La semina “partecipata” di Salvatore Ceccarelli
di Informacibo
Ultima Modifica: 20/11/2012
Parma, 13 novembre 2012 – “Chi decide quale parte di diversità è utile a me?” Salvatore Ceccarelli parla del suo lavoro di ricercatore e di miglioramento genetico partecipativo, il sistema con il quale da anni semina e fa crescere colture nei campi più aridi e difficili del mondo, insieme agli agricoltori del luogo perché “il ricercatore si limita a dare quanta più diversità possibile ed è l’agricoltore a scegliere i materiali che dopo alcuni anni di selezione diventeranno le sue varietà”. E’ questo metodo, pensato per aiutare i contadini più poveri e delle zone più marginali del pianeta, che lo ha fatto conoscere nel mondo. Un impegno che dura da più di 30anni e per il quale oggi la Provincia di Parma gli ha assegnato il “San Martino 2012”, premio destinato a chi lavora per la valorizzazione della biodiversità e salvaguardia dei territori consegnato nelle precedenti edizioni a Libereso Guglielmi, Carlo Petrini, Vandana Schiva, Susanna Magistretti.
Ceccarelli racconta di sé e delle sue scelte alla platea di studenti, agricoltori e autorità che è venuta ad ascoltarlo, lo fa interloquendo con Marco Fratoddi, giornalista, direttore di Nuova Ecologia, lo storico mensile di Legambiente.
“E’ successo tutto abbastanza casualmente, ho risposto ad una sollecitazione durante un incontro in cui si metteva in evidenza l’assenza di ricercatori italiani nei centri di ricerca internazionali. Sono andato è ho detto che mi interessava”.E’ in quel momento che Ceccarelli, nato a Fiume ma vissuto in Umbria dove ricopriva la cattedra di Risorse genetiche e Miglioramento genetico all’Università di Perugia, cambia la sua vita. Va in India poi in Siria, dove poi nel 1995 effettuerà la prima sperimentazione partecipativa. Torna anche in Italia per pochi anni a fare il professore, lavoro che poi lascerà per abbracciare definitivamente quello di ricercatore. “Avevo cominciato a chiedermi a che cosa o a chi serve il lavoro che stavo facendo. Dopo due anni in Siria mi sono accorto subito che serviva ai vari Muhammad, Aamir, Hassan”.
Il primo passo è stato portare fuori la ricerca dalle stazioni sperimentali e il secondo quello di sperimentare nei campi con gli agricoltori di quei luoghi, “persone che erano i discendenti di chi aveva addomesticato le piante 10mila anni fa”.
Ceccarelli ora è consulente in miglioramento genetico dell’Icarda, il Centro internazionale di ricerca agricola per le zone aride, uno dei 15 centri del Consultative Group on International Agricultural Research (Cgiar), organizzazione no profit alla quale è affidata una delle “mete del millennio” decise dalle Nazioni Unite: dimezzare entro dieci anni il numero delle persone che patiscono la fame. Con il suo metodo Salvatore Ceccarelli pianta orzo, frumento, mais, tante colture su cui si possa fondare una autonomia alimentare di quelle popolazioni e segue progetti in Siria, Giordania, Egitto, Algeria, Eritrea, Etiopia, Yemen e Iran Siria.
Il miglioramento genetico partecipativo (PPB) è “una scienza che in realtà è un miscuglio di scienze”, la combinazione della scienza moderna con il sapere contadino accumulato in migliaia di anni modificando le piante. Un modello che dove è stato applicato ha dato risultati anche per la capacità di aumentare la qualità di alimenti.
Nella sua “lezione” parmigiana Ceccarelli si rivolge spesso con domande agli studenti degli Istituti Bocchialini (Agrario), Bertolucci (Liceo) e Marconi (Liceo), presenti all’iniziativa su invito della Provincia. “E’ importante parlare ai giovani e dire loro che la biodiversità ha senso perché è un marcatore del nostro essere persone, essenziale per il futuro del pianeta”dice il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari che ha aperto la cerimonia.
“La valorizzazione della biodiversità è un impegno costante di questi ultimi dieci anni di vita dell’amministrazione, una scelta cosciente e consapevole di valorizzazione del territorio con la quale abbiamo creato un piccolo capitale, un patrimonio a disposizione di tutti” – ha detto il presidente Vincenzo Bernazzoli prima della consegna del premio: la pergamena e il tabarro che Ceccarelli indossa ringraziando essendo “tradizionalmente un freddoloso”. Accompagnano il tutto i semi dell’Associazione Agricoltori custodi del Parmense, suggello del legame fra persone che hanno la stessa visione.
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