I patrimoni Unesco legati al cibo nel mondo: una panoramica e come trovarli tutti - InformaCibo

I patrimoni Unesco legati al cibo nel mondo: una panoramica e come trovarli tutti

Dalle cucine tradizionali ai paesaggi del caffè, una guida per scoprire e mappare tutti i riconoscimenti Unesco legati al cibo fuori dall’Italia.

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 10/12/2025

I patrimoni Unesco legati al cibo sono la mappa perfetta per chi viaggia con lo stomaco ma anche con la testa. E negli ultimi anni la lista si è allungata parecchio: a dicembre 2025, per esempio, oltre alla cucina italiana è entrato anche il koshary egiziano, piatto di strada povero e amatissimo, riconosciuto come patrimonio culturale immateriale per il suo ruolo nella vita quotidiana del Paese.

Ma quanti sono i patrimoni Unesco legati all’enogastronomia fuori dai confini nazionali? E quali sono? Facciamo un giro del mondo alla scoperta di questi riconoscimenti dell’Umanità-

Cosa sono i patrimoni Unesco legati al cibo

Quando parliamo di Unesco e gastronomia, in realtà parliamo di almeno tre piani diversi:

  1. Patrimonio culturale immateriale: sono le pratiche legate al cibo – ricette, rituali, momenti collettivi – riconosciute come parte viva dell’identità di una comunità.
    Oggi esistono circa 50 tradizioni culinarie iscritte nelle liste dell’Unesco come patrimonio culturale immateriale.

  2. Città Creative della Gastronomia: città che usano il cibo come motore di sviluppo culturale, turistico ed economico e fanno parte della rete delle Creative Cities.

  3. Siti del Patrimonio Mondiale legati ai paesaggi agricoli: risaie terrazzate, paesaggi del caffè, sistemi irrigui tradizionali, dove il cibo è letteralmente scritto nel paesaggio.

Mettete insieme tutto e ottieni una specie di atlante mondiale dei luoghi dove il cibo non è solo “buono”, ma è considerato patrimonio da proteggere.

Tradizioni culinarie nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale

Sul fronte immateriale, le iscrizioni non riguardano “piatti instagrammabili”, ma pratiche sociali: come si prepara, si condivide e si tramanda il cibo. Un veicolo quindi di cultura, saperi, terra e tradizioni.

Alcuni esempi emblematici nel mondo

  • Il pasto gastronomico dei francesi – Francia
    Riconosciuto nel 2010, non protegge foie gras o vini specifici, ma l’arte del pasto “alla francese”: aperitivo, più portate, abbinamento vini, cura della tavola e soprattutto il ruolo del mangiare insieme come rito sociale.

  • Cucina tradizionale messicana – Messico
    L’Unesco la descrive come un sistema completo: dal mais nativo alla nixtamalizzazione, dalle tortillas alle feste comunitarie. È patrimonio non perché “è buona”, ma perché tiene insieme paesaggio agricolo, tecniche antiche e identità delle comunità indigene.

  • Kimjang: preparazione e condivisione del kimchi – Corea del Sud
    Non è “il kimchi” in sé, ma l’atto collettivo di prepararlo in grandi quantità, condividendo lavoro, ricette e storie per affrontare l’inverno. È un rituale che rafforza identità, cooperazione familiare e rispetto per la natura.

  • Washoku: culture alimentari tradizionali del Giappone
    Riconosciuto nel 2013, celebra una cucina fondata su ingredienti stagionali, rispetto per il paesaggio, armonia di colori e sapori, e sull’idea che il pasto esprima un rapporto etico con la natura.

  • Hawker culture – Singapore
    I famosi hawker centre non sono solo “street food”, ma sistemi di ristorazione comunitari dove culture diverse condividono spazi, ricette e routine quotidiane. L’Unesco li ha inseriti come pratica di convivialità urbana multiculturale.

  • Couscous – Algeria, Marocco, Tunisia, Mauritania
    L’iscrizione congiunta tutela saperi e rituali legati alla produzione e consumo del couscous come patrimonio condiviso del Maghreb, superando confini politici e mettendo al centro un piatto che unisce pratiche femminili, feste e identità.

  • Ceviche – Perù
    Dal 2023 sono iscritte le pratiche e i significati legati alla preparazione e al consumo del ceviche: un piatto di pesce crudo marinato che oggi è icona nazionale, ma anche parte di rituali, feste dei pescatori e momenti di socialità urbana.

  • Nuove iscrizioni “foodways”
    Negli ultimi anni sono entrati anche la zuppa Tomyum Kung in Thailandia, la produzione dell’attieké di manioca in Costa d’Avorio, i formaggi artigianali Minas in Brasile e diverse pratiche agricole alimentari dal Nord Europa all’Africa.

  • Koshary – Egitto
    Nel 2025 il koshary, piatto popolare a base di pasta, riso, legumi e salse piccanti, è stato iscritto come patrimonio immateriale: un riconoscimento non solo della ricetta ma del suo ruolo come cibo quotidiano accessibile, identitario e carico di varianti regionali.

Il filo rosso? In tutti questi casi l’Unesco non certifica “la ricetta perfetta”, ma il modo in cui una comunità vive quel cibo: chi lo prepara, chi lo mangia, quando, con quali simboli.

Le Città Creative della Gastronomia

Altro livello di riconoscimento: le Creative Cities of Gastronomy, parte della rete delle Città Creative Unesco.

La rete complessiva conta oggi 350 città in sette campi creativi (musica, design, letteratura, ecc.); il sottogruppo Gastronomia riunisce 56 città in 34 Paesi, che usano il cibo come motore di sviluppo sostenibile e culturale.

Per entrare in questa rete, una città deve dimostrare di avere:

  • una scena gastronomica radicata e distintiva

  • filiere locali e mercati tradizionali vivi

  • formazione, eventi, festival gastronomici

  • politiche per la sostenibilità e l’educazione alimentare

Alcune città da tenere d’occhio (fuori Italia)

  • Popayán – Colombia
    È stata la prima Città Creativa della Gastronomia nel 2005, diventando una sorta di “mito d’origine” della rete: qui il cibo è legato alle tradizioni religiose, ai mercati andini e alla cucina creola locale.

  • Gaziantep – Turchia
    Nel sud-est anatolico, è famosa per pistacchi, baklava, kebab speziati e una filiera gastronomica che coinvolge circa il 60% della forza lavoro locale. Un esempio di città che ha trasformato una tradizione millenaria in leva economica contemporanea.

  • Hyderabad e Lucknow – India
    Hyderabad è Città Creativa della Gastronomia dal 2019: la sua cucina mescola radici telugu con influenze persiane e moghul, biryani e piatti di lunga cottura che raccontano secoli di ibridazione. 
    Nel 2025 è arrivata anche Lucknow, riconosciuta per la tradizione awadhi di kebab, biryani, dolci e piatti di corte, e per il ruolo della gastronomia nel sostenere piccole imprese e turismo.

  • Tucson e San Antonio – Stati Uniti
    Tucson è stata la prima città americana a ottenere il titolo grazie a un patrimonio agroalimentare che intreccia culture indigene, messicane e anglosassoni nel deserto dell’Arizona. 
    San Antonio, Città Creativa dal 2017, lavora invece sulla narrazione della cucina Tex-Mex e sulle comunità di chef che sono veri ambasciatori culturali della città nel mondo.

  • Bendigo e Launceston – Australia; Chengdu – Cina; Tsuruoka – Giappone
    In Australia le città creative della gastronomia lavorano sul recupero delle tradizioni aborigene e sulla produzione locale; Chengdu custodisce il Sichuan spicy style, Tsuruoka le antiche varietà agricole e una cucina profondamente stagionale.

Per chi viaggia, queste città sono hub gastronomici certificati: significa trovare non solo ristoranti, ma musei del cibo, itinerari, festival e politiche pubbliche costruite intorno al cibo.

L’elenco delle città creative della gastronomia Unesco nel mondo

Ecco l’elenco completo delle Città Creative della Gastronomia aggiornato a dicembre 2025.

  1. Afyonkarahisar – Türkiye

  2. Alba – Italia

  3. Arequipa – Perù

  4. Battambang – Cambogia

  5. Belém – Brasile

  6. Belo Horizonte – Brasile

  7. Bendigo – Australia

  8. Bergamo – Italia

  9. Bergen – Norvegia

  10. Bohicon – Benin

  11. Buenaventura – Colombia

  12. Buraydah – Arabia Saudita

  13. Burgos – Spagna

  14. Chaozhou – Cina

  15. Chengdu – Cina

  16. Ciudad de Panamá – Panama

  17. Cochabamba – Bolivia

  18. Denia – Spagna

  19. Ensenada – Messico

  20. Florianópolis – Brasile

  21. Fribourg – Svizzera

  22. Gangneung – Corea del Sud

  23. Gaziantep – Türkiye

  24. Hatay – Türkiye

  25. Heraklion – Grecia

  26. Huai’an – Cina

  27. Hyderabad – India

  28. Iloilo – Filippine

  29. Jeonju – Corea del Sud

  30. Kermanshah – Iran

  31. Kuching – Malesia

  32. Lankaran – Azerbaijan

  33. Launceston – Australia

  34. Macao – Cina

  35. Mérida – Messico

  36. Nkongsamba – Camerun

  37. Östersund – Svezia

  38. Overstrand – Hermanus – Sudafrica

  39. Paraty – Brasile

  40. Parma – Italia

  41. Phetchaburi – Thailandia

  42. Phuket – Thailandia

  43. Popayán – Colombia

  44. Portoviejo – Ecuador

  45. Rasht – Iran

  46. Rouen – Francia

  47. Saint Petersburg – Russia

  48. San Antonio – Stati Uniti

  49. Santa Maria da Feira – Portogallo

  50. Shunde – Cina

  51. Thessaloniki – Grecia

  52. Tsuruoka – Giappone

  53. Tucson – Stati Uniti

  54. Usuki – Giappone

  55. Yangzhou – Cina

  56. Zahlé – Libano

Paesaggi agricoli: quando il patrimonio è il campo, non solo il piatto

Il cibo entra anche nella Lista del Patrimonio Mondiale attraverso i cosiddetti paesaggi culturali: luoghi dove agricoltura, architettura, acqua e insediamenti formano un sistema unico.

Alcuni esempi fortemente legati al cibo:

  • Coffee Cultural Landscape of Colombia – Colombia
    È un paesaggio produttivo che copre sei aree con villaggi, piantagioni di caffè in montagna, infrastrutture agricole e pratiche tradizionali di coltivazione. L’Unesco lo definisce un “eccezionale esempio di paesaggio culturale sostenibile e produttivo” simbolo delle regioni del caffè nel mondo.

  • Cultural Landscape of Honghe Hani Rice Terraces – Cina
    16.000 ettari di risaie terrazzate scavate negli Ailao Mountains, alimentate da un complesso sistema di canali che convogliano l’acqua dalle foreste di cresta ai campi. La coltivazione del riso è intrecciata con calendario rituale, credenze e organizzazione sociale del popolo Hani.

  • Rice Terraces of the Philippine Cordilleras – Filippine
    Le terrazze degli Ifugao sono un paesaggio coltivato ad alta quota, costruito su pendii ripidi, con sistemi di irrigazione e gestione forestale (muyong) basati su conoscenze indigene e cooperazione comunitaria.

  • Cultural Landscape of Bali Province: Subak System – Indonesia
    Qui il protagonista è il subak, sistema di irrigazione comunitario per le risaie, governato dai templi dell’acqua e dalla filosofia balinese del Tri Hita Karana (armonia tra divino, umano e natura). È un esempio di come un sistema agricolo possa essere al tempo stesso religioso, sociale e produttivo.

Istruzioni su come trovare tutti i patrimoni Unesco legati al cibo

Passiamo alla parte pratica: come si fa, concretamente, a scoprirli e costruirsi una mappa di viaggio del gusto?

1. Esplorare le liste del patrimonio immateriale

Sul sito ufficiale Unesco  (Unesco.org) del patrimonio culturale immateriale, alla voce “Browse the Lists”, si può:

  • filtrare per Paese o per regione

  • cercare con parole chiave come food, gastronomy, rice, bread, cheese, diet, soup

  • aprire le singole schede per leggere descrizioni, comunità coinvolte, video e foto

Con un po’ di pazienza è possibile costruirsi una lista personalizzata di tradizioni culinarie da seguire nelle future rotte di viaggio.

2. Usare la mappa delle Creative Cities of Gastronomy

Per le città:

  • il dataset ufficiale delle Creative Cities Unesco permette di filtrare le sole città della gastronomia

  • il sito indipendente citiesofgastronomy.com raccoglie schede, numeri e progetti delle 56 città del gusto nel mondo dove puoi trovare approfondimenti su specialità locali; festival e eventi dedicati; iniziative su sostenibilità, mercati, educazione alimentare

3. Cercare i paesaggi agricoli sul portale World Heritage

Sul sito del World Heritage Centre (la “casa” dei siti Unesco materiali) si può:

  • filtrare per categoria “Cultural Landscape”

  • inserire parole chiave come coffee, rice terraces, tea, vineyards

  • individuare i siti in cui il paesaggio agricolo è centrale per l’iscrizione

Cosa raccontano questi luoghi?

Guardare il mondo attraverso i patrimoni Unesco legati al cibo significa cambiare prospettiva: ci si sposta dalle foto del piatto alla storia delle persone che lo preparano; si scoprono città e territori meno scontati, fuori dai circuiti turistici di massa; si comprende che la tutela del cibo tradizionale è anche tutela di paesaggi, lingue, saperi agricoli, comunità vulnerabili

Per un viaggiatore curioso  queste liste sono una bussola. Dicono dove il mondo ha deciso che il cibo è talmente importante da diventare patrimonio dell’umanità.

Vuoi saperne di più? Scopri tutti i patrimoni Unesco dal sito ufficiale

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