Isabella Corti, farmer indipendente: "Le donne non sono il sesso debole, non lo sono mai state". - InformaCibo

Isabella Corti, farmer indipendente: “Le donne non sono il sesso debole, non lo sono mai state”.

Da sola, gestisce l'azienda agricola Abete Bianco in ValCuvia, tra le prealpi varesine.

di Alessandra Favaro

Ultima Modifica: 20/11/2020

Isabella Corti, imprenditrice agricola, gestisce da 5 anni l’azienda agricola Abete Bianco ad Aga, minuscola frazione di Casalzuigno abbarbicata tra le Prealpi Varesine, in provincia di Varese.

Aga è un paesino con una manciata di abitanti, circa una decina, che sembra uscito da un libro di fiabe, come lei. Isabella infatti è esile, bionda e graziosa come una fatina delle favole, ma è in realtà forte e determinata, tanto che svolge in autonomia il lavoro di coltivazione, vendita e promozione dei suoi prodotti biologici. 

Isabella Corti nella pagina Facebook della sua azienda agricola Abete Bianco

Quando cominciò, nel 2012 aveva poca esperienza, una laurea in Psicologia, una zappa e poco più.

“Tutto è iniziato pochi anni dopo la morte improvvisa di mio padre – ricorda -. Dopo la sua scomparsa ho sentito un forte senso di responsabilità, un passaggio di testimone repentino, che ha segnato la mia crescita e mi ha fatto maturare alla svelta. Tutto ciò che mi aveva insegnato ora era solo nelle mie mani. Potevo abbandonarmi ad una vita comoda e se vogliamo “preconfezionata” oppure, col coraggio dei leoni, tirare fuori i sogni dal cassetto  e realizzarli.”

Da piccola sognava di vivere in montagna, ed oggi a 43 anni è sul Monte Nudo in Valcuvia, una piccola fucina di idee sempre in movimento.

Isabella è anche molto seguita sui social: ogni giorno racconta la sua vita quotidiana dalla montagna assieme ai suoi animali. Pur abbracciando una vita fatta di autenticità, ha saputo cavalcare e sua anche la comunicazione digitale più moderna, rendendola un punto di riferimento in zona.

Si definisce un agricoltore etico, intenzionata a preservare la biodiversità locale, creando “un’alleanza tra colture di montagna e selvaticità”.

Da sola gestisci un’azienda agricola biologica certificata, vivi un un paesino montano con nemmeno una decina di abitanti. Per una donna è più dura?

Vivere in una frazione di montagna isolata, con una manciata di abitanti è una dimensione di vita che ti obbliga ad essere organizzata. Nel tempo ho imparato a ottimizzare i tempi e i lavori da fare, ciò mi permette di essere sempre organizzata anche per gli inevitabili imprevisti che capitano nel vivere un ambiente ancora molto rurale.

Ti sei mai sentita discriminata nel tuo ambiente in quanto donna e in quanto bella anche?

Il mio lavoro agricolo è per me fonte di orgoglio, non nascondo che agli inizi di questa attività trovavo spesso delle diffidenze comprensibili, credo che quando si proponga uno stile di vita alternativo all’esistente, soprattutto in zone ancora molto legate a schemi tradizionali, sia normale trovare una certa diffidenza iniziale

Ti sei mai sentita invece avvantaggiata?

Se dovessi pensare a un vantaggio nell’essere una giovane donna che lavora in agricoltura sicuramente mi vengono in mente i racconti delle donne “anziane” che narrano di una tradizione in cui i lavori agricoli e di allevamento di animali erano divisi tra uomini e donne in modo preciso. Oggi in fondo essere donna in agricoltura significa semplicemente portare la propria creatività, intuito, leggerezza e grazia in un contesto molto duro e faticoso.

Sei mai stata vittima di una qualche forma di violenza per il tuo essere donna, e se si come ne sei uscita?

Se per violenza possiamo intendere anche ammiccamenti, velate allusioni, espliciti sguardi, e a volte anche corteggiamenti impropri e scorretti, direi che essi sono e saranno sempre all’ordine del giorno. Come se una donna, in ogni contesto rimanesse sempre e comunque a prescindere… Una preda. Se ne esce da questo circolo vizioso rimanendo sempre salde e ferree sulle proprie idee, sulla propria integrità morale ed etica dimostrando ogni giorno il proprio valore di donna con la D maiuscola. No non ho mai avuto paure legate al fatto di appartenere al genere femminile, anzi ho sempre pensato che dove non arrivi la forza dei muscoli arrivi la forza della volontà e del sacrificio tipico delle donne

La tua giornata tipo

 La mia giornata inizia sempre con un’ ottima colazione con i prodotti della mia azienda agricola, adoro le uova freschissime delle mie galline, poi mi occupo dei miei cani, i gatti e la pulizia del pollaio. Lavoro nell’orto e nel frutteto per la maggior parte della mia giornata, oppure tre volte alla settimana mi dedico alla vendita diretta nei mercatini degli agricoltori. Alla sera mi piace cenare molto presto, fare una passeggiata dopo cena con i miei cani ed andare a letto presto. La vita da agricoltore è semplice e legata ai ritmi della natura stessa.

I vantaggi di un lavoro agricolo come il tuo gestito al femminile

Sono da sempre convinta che le donne che lavorano in agricoltura abbia una marcia in più particolare, siamo messe alla prova quotidianamente su lavori pesanti fisicamente e questo ci sprona ad essere coraggiose e a tirare fuori a volte delle forze sottovalutate ; in più abbiamo un dono grande, quello di saper raccontare e trasmettere in modo caldo, dolce ed accogliente un mondo apparentemente maschile.

Come ti stai organizzando in queste settimane di lockdown?

Durante il lockdown mi è stato molto utile proprio il mio lato più femminile, le ottime relazioni stabilite personalmente con i miei clienti, mi permettono di mantenere costante un rapporto stretto e fidelizzato basato sulla stima da un lato e sul senso del dovere e del buon servizio dall’altro. Conoscendo bene i miei clienti che molto spesso diventano amici, riesco ad anticipare i loro desideri.

Se potessi parlare a qualcuno vittima di violenza, cosa gli diresti?

Isabella Corti

Ho fatto molte esperienze diverse nella mia vita, ho avuto la fortuna di vivere in contesti davvero diversi uno dall’altro e di fare esperienza di vite. Se dovessi dare un consiglio a una persona vittima di violenza, sicuramente consiglierei di confidarsi con una persona fidata, qualunque essa sia e di non chiudersi nel proprio disagio. Chi è vittima ha bisogno estremo di aiuto e protezione, quindi è fondamentale avere il coraggio di chiedere aiuto senza paura e sensi di colpa. Ogni situazione può essere affrontata solo se condivisa.

Quanto è importante nel tuo campo fare squadra?

Nel mio ambito lavorativo come in tutti gli altri è fondamentale uscire dalle logiche del “mio orticello”. Soprattutto nelle piccole realtà rurali di montagna, la storia ci insegna, che è la Comunità di intenti a creare soluzioni, perché da soli difficilmente si possono avere tutte le risorse e le competenze, diversamente chi riesce a far squadra è già vincente.

Condividi L'Articolo

L'Autore

giornalista