"Acqua & Fuoco" personale a Parma di Antonio Giovanni Mellone - InformaCibo

“Acqua & Fuoco” personale a Parma di Antonio Giovanni Mellone

di Informacibo

Ultima Modifica: 17/04/2015

Parma aprile 2015. Dopo oltre 40 anni trascorsi a Parma, Antonio Govanni Mellone, giornalista e pittore, lascia per spostarsi in Toscana. Come saluto alla città, a cui deve molto, l’artista propone la personale “Acqua & Fuoco”, organizzata dal noto antiquario e restauratore Luigi Bardiani (www.bardianiluigi.it www.mobilienatura.it ), presso il suo punto vendita in via della Repubblica 64/b (tel. 335/6183217).

La mostra, prevista per marzo ma che è slittata di un mese a causa di imprevisti, verrà inaugurata venerdì 24 aprile 2015 alle ore 18 e rimarrà aperta fino al 13 giugno.

Il tema prescelto, quello dei due “elementi”, vuole essere un compendio del percorso artistico dell’autore che ha mosso i primi passi nel mondo della pittura proprio a Parma, negli anni ’70.
Dopo il “battesimo” parmigiano, l’artista ha realizzato numerose esposizioni in tutta l’Italia che gli hanno permesso di far apprezzare i suoi quadri e di ottenere premi e consensi della critica.

Già art-director del quotidiano “Il Giorno” e giornalista di cronaca, in campo artistico Mellone è conosciuto soprattutto per i “cavalieri” e le “dame”, in versione moderna, che saranno presenti nella personale di Parma, accompagnati da suoi ultimi lavori, come Aquarium e Antiquae, metafore della vita.
Con vibranti colori acrilici, sulla tela, l’autore esprime sentimenti contrastanti, passione e pace, amore e odio, in una parola “Acqua & Fuoco”, per risvegliare gli animi, spesso sopiti, degli uomini e delle donne di oggi, chiamati al recupero di sentimenti e valori dei tempi del mito.

Come già a Palazzo Giordani di Parma, nella personale “A midsummer (k)night’s dream (Sogno di un cavaliere di mezza estate)”, nel gennaio 2013, i dipinti di Antonio Giovanni Mellone non lasceranno indifferenti quanti vorranno visitare la mostra “Acqua & Fuoco” , nello show-room di Luigi Bardiani, dal 24 aprile al 13 giugno.

L'artista Antonio Giovanni Mellone

Note sull’autore e le sue opere
L’artista: Antonio Giovanni Mellone, leccese di nascita e parmigiano d’adozione, è giornalista professionista (già art-director del quotidiano Il Giorno), dipinge da sempre e ha all’attivo numerose mostre e molti premi.
Negli ultimi anni, ha privilegiato le tematiche dei cavalieri e delle donne, illustrati con vividi colori, nelle sue personali al Castello Malaspina di Massa, a Palazzo Giordani di Parma, al Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi, a Villa Cuturi di Marina di Massa e nelle collettive a Montecatini, alla Galleria Turelli delle Terme Tettuccio, a Forte dei Marmi, alla Capannina di Franceschi, e a Pietrasanta, presso la galleria Intrecciarte

Le opere: L’espressionismo moderno, realizzato nelle tele con colori acrilici, secondo la tecnica del pennello a secco, e su carta, soprattutto con collage acquerellati, è l’attuale approdo artistico di Mellone, che dei suoi quadri dice: «I miei cavalieri, come “Velvet rider”, sono gli archetipi di un mondo virtuale che collega un passato in cui erano validi certi valori, la compassione, la lealtà e l’amicizia, e l’oggi, in cui questi principi, messi in un angolo dalle crude necessità della sopravvivenza, cedono il passo al materialismo. Le donne sono una parafrasi in chiave moderna, che mette in risalto le problematiche femminili attuali, molte delle quali ben diverse da quelle di un tempo».

La critica:
Lodovico Gierut (scrittore e critico d’arte): «La pennellata di Mellone è talvolta lunga e corposa, ricca di pieni e di vuoti (il cenno scultoreo è positivo), dove vivono lo scontro e l'incontro e le tante luminosità di un incedere figurale connotato da un che magicamente arcaico…».
Luca Gnizio (eco-designer): «La forza di Mellone si esprime nelle pulite geometrie che racchiudono la storia anche più intricata su definiti piani concentrici; sta alla sensibilità dell’osservatore scoprire e decidere quanto voler leggere l’intera scala pittorica. Interessante constatare come negli anni stia avvenendo una trasformazione, dalla geometria spigolosa ad una forma sempre più morbida e lineare: sono curioso di scoprire dove lo porterà la sua continua ricerca dell’essenzialità».
Stefania Provinciali (giornalista e critica d’arte): «Donne e cavalieri, temi che possono apparire distanti. In realtà è l’approccio alle tematiche della vita che unisce in un unico percorso, reale ed ideale, le opere di Antonio Giovanni Mellone. Cavalieri che raccolgono le tensioni del mondo e ne combattono il male affondando le loro armi nei colori, blu, gialli, rossi permeati di materia e di speranze, nell’impari lotta. La donna è intrisa di colore, primitiva, pittorica illusione di un sorso di felicità. L’approccio coglie dal di dentro, là dove Mellone si erge a interprete di un vissuto… ».
Francesca Giovanelli (critica d’arte): «I supporti pensati ogni volta dal pittore per le sue creazioni, (tele, cartoni telati, carta tirata a mano, masonite) si animano di elaborati grafismi e cromie potenti che, giustapponendosi e stratificandosi come in un prezioso palinsesto, finiscono per parlare una lingua multiforme, capace di dilatarsi altrove, traendo energia dalle radici stesse su cui si è formata la sua personale identità».
Giammarco Puntelli (direttore artistico di Spoleto International Art Fair): «Quadri efficaci e convincenti. Studi e opere di relazione, di scomposizione e ricomposizione della figura nello spazio pittorico e di insieme in 3 D dell’universo d’arte».
Manuela Bartolotti (giornalista specializzata della Gazzetta di Parma): «Il cavaliere di Mellone, costruito con geometrie dinamiche e spigolature cubo-futuriste tra Picasso, Sironi, Marino Marini e vivacità compositive alla Cassinari, percorre i sentieri dell’arte, sfida le convenzioni superando con esuberanza cromatica e fantasia l’oscura barriera del quotidiano».
Federica De Masi (giornalista ed esperta d’arte): «L'autore ha affrontato una rilettura dei miti greci e della cavalleria medievale, inserendo come leit-motiv il tema del sogno. Secondo l’artista, il mito è un refuso; in un oggi in cui si è persa la speranza e l'essere umano è sempre meno generoso, si deve auspicare ad un recupero dei valori che contraddistinguono l'eroe dei romanzi classici».

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L'Autore

Capo Redattore