La rivalutazione del pesce di lago, l’impegno della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola - InformaCibo

La rivalutazione del pesce di lago, l’impegno della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola

di Giulia Milani

Ultima Modifica: 03/08/2021

Il pesce, eccellente fonte di proteine animali e di un’ampia gamma di nutrienti, è un alimento essenziale per la sicurezza alimentare in molte regioni del nostro pianeta.

La pesca e l’acquacoltura, direttamente e indirettamente, svolgono un ruolo indispensabile per il benessere di milioni di persone nel mondo, dai pescatori su piccola scala delle acque interne che pescano nei laghi agli uomini e donne che lavorano nei grandi stabilimenti di trasformazione.

Dai dati emerge che almeno 520 milioni di persone sono legate a questo settore, ovvero circa l’8 per cento della popolazione mondiale.

Secondo il rapporto della FAO “The State of World Fisheries and Aquaculture 2020”, l’anno scorso il consumo mondiale di pesce ha raggiunto il nuovo record di 20,5 chilogrammi pro capite all’anno e nel prossimo decennio è destinato ad aumentare ulteriormente. Questo evidenzia il ruolo fondamentale del pesce per la sicurezza alimentare e nutrizionale globale e la necessità di mantenere prioritari lo sviluppo di un’acquacoltura sostenibile e una gestione efficace delle risorse ittiche.

Dato il continuo incremento della popolazione mondiale, che nel 2050 raggiungerà i 10 miliardi di abitanti, QU Dongyu, Direttore Generale della FAO, afferma che “la terra da sola non basta a nutrirci – abbiamo bisogno di sfruttare anche la produzione alimentare delle risorse acquatiche. Ma dobbiamo farlo senza compromettere la salute di oceani e fiumi, e migliorando le condizioni sociali di quanti dipendono dalla pesca – che spesso sono proprio i più poveri della società”.

L’impegno del Verbano Cusio Ossola per rilanciare il pesce di acqua dolce dei laghi Orta e Maggiore

reti da pesca

Per preservare il settore ittico ed incentivare una pesca sostenibile, sia di lago che di fiume, la FAO ha sviluppato piani internazionali di azione e strategie per incrementare l’informazione sulla cattura del pesce e sull’acquacoltura, per promuovere gli obiettivi di una pesca responsabile.

In Italia, tra i progetti nati con questo scopo, si inserisce anche Comunicare il pesce di lago per promuovere la pesca e l’acquacoltura sostenibili della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, cofinanziato dal “Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca” attraverso un bando della Regione Piemonte, finalizzato a “Misure a favore della commercializzazione” dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura valorizzando la sostenibilità.

L’obiettivo del progetto, che che si concluderà a settembre 2021,è promuovere, in un’ottica di rispetto ambientale, il pesce di acqua dolce proveniente dalla pesca professionale nei laghi Orta e Maggiore e dagli allevamenti ittici del territorio per rilanciarne l’intera filiera.

A questo scopo sono stati coinvolti enti, ristoratori e scuole del territorio in modo da creare una rete di promozione e raccontare il pesce d’acqua dolce da tutte le angolazioni: gastronomica, storica, ambientale, imprenditoriale, economica e sociale. Tra le iniziative rientrano: una comunicazione multimediale dal sito internet www.pescideinostrilaghi.it, rivolta ai consumatori; “Il Lago a Tavola” che mira a stimolare le attività ristorative e gastronomiche del territorio ad inserire il pesce d’acqua dolce proveniente dal VCO all’interno dei propri menù, con una particolare attenzione alle specie alloctone, in un’ottica di sostenibilità e di consumo a KM0; due contest dedicati ai più giovani e il sostegno ad enti turistici, per raccontare anche all’esterno questa eccellenza.

La situazione del lago Maggiore: un ecosistema in movimento

L’esigenza di rilanciare il pesce di acqua dolce nasce dal fatto che l’ecosistema del lago Maggiore, come quello di molti altri laghi, si è molto evoluto negli ultimi anni e le sue acque sono attualmente poco popolate. Questo mette a rischio la filiera e non permette di sfruttare il pesce di lago come valida alternativa locale al pesce di mare.

L’inquinamento

A partire dalla fine del XVIII secolo la zona del lago Maggiore ha subito una forte industrializzazione e molti degli scarti delle industrie venivano scaricati nel lago, contaminando la flora e la fauna. Oltre all’inquinamento chimico, il lago è stato per anni vittima di molto inquinamento organico, dato dallo scarico delle acque reflue.

L’abbondanza di sostanze organiche, e in particolare di azoto e fosforo, ha portato ad una situazione eutrofica, cioè di grande ricchezza di nutrimento per i pesci, che portò il lago Maggiore essere una zona di pesca rigogliosa per 20-30 anni da una parte, ma ad un deterioramento della qualità delle acqua dall’altra.

Il pescato

Come evidenziato dal Censimento della fauna ittica nei laghi alpini nel territorio della Regione Lombardia effettuato a marzo del 2015 infatti “dal 1978 al 2011 il pescato risulta notevolmente variabile, con valori massimi raggiunti negli anni ’80 e valori minimi nella seconda metà degli anni ’90, in corrispondenza del periodo di divieto alla pesca dei Coregonidi in Italia a causa della presenza del DDT. […] Il pescato totale medio nell’arco di tempo indagato è di 296,5 t, con un valore massimo di 808 t nel 1982 e minimo di 51,8 t nel 1998.”

Il risanamento

A partire dalla metà degli anni ’90, anche per favorire il turismo e la balneazione del lago, furono realizzate opere di bonifica e interventi di risanamento ambientale che migliorarono la qualità delle acque. Questo portò ad un’evoluzione della flora e della fauna del lago. La quantità di pesci è diminuita: alcune specie sono quasi scomparse, come le alborelle, e se ne sono diffuse di nuove, come il lucioperca, il siluro e il gardon.

L’appello dei pescatori

I principali controllori di questo eco-sistema in evoluzione sono i pescatori, che ogni giorno navigano le acqua del lago Maggiore. Attualmente i pescatori italiani di queste zone in possesso di licenzia di pesca professionale (diversa da quella sportiva) sono 15.

Denunciano lo spopolamento del lago che non gli permette di garantire quantità costanti di pescato e fanno appello alle istituzioni perché si impegnino a ripopolarlo, tramite l’acquacoltura, per far sì che il loro mestiere e la filiera del pesce di lago non soccombano.

“Ora il problema è che lo spopolamento del lago non permette di avere una garanzia costante del pescato. Per risolverlo è necessario un maggiore interessamento da parte delle istituzioni; non si può sempre aspettare la natura” ha spiegato Stefano Ruffoni, pescatore ristoratore (proprietario del Ristorante Italia, isola dei Pescatori, nella foto in alto)

 

Inoltre in Italia il pesce di lago, data l’alta presenza di lische e il suo sapore più intenso, ha sempre avuto un ruolo di secondo piano nella gastronomia, e, ancor più data l’evoluzione delle specie, è importante far conoscere i nuovi pesci, in modo che possano essere apprezzati, sfruttati e valorizzati nei ristoranti così come nell’uso domestico.

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L'Autore

redattore

Blogger e web editor, laureata in Scienze Gastronomiche a Parma, con Master in Cultura del Cibo e del Vino a Venezia. Appassionata di eno-gastronomia e della cultura che rappresenta questo mondo.