caffè si può bere dopo la scadenza
Meglio di no. Il caffè perde rapidamente gli aromi, soprattutto se già macinato. Va consumato entro tre mesi dalla tostatura e conservato in contenitori ermetici.
7.Il caffè si conserva in frigo
Sbagliato. Il frigorifero è umido e pieno di odori che il caffè assorbe facilmente. L’ideale è un luogo fresco, asciutto e al buio, in contenitori sottovuoto o con chiusura ermetica.
8.Bere acqua dopo il caffè
Meglio prima. Un sorso d’acqua pulisce il palato e permette di percepire meglio gli aromi del caffè, senza coprirli con residui di gusto.
9.Il caffè è sempre uguale
Ogni tazzina è diversa: cambia la piantagione, l’altitudine, il metodo di estrazione e la tostatura.
Dire che “il caffè è sempre uguale” significa ignorare la ricchezza sensoriale di un prodotto che può esprimere note di frutta, cacao, fiori o spezie.
10. Se sei a dieta, evita il caffè
Falso. Un espresso senza zucchero apporta meno di due calorie e può ridurre la sensazione di fame.
È quindi compatibile con un’alimentazione equilibrata.
Approfondimenti: tutto quello che c’è da sapere sul caffè

Dietro ogni tazzina di caffè c’è una storia fatta di territorio, varietà, tostatori e baristi che scelgono ogni giorno come servire al meglio “l’oro nero”.
Come riconoscere un buon espresso
Un espresso perfetto si riconosce da tre elementi:
- Crema: compatta e color nocciola, senza bollicine o macchie scure.
- Aromi: complessi ma equilibrati, con note tostate e leggere sfumature floreali o di cacao.
- Retrogusto: persistente ma non amaro.
Un caffè preparato correttamente mantiene l’aroma fino all’ultimo sorso e non lascia acidità in bocca.
Arabica o Robusta: che differenza c’è
Le due varietà più diffuse al mondo hanno caratteristiche molto diverse:
- Arabica: più dolce e aromatica, contiene meno caffeina e cresce in altitudine.
- Robusta: più intensa e amara, con maggiore contenuto di caffeina e corpo pieno.
Molte miscele italiane combinano entrambe per bilanciare corpo e aromaticità.
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