La filiera vitivinicola a Centinaio: «Sostenga la riforma della Pac» - InformaCibo

La filiera vitivinicola a Centinaio: «Sostenga la riforma della Pac»

Una lettera firmata da Confagricoltura, Cia-Agricoltori, Alleanza delle Cooperative, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi

di Donato Troiano

Ultima Modifica: 31/01/2019

La riforma della Politica Agricola Comune (PAC-Post 2020) è una sfida cruciale per la competitività del vino italiano e, per il valore economico che questo rappresenta, dell’intero comparto agricolo comunitario”. Le organizzazioni che rappresentano la filiera Vitivinicola Italiana, attraverso una lettera firmata dai presidenti delle relative Organizzazioni (Confagricoltura, CIA, ACI Agroalimentare, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi), chiedono a Gian Marco Centinaio, ministro per le Politiche agricole, alimentari, forestali e turismo, di farsi carico delle proposte di miglioramento del sistema PAC e di rappresentare queste esigenze al Commissario all’Agricoltura Phil Hogan e alla Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea.

La lettera sottolinea che “le richieste italiane di modifica del Regolamento Ocom sono rimaste ad oggi inascoltate”

Inoltre per i firmatari della lettera mentre si apprezzano qualche primo segnale di flessibilità nella bozza proposta dalla Direzione Generale Agricoltura, viene però valutato come insufficiente a garantire prospettive di crescita delle dimensioni delle aziende italiane in un contesto che vede un vigneto Italia tendenzialmente in declino, non certamente favorito dall’attuale regime.

Maurizio Danese, Gian Marco Centinaio e il dg Vinitaly, Giovanni Mantovani

Il testo della lettera al Ministro Mipaaft, Gian Marco Centinaio firmata da Confagricoltura, Cia-Agricoltori, Alleanza delle Cooperative, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi


Caro Ministro, la riforma della Politica Agricola Comune post-2020 rappresenta un’opportunità per migliorare, modernizzare e rafforzare l’orientamento al mercato del settore del vino. Le proposte legislative della Commissione Europea, in particolare il Regolamento recante norme sul sostegno ai piani strategici e il Regolamento sull’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, sono state pubblicate il 1 giugno u.s. e discusse nell’ambito della Presidenza austriaca del Consiglio dell’Unione Europea, nel corso del secondo semestre 2018.

La filiera guarda con estrema attenzione la proposta di modifica del Regolamento n. 1308/2013, che include le disposizioni che regolano il mercato del vino, in particolare il sistema delle autorizzazioni agli impianti viticoli. Nella proposta della DG Agri, le organizzazioni hanno apprezzato qualche primo segnale di flessibilità tuttavia non lo ritengono sufficiente, in quanto l’attuale regime non consente la crescita delle dimensioni delle aziende italiane e non risponde alle esigenze del settore, tenuto conto che il vigneto nel suo complesso è tendenzialmente in declino.

La filiera ha presentato al Ministero delle Politiche Agricole alcune proposte di miglioramento del regime, in primis l’istituzione di una riserva nazionale delle autorizzazioni, con l’obiettivo di evitare la perdita del potenziale viticolo, di recuperare i diritti di impianto in scadenza e le autorizzazioni non utilizzate a favore delle imprese più dinamiche, allo scopo di veder aumentare la superficie media aziendale, quale elemento imprescindibile di competitività. Tali proposte sono state sostenute dal Ministero e discusse nelle opportune sedi istituzionali europee. Tuttavia, nonostante il proficuo lavoro di dialogo del Mipaaft con la DG Agri e gli altri Stati membri, le proposte di modifica del Regolamento Ocm, così come emendate dai lavori del Consiglio, non vedono accolte le richieste italiane. L’Italia è il primo produttore di vino a livello mondiale e uno dei maggiori esportatori.
Le vendite di vino italiano nel mondo contribuiscono in maniera determinante a mantenere in attivo la bilancia commerciale dell’Unione Europea, ad aumentare il valore delle produzioni agricole europee di qualità e a trainare l’export degli altri prodotti agroalimentari dell’Unione. La crescita delle imprese vitivinicole del nostro Paese è, pertanto, nell’interesse non soltanto italiano, ma anche europeo.
L’Unione Europea ha convenienza ad assicurare un quadro giuridico adeguato, flessibile e in sintonia con le esigenze del mondo produttivo. In tal senso, caro Ministro, chiediamo con forza che le richieste di miglioramento del sistema delle autorizzazioni, così come proposte dal suo dicastero, siano da Lei rappresentate al più alto livello politico, al Commissario all’agricoltura Hogan e alla Presidenza del Consiglio UE, quali priorità del governo italiano nell’ambito della riforma della PAC.

Al di là degli sviluppi dell’incerto negoziato sul futuro della Politica Agricola Comune, le organizzazioni ritengono fondamentale, già in questa fase, un progresso su questo sensibile tema, in mancanza del quale il settore del vino non potrà sostenere l’esito della riforma. Lo status quo è del tutto inaccettabile e l’UE deve assumere un impegno preciso nell’accogliere i miglioramenti auspicati, nell’ottica di una maggiore flessibilità e funzionalità delle regole europee.

Ringraziandola fin d’ora per il sostegno che vorrà dare alle nostre istanze, l’occasione è gradita per porgere i nostri più cordiali saluti.

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